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GIUSEPPE DI TELLA

(Capracotta, 1876 - Torino, 1942)

Selvicoltore e professore del Regio Istituto Superiore Forestale di Firenze

È stato uno dei più validi studiosi della selvicoltura italiana e può essere, a buon diritto, considerato il fondatore del moderno assestamento forestale ed il propugnatore delle sistemazioni idraulico-forestali. Nasce a Capracotta (Campobasso) e, dopo aver frequentato l'Istituto forestale di Vallombrosa, entra, nel 1895, nell'Amministrazione forestale raggiungendo il grado di Ispettore di prima classe. Dal 1905 al 1907 lo troviamo a capo del distretto forestale di Bagnoli Irpino dove studia la flora di quei pascoli montani cercando l'ambìto parere scientifico di quell'insigne botanico che era Alessandro Trotter, allora docente nella Scuola di Viticoltura ed Enologia di Avellino. Frutto di questi studi è la bella monografia del 1908 "I pascoli di montagna specialmente comunali nell'Appennino avellinese e nel Mezzogiorno d'Italia, in rapporto al loro miglioramento ed alla tutela dei boschi" che risulta premiata dalla Commissione zootecnica provinciale. Nel 1907 Di Tella è a Venezia presso il locale Magistrato alle acque ​«tra le pratiche burocratiche che sono per me - così scrive all'amico Trotter - ​un cibo molto indigesto». Chiede ed ottiene il trasferimento per Cuneo dove, nei suoi giri di servizio, è attratto dai grandiosi castagneti (specie che ritiene spontanea nella zona), dai lariceti e dai boschi di cembro della Val Varaita. In quella sede può osservare come operano i confinanti forestali francesi in materia di rimboschimento. Lo colpiscono in particolare i loro metodi di inerbimento delle pendici più degradate che vengono ricoperte addirittura con piote erbose trasportate talvolta anche da luoghi assai lontani. Pare che ad una osservazione di Di Tella sul costo dell'operazione, il collega francese gli rispondesse: ​«a mali estremi rimedi estremi, altrimenti dovremmo aspettare almeno trent'anni per ottenere la prima fase erbacea in un terreno denudato fino all'affioramento della roccia». Nel giugno del 1910 ha l'incarico, presso l'Istituto forestale di Vallombrosa e poi di Firenze, di tenere alcune lezioni sulla correzione dei torrenti. Negli ultimi mesi del 1914 ritorna a Cuneo lasciando l'insegnamento, ​«perché - scrive - la posizione di noi forestali, chiamati ad insegnare all'Istituto, è tutt'altro che soddisfacente». All'inizio del 1915 Di Tella risulta vincitore di un concorso bandito per coprire alcune cattedre del nuovo Istituto superiore forestale di Firenze e viene nominato, nel 1916, docente di dendrometria e di assestamento forestale. A tale proposito scriverà all'amico Alessandro Trotter: ​«tutto ciò mi sembra un sogno, tanto possono le circostanze e le piccole cause sulla vita di un uomo». Lascerà l'insegnamento, per motivi di salute, nell'ottobre 1937 e morirà a Torino nel luglio 1942. Di Tella è attratto all'assestamento da Vittorio Perona ma Egli sa ben comprendere ed assimilare gli influssi delle teorie sperimentali che cominciano ad affermarsi in quella materia, fin dagli inizi del XX secolo. Il suo è stato un insegnamento ispirato a principi elastici, molto semplici, dedotti per via sperimentale e questi criteri ha applicato con grande perizia ai vari piani di assestamento che ebbe la sorte di compilare, fra i quali ricordiamo quelli più importanti delle foreste demaniali di Vallombrosa, dell'Abetone e di Camaldoli. Alla dendrometria volle dare un indirizzo statistico-matematico, perfettamente rispondente alle esigenze della selvicoltura di allora, impartendo un insegnamento analitico e critico degno di uno scienziato sperimentatore. Alla docenza, Giuseppe Di Tella aggiunge un'ottima capacità di scrittore non solo di assestamento e di dendrometria, ma anche di selvicoltura e di sistemazioni idraulico-forestali. [...] Nella formazione della incipiente scienza forestale italiana, Giuseppe Di Tella ha contribuito in modo determinante, tale da poter essere considerato, senza dubbio, un pensatore ed uno scienziato fra i maggiori del nostro Paese.

  • A. Gabbrielli, Su le orme della cultura forestale: i maestri, Accademia italiana di Scienze forestali, Firenze 2005, pp. 135-137.

Giuseppe di Tella, an expert on flood control who taught at Vallombrosa, occasionally visited Cuneo and nearby Provence in order to observe the progress in controlling torrents. In 1914, di Tella stressed the limitations of check dams. Borrowing Demontzey's terminology, di Tella said that the correction of a torrent could no longer be envisiones as a simple construction project like one of building a house, bridge, railroad, or canal. Rather, correcting torrents must be seen as «a gradual and uncertain operation of reorganizing natural forces, spontaneously, concurrently... so as to reinstate such forces through biological rather than mechanical processes». Di Tella's new proposal for restoration placed more faith in biology than in engineering.

  • M. Hall, Earth Repair. A Transatlantic History of Environmental Restoration, University of Virginia Press, Charlottesville-London 2005, p. 72.

Sulla questione forestale, come d'altronde su molti altri temi, nel Tci convissero istanze conservatrici di tutela della natura e spinte modernizzanti: l'orizzonte teorico in cui si muoveva l'associazione rimaneva la ricerca di una coesistenza tra sviluppo economico e difesa dell'ambiente. Si passava dall'immagine profondamente negativa che emergeva nel volume curato da Serpieri alla parte propositiva del libro di Giuseppe Di Tella sul dissesto idrogeologico e le sue possibili soluzioni. In entrambi i casi, resta da chiedersi quanto l'intento divulgativo perseguito dall'associazione giungesse a buon fine: al III congresso forestale, ad esempio, Icilio Spaccialbello criticava energicamente i volumi del Touring, che a suo parere non potevano certo svolgere alcuna funzione di propaganda tra i reali fruitori e abitanti dei boschi, per il loro linguaggio complicato e troppo tecnicistico.

  • M. Armiero, Misurare i boschi, in R. De Lorenzo, Storia e misura. Indicatori sociali ed economici nel Mezzogiorno d'Italia (secoli XVIII-XX), Angeli, Milano 2007, p. 258.

Intitolazioni a Giuseppe Di Tella:

  • Piazza Giuseppe Di Tella, Capracotta (IS).

Scritti di Giuseppe Di Tella:

  • G. Di Tella e A. Trotter, I pascoli di montagna specialmente comunali nell'Appennino avellinese e nel Mezzogiorno d'Italiaa in rapporto al loro miglioramento ed alla tutela dei boschi, Maggi, Avellino 1908;

  • G. Di Tella, La sistemazione dei bacini montani nelle Alpi Marittime francesi, Pro Montibus et Silvis, Bologna 1909;

  • G. Di Tella, Il bosco contro il torrente, Touring Club Italiano, Milano 1912;

  • G. Di Tella, La derivazione matematica delle principali formule di cubatura dei solidi dendrometrici, Ricci, Firenze 1915;

  • G. Di Tella, Piano di assestamento dei boschi cedui nella tenuta di Valenzano in Casentino, Ricci, Firenze 1915;

  • G. Di Tella, Il rilievo speditivo della massa legnosa di alberi in piedi, Ricci, Firenze 1916;

  • G. Di Tella e A. Serpieri, I boschi in Italia nei riguardi economici e tecnici, Soc. italiana per il Progresso delle Scienze, Roma 1919;

  • G. Di Tella, Saggio di una tavola dendrometrica sperimentale del castagno ceduo, Ricci, Firenze, 1919;

  • G. Di Tella, La difesa silvo-pastorale dei bacini montani, Del Bianco, Udine 1921;

  • G. Di Tella, La selvicoltura in rapporto agli impianti idroelettrici, Provv. gen. dello Stato, Roma 1926;

  • G. Di Tella, Casanova, Castaldi, Roma 1927;

  • G. Di Tella, Assestamento della foresta demaniale di Camaldoli, Ricci, Firenze 1928;

  • G. Di Tella, Per la costituzione di un demanio forestale di Stato nell'alto bacino del fiume Serchio in provincia di Lucca, Ricci, Firenze, 1928;

  • G. Di Tella, La trasformazione fondiaria di Casanova, Opera naz. combattenti, Roma 1928;

  • G. Di Tella, Appunti di estimo forestale, Ist. sup. forestale, Firenze 1931;

  • G. Di Tella, Dendrometria: cubatura degli alberi atterrati ridotti in assortimenti mercantili, Ricci, Firenze 1933;

  • G. Di Tella, Le correzioni dei torrenti, Barbera, Firenze 1939;

  • G. Di Tella e F. Bay, Le sistemazioni dei bacini montani, Ed. Agricole, Bologna 1946.

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