VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
Le arie popolari musicate da artisti capracottesi
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
L'ITALIA È UN BOSCO
di Tiziano Fratus (1975)
Ma torniamo alla Calabria. Mi immergo in uno studio dei boschi del Meridione. I grandi boschi appenninici sono conifere di pino nero (Pinus nigra), d'abete bianco (Abies alba) o di latifoglie con prevalenza di faggio, leccio, frassino e acero. Alcune selve sono particolarmente conosciute, come la pineta ultrasecolare di Villetta Barrea, nel Parco nazionale d'Abruzzo, e le costellazioni di pini loricati sul Pollino; altri lo erano più nell'antichità, e penso ai boschi vetusti della Sila. Scopro che esistono concentrazioni di abeti bianchi in Molise e in Calabria, e proprio non me l'aspettavo: l'abetina di Collemeluccio a Pescolanciano, le abetine di Selvapiana-Vallazzuna, l'abetina di Montecastelbarone e quella del Monte Capraro, gli Abeti Soprani a Pescopennataro e Sant'Angelo del Pesco, il Bosco Archifòro ed il Bosco Santa Maria a Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. Alcuni amici mi hanno portato un biglietto d'ingresso ai Giganti della Sila a Fallistro, pini neri monumentali della specie laricio in un paese che si chiama Spezzano. Li ritrovo citati nei vecchi libri che ho in biblioteca, qui alla Casa del Leccio; decido di provare a contattare il parco per capire se è possibile visitarli.
Ho già parlato in precedenza delle bandite e dei boschi a protezione degli abitati. Anche nei territori del Regno di Napoli (o Regno della Sicilia Citeriore, almeno fino al 1816, quando venne costituito il Regno delle Due Sicilie) si iniziò a predisporre «camere chiuse», ovvero boschi dove era vietato non soltanto il taglio degli alberi ma anche ogni forma di intervento sui tronchi, come l’escavazione alla base dei pini per produrre la pece – la «slopatura», come viene chiamata. Fra il 1613 e il 1615 Filippo III d’Asburgo, re di Spagna e Portogallo, di Napoli e Sicilia, nonché duca di Milano e Borgogna, fa vietare il taglio assoluto dei pini, che serviranno a costruire le navi della flotta spagnola, quindi concede la possibilità della raccolta della legna secca e del taglio di pini giovani ma non «rossi» (ovvero il laricio) e adulti, e definisce l’esistenza di boschi banditi.
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T. Fratus, L'Italia è un bosco, Laterza, Bari 2014, pp. 122-123.