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UN EMIGRATO RACCONTA

di Franco Di Domenica (1925-2010)

Il turista che arriva a Campobasso per caso o perché richiamato dalle promesse delle nuove guide turistiche, si trova davanti ad una visione altamente suggestiva, quasi incredibile.

Il profilo caratteristico del Castel Monforte, della Pineta, di Ferrazzano, di via Napoli, del Corso Vittorio Emanuele, dei Corsi Papa Giovanni XXIII e John F. Kennedy, è un'inquadratura avvincente.

Tutto sembra maestoso e l'immaginazione del turista si estende fino alla catena del Matese, ai campi nevosi di Capracotta, nota in Jersey City come il paese dello Snow-Plow (lo spartineve donato anni fa dal popolo di Jersey City a quello di Capracotta); alle tre fontane di Sepino, alla cima maestosa di Campitello, alla vallata del Fortore ai piedi di Gambatesa; Pietrabbondante, Boiano, al Biferno, alle spiagge di Termoli e Campomarino ed altri posti di attrazione turistica.

E che dire poi degli scavi romani di Altilia, sulla via di Sepino e delle caratteristiche millenarie di Jelsi, Riccia e Gambatesa?

Ma quanti sono i turisti che si recano ad ammirare le bellezze del Molise?

Non molti in verità poiché queste bellezze non sono propriamente e giustamente propagandate a mezzo di pubblicità in Italia ed all'estero.

Per qualche tempo ed ancora oggi i molisani hanno guardato con diffidenza al turismo.

  • F. Di Domenica, Un emigrato racconta, Gastaldi, Milano 1967, pp. 15-16.

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