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DELLE API

di Antonio Maria Tannoia (1727-1808)

Questo fu un errore grossolano di Erodoto il credere, che le Api non fruttino ne' luoghi freddi. La Vallachia, la Moldavia, la Transilvania, che tanto abondano di Api, e molto più di cera, e mele anche anno il costume di vendemmiare le arnie senza offesa delle Pecchie. La Polonia, oltre l'immensa quantità di Api, che ha nelle selve, anche alleva, come noi, le dimestiche nelle casse artefatte. Or la pratica di non pochi Polacchi è tale qual'è la nostra di Puglia; e benché i luoghi sieno freddi ed in eccesso gelati, non per questo manca riuscir utile una tale economia. Nelle vicinanze di Dantzik, come scrive Silvio Baccone, anche di presente non si strapazzano le Api, ma si vendemmia il mele tre volte l'anno.

Tentare la pratica di Puglia nell'Apruzzo, certo che sembra un sacrilegio. Sono tali i rigori del freddo, che dir si suole:

«Chi vuol provare le pene dell'Inferno

La state in Puglia, ed in Apruzzo il Verno».

E pure nell'Apruzzo si vede vestigio del costume degli antichi. Questo solo non convince ad hominem un qualche ostinato Nonsipotista? Si sa da tutti, che nell'Inverno si fa uso in Capracotta della finestra in luogo della porta, tanto le nevi sono in abbondanza. Con tutto ciò la vendemmia del mele, come mi attesta un patriotta, è tutta in conformità di quella di Puglia. In Sulmona, luogo freddo anzicché nò, non v'era idea di siffatta economia. D. Celestino Orlando Monaco Celestino, che fu poi Vescovo di Molfetta, allorché soggiornava in qualità di Abate in quella Badia del Salvatore, non potendo soffrire veder macellare le Api, tentò introdurre in quelle del Monistero l'economia di Puglia: Vi riuscì sì felicemente, che, come mi disse, non ebbe motivo di pentirsene. Anche nell'Apruzzo Ulteriore non mancano paesi, che costumano in parte la divisata pratica. «Il costume di tagliare il mele» senza uccidere le Api, è quì in uso, così mi scrisse il Signor D. Giuseppe Mancini, nella Città di Roccaguglielma, e di Castrano, ed ivi vivono le «Api sino ai quattro, e cinque anni con utile» assai grande di que' proprietarj.

  • A. M. Tannoia, Delle api e loro utile e della maniera di ben governarle. Trattato fisico-economico-rustico, libro II, Morelli, Napoli 1798, pp. 57-58.

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