Saliti di buon'ora sul pullman, all'uscita da Campobasso verso Isernia, la vista del castello Monforte e del M. Vairano è stata l'occasione per dare alcuni cenni sulla storia antica del Molise, dalle guerre tra Sanniti e Romani, che proprio su M. Vairano espugnarono la città di Aquilonia, piegando definitivamente la resistenza sannitica, fino alle vicende nel XV sec. del Conte Cola di Monforte che, avendo sposato la causa degli Angioini, fu sconfitto dal re di Napoli Ferrante d'Aragona con la conseguente perdita dei suoi possedimenti e la fuga in Francia, dove, passato al servizio del nemico del re di Francia, compì importanti gesta che ancora oggi gli meritano fama nella storia di questo paese.
Raggiunta la SS. n. 17 Appulo-Sannitica presso il passo di Vinchiaturo, noto limite geografico tra l'Appennino Centrale e Meridionale, ed attraversato il torrente Quirino presso le gole suggestive scavate sotto il paese di Guardiaregia, avendo sulla sinistra la catena del Matese e sulla destra i monti di Frosolone, sono stati fatti alcuni cenni botanici e geologici su queste montagne, dove proprio sul M. Miletto la Società Botanica Italiana effettuò nel 1891 una delle sue prime escursioni sociali guidata da Ugolino Martelli. Si è ricordato anche il linceo Fabio Colonna che, risiedendo a Campochiaro agli inizi del XVII sec., compì escursioni nel Matese, descrivendo numerose nuove piante a lui successivamente dedicate e compiendo anche esperimenti sul cane per accertare la tossicità del Doronicum columnæ Ten. Arrivati a Castelpetroso e lasciata sulla sinistra la chiesa del Santuario di recente costruzione in discutibile stile neogotico, si è aperta la vista del suggestivo paese di Pesche, adagiato come un presepe sui fianchi di un rilievo roccioso in cui si estende una folta lecceta facente parte della Riserva Biogenetica del MAB.
Dopo Pesche, è stata raggiunta la superstrada fondovalle del Trigno, percorsa fino all'uscita per Pescolanciano, presso cui è possibile osservare un'ampia fascia ben conservata del tratturo. Percorrendo la SS. 86 Istonia (che conduce a Vasto = Histonium), si è giunti al bivio per Staffoli con la vista del M. Capraro e del paese di Capracotta, posto sul piano di un'alta rupe che domina la vallata del fiume Sangro. Superata Capracotta, un'interruzione dopo il passo di Prato Gentile ci ha obbligato a prendere una strada ripida e tortuosa fino ad arrivare a Pescopennataro, posto alla base di erte rupi, una delle poche stazioni molisane dove fiorisce Campanula fragilis Cyr. subsp. cavolini (Ten.) Damboldt. Attraversato il paese, siamo arrivati al punto in cui è iniziato il percorso a piedi verso il bosco di Abeti Soprani. Temendo la presenza di voraci zanzare, già segnalate in loco per la stagione calda e molto piovosa, sono stati distribuiti insetticidi e repellenti e nessuno per fortuna si è dovuto lamentare per fastidiose punture.
Alle ore 9:30 circa, il gruppo ha iniziato a percorrere in fila sparsa il sentiero alle pendici del M. Campo, attraversando un'area umida e fresca del bosco con faggio e abete bianco abbondante anche di notevoli dimensioni e con ramificazione biforcata. Lungo i margini del sentiero i tratti più diradati del bosco presentavano una composizione floristica particolarmente ricca di specie, quali Acer lobelii Ten., Evonymus latifolius Mill., Daphne laureola L., Polygonatum multiflorum (L.) All., Vicia sepium L., Chærophyllium aureum L., Asperula taurina L., Sanicula europæa L., Prenanthes purpurea L., Cardamine chelidonia L., Pimpinella major (L.) Hudson, mentre attorno alle pozze umide si notavano Rumex obtusifolius L., Dactylorhiza maculata (L.) Soò, Carex hirta L., Equisetum palustre L., Ajuga reptans L., Ranunculus repens L., Epilobium montanum L., Primula vulgaris Hudson; di notevole interesse per la loro rarità anche la presenza di Vicia dumetorum L. e Lamiastrum galeobdolon (L.) Ehrend., osservato su un pendio ripido del bosco insieme alle specie della faggeta: Atropa belladonna L., Cardamine enneaphyllos (L.) Crantz, Galium odoratum (L.) Scop., Saxifraga rotundifolia L. Durante il cammino sono stati interessanti gli interventi del dr. Guidi sulla conduzione forestale delle abetine molisane, del dr. De Martino sulla storia forestale, del prof. E. Pacini sul flusso genico nei boschi di conifere.
All'uscita del bosco il gruppo è arrivato in un prato da poco falciato, ma che fino a pochi giorni prima era ricco di specie pabulari, quali Cynosurus cristatus L., Poa trivialis L., Alopecurus pratensis L., Trisetum flavescens (L.) Beauv. etc. Dall'ombra del bosco si è passati alla luce intensa del sole sul prato, dove - gradita sorpresa - attendeva gli escursionisti il tecnico sig. La Loggia del Dipartimento S.A.V.A. con il mezzo fornito di fresche bevande, prese d'assalto, mentre le camionette del Corpo Forestale con le gentilissime guardie iniziavano la spola verso la strada. Qui, sul pullman, la comitiva poteva riunirsi e proseguire il programma verso Capracotta.
Prima di Capracotta, presso il Giardino Botanico ed alle pendici del M. Campo (1.746 m.) che più di 150 anni fa veniva percorso dal Gussone ("Plantæ rariores quas in itinere", 1826), il Sindaco di Capracotta, dr. Paglione, ha dato il benvenuto ai partecipanti, offrendo un piacevole pranzo a base di pecora, formaggi ed affettati, ovviamente prodotti tipici locali e tutti squisiti. Le operazioni per l'arrosto della pecora alla brace erano ben organizzate e dirette dall'amico M. Carnevale del Comune di Capracotta. Non sono mancati neppure la musica ed il saltarello, egregiamente eseguito con l'organetto dall'amico M. Beniamino, operatore della Comunità Montana di Agnone. Canti corali sono poi proseguiti sul pullman, in cui ha primeggiato come al solito la brava Giuseppina Barberis.
Dopo la gradita sosta a Capracotta, che ha offerto ai partecipanti la scoperta di un angolo poco conosciuto del Molise molto interessante dal punto di vista botanico, si ripartiva per Staffoli e per il Tempio di Pietrabbondante, dove il prof. Giuseppe Galigani, al centro del proscenio, si è improvvisato con successo attore e cicerone riscuotendo la simpatia di tutta la comitiva, comodamente seduta sugli schienali anatomici degli spalti. Dal tempio è stato possibile ammirare in un solo sguardo l'ampio panorama che abbraccia quasi tutto il Sannio, da Schiavi d'Abruzzo, Trivento, Bagnoli fino a Campobasso.
Arrivati ad Isernia, il Presidente della Provincia di Isernia, dr. Pellegrino, medico, ma anche appassionato cultore della storia e dell'arte molisana, ha ricevuto i partecipanti presso il Museo dell'Homo æserniensis, vissuto 700.000 anni fa, che ha descritto con dovizia di particolari e riferimenti scientifici.
La sera, presso l'Hotel Europa di Isernia, dove i partecipanti hanno trascorso la notte, si è svolta una piacevole manifestazione organizzata dal Presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo, Fulco Pratesi, e dal Direttore, Franco Tassi. Dopo i saluti, rivolti anche dal Segretario della Società Botanica Italiana prof. C. Blasi, è iniziata una proiezione di diapositive in multivisione con immagini stupende del Parco, ripreso nei suoi aspetti più caratteristici e suggestivi, tutti di struggente bellezza.
Dopo lo spettacolo ai partecipanti è stata offerta dall'Ente Parco la cena, rallegrata anche dalla musica folcloristica del gruppo musicale di Scapoli, patria della zampogna, che ha ricevuto numerosi applausi. Una giornata intensa, iniziata di buon'ora e terminata a sera inoltrat , alla fine della quale è rimasta la sensazione di una bella esperienza che ha conciliato senza dubbio il meritato riposo.
Fernando Lucchese
Fonte: F. Lucchese, Escursione sociale nel Molise, 12-15 luglio 1995, in «Informatore Botanico Italiano», XXVII:2-3, Soc. Botanica Italiana, maggio-dicembre 1995.