L'abbraccio del bosco, mai uguale a se stesso, è un'emozione che tocca tutti i sensi e il montanaro lo sa, lo sperimenta quando entra tra i faggi, gli abeti e s'inoltra ancora tra le sagome maestose respirandone l'alito ricco di essenze.
L'uomo conosce la voce del bosco, ma tende l'orecchio a cogliere i rumori improvvisi e si guarda intorno ogni volta sorpreso e incantato, segue le tracce di vecchi sentieri segnati nel tempo ai fianchi di Monte Campo come a disegnarlo e poi in una radura luminosa, un incrocio di passi, si trova improvvisamente davanti alla Fonte Carovilli, un cannello d'acqua che benedice il percorso; si disseta e immagina che la notte in quel luogo s'incontrino creature sconosciute, fate o ninfe, elfi o fauni comunque custodi di tanto scrigno.
Flora Di Rienzo