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DELLE CITTÀ D'ITALIA

di Cesare Orlandi (1734-1779)​

La bagna il Fiume Verino, quale nasce in un di lei Feudo nomato Santa Maria di Monte Capraro, nel proprio tenimento in distanza di sette miglia, e scorre poco meno d'un miglio vicino. Chiamasi così, a causa della strage, che quivi seguì, a comando di Lucio Verino Prefetto del Pretorio dell'Imperatore, de' suoi Soldati disertati da Roma per misfatti commessi, inseguiti per vie ignote fino ad Agnone, e raggiunti presso a questo Fiume, che per esser gonfio, ed orgoglioso non poté da essi valicarsi; onde a perpetua memoria, ed esempio fece il di lui nome incidere, e la strage in una smisurata Pietra ivi vicina, che ora appena si distingue. Questo Fiume non abbonda di pesca; ma la Città non ne scarseggia, venendovi di continuo dal Mare vicino, dal Lago di Fucino, e dal Fiume Sangro, che dà isquisitissime Trotte. Produce il Verino peraltro Anguille di singolar grossezza, e sapore. È profittevole poi non solo alla Città medesima, per i molti Molini, Valchiere, e Ramiere, ma al Regno tutto, per il sommo utile, che da un tal lavoro riceve. Inoltre la spuma di detto Fiume è prodigiosamente salutare per le piaghe delle gambe, molto commendata dai Naturalisti.

  • C. Orlandi, Delle città d'Italia e sue isole adjacenti, libro I, Riginaldi, Perugia 1770, pp. 124-125.

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