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ANTONIO DE SIMONE

(Capracotta, 31 luglio 1928 - Monza, 2 gennaio 2018)

Scrittore

Capracotta, 21 agosto.

Padre Emanuele da Capracotta, cappuccino, alle ore 11 del 15 agosto ha celebrato la Prima Messa. La Chiesa Madre di questo paese, che pure è capace di raccogliere un gran numero di fedeli, per la solenne circostanza si è vista oltre misura gremita. Lo spettacolo è stato magnifico e superbo. La modestia di padre Emanuele ha ben mascherato la logica emozione del momento. Con particolare attenzione è stato seguito il parroco don Nicola, nella spiegazione del Vangelo e nel brillante saluto augurale rivolto a padre Emanuele.

  • D. Antonarelli, Taccuino di Capracotta, in «Momento-Sera», VII:204, Roma, 28 agosto 1952.

Una sera, dopo una giornata di lavoro a Capracotta, doveva trovare un posto per dormire. Essendo Capracotta un paese turistico, per via dei campi da sci, era ricca di alberghi, ma quella sera erano tutti al completo e per lui non c'era posto, neppure una piccola cameretta per ripararsi dal freddo e dal brutto tempo, in quanto continuava a nevicare senza sosta. In cuor suo, però, frate Modestino era sereno, perché sapeva che Gesù non lo avrebbe abbandonato e lasciato senza riparo. Con tale convinzione e confidando in pieno nella divina Provvidenza, andò alla funzione serotina in chiesa, dicendo a se stesso: «Ci penserà Gesù!». E Gesù ci pensò subito, perché frate Modestino incontrò una signora che gli sembrava di conoscere. Per esserne sicuro, le chiese se fosse la madre di padre Emanu-le e lei gli rispose di sì. Le chiese, poi, ospitalità che, con tanta generosità, non gli fu negata.

  • A. Parrilla, Fr. Modestino da Pietrelcina. Una vitta sotto lo sguardo di san Francesco, di san Pio e della Madonna, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, S. Giovanni Rotondo, p. 107.

L'aula magna dell'edificio scolastico di Pietrelcina si è gremita in occasione della prima di un lungo ciclo di conferenze, che l'associazione culturale "Padre Pio da Pietrelcina", diretta dai padri cappuccini, promuove mensilmente. Ha preso per primo la parola il padre Emanuele da Capracotta, salutando cordialmente gli intervenuti e presentando l'Associazione nella sua struttura giuridica e nei suoi fini che si prefigge di raggiungere. Successivamente l'oratore, dott. Camillo Carlomagno, ha tenuto la sua dotta prolusione sul tema "Da Cristo prese l'ultimo sigillo", ricalcando con lirismo francescano il cammino del Poverello sulla Verna, ove ricevette il sigillo di dolore e di amore che lo rendeva l'Alter Christus.

  • Conferenza a Pietrelcina di cultura francescana, in «Il Foglietto», LXII, 45, 10 dicembre 1959, p. 3.

"Io e la civiltà sannitica" prende spunto dal ritrovamento della cosiddetta Tavola di Agnone, una lamina di bronzo del IV secolo a.C. in lingua osca che riporta i nomi delle divinità di quella civiltà e che ora è conservata al British Museum di Londra.

Tale ritrovamento, avvenuto nel 1848 nel paese di origine del prof. De Simone, Capracotta, viene erroneamente attribuito ad Agnone da cui il reperto prende nome.

De Simone nel suo studio rivendica a gran voce, sottolineando l'importanza del reperto, che la lamina osca sia chiamata Tavola di Capracotta.

Continua poi con passione ed entusiasmo la sua indagine ricostruendo la storia di quel popolo antico per evidenziarne i caratteri e farne rivivere l'ideale: l'Italia come confederazione. Un sistema cioè di vita associata che, mantenendo intatte la libertà, l'indipendenza, la sovranità originaria di ciascun gruppo etnico, proponeva un'alleanza con altri gruppi etnici tra i quali una dialettica permanente che ne regolasse i rapporti.

  • V. Oggioni, Ho letto e vi racconto "Io e la civiltà sannitica" del prof. Antonio De Simone, in «Mosè Sera», I:1, Monza, gennaio 1998.

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