Chi scrive è un salesiano di 95 anni. Ho partecipato alla guerra di Liberazione come cappellano militare. L'8 settembre del 1943 ero a Bari per raggiungere i reparti militari dislocati nel Montenegro.
Nel pomeriggio di quel giorno, festa della nostra Madonna, ricercai tutti i paesani militari che facevano servizio in quella città. Comprammo una cassetta d'uva per ricordare nostalgicamente la festa. La sera apprendemmo che era avvenuto l'armistizio.
Noi cappellani nel Corpo Italiano di Liberazione (gruppo di combattimento "Legnano") svolgemmo il nostro compito nella battaglia di Mignano Monte Lungo (Cassino). Vi morì anche un capracottese cui dovetti dare pietosa sepoltura. La madre era sfollata a Pescolanciano e col suo comandante di artiglieria la raggiungemmo per darle la triste notizia.
Da cappellano rividi Capracotta distrutta nel 1944-45 per quattro mesi di convalescenza.
I più lontani ricordi dell'8 settembre risalgono a quand'ero bambino. Era finita la guerra 1915-18 e non c'era ancora stata la Marcia su Roma.
Come un sogno, ricordo quando la Madonna dal suo tempio fuori paese veniva portata in solenne processione verso la Chiesa Madre. Squarcióne che faceva inginocchiare il cavallo davanti alla Madonna prima che gli altri, numerosi cavalli gualdrappati sfilassero in processione.
La Madonna allora non era solo la Regina del cielo ma anche la gran Signora di Capracotta: possedeva greggi e terre in Puglia.
Alle sue ricchezze i capracottesi potevano attingere: era la Madonna che forniva la dote a una ragazza rimasta orfana che doveva sposarsi; era la Madonna che manteneva agli studi fuori paese qualche ragazzo particolarmente intelligente e meritevole. Tutti le volevano bene e ciò spiega con quanta gioia si festeggiasse l'8
settembre.
Anche allora, come adesso, tutti sfoggiavano un vestito nuovo; suonava la banda, c'era la fiera, una grande processione per le vie del paese e a notte tutto si concludeva con il cielo che si accendeva di fuochi d'artificio.
Costantino Carnevale
Fonte: C. Carnevale, L'8 settembre nei ricordi di un cappellano dell'Esercito Italiano di Liberazione, in «Voria», II:4, Capracotta, settembre 2008.