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Alfonso Falconi: pianista, compositore, docente


Atto nascita Alfonso Falconi
L'atto di nascita di Alfonso Falconi.

Alfonso Falconi nacque il 4 marzo 1859 a Capracotta, a 1.421 m s.l.m., nell'allora Provincia di Molise. Al momento della nascita, la madre Luisa Conti aveva già 40 anni, mentre il padre Giangregorio Falconi ne aveva 43. Nonostante questi fosse un ricco proprietario d'armenti, Alfonso dimostrò subito di avere orecchio, motivo per cui venne iscritto al Liceo musicale "S. Pietro a Majella" di Napoli, dove ebbe come insegnante di pianoforte Beniamino Cesi (1845-1907), uno dei più importanti esponenti della scuola pianistica italiana, e per maestro di composizione un discepolo di Saverio Mercadante, Paolo Serrao (1830-1907), che fu insegnante pure di Alfredo Catalani e Francesco Cilea. Fu proprio in quegli anni, precisamente nel 1892, che, al fine di accompagnare e render solenni gli eventi ufficiali d'una piccola grande cittadina di provincia, Alfonso Falconi istituì la Banda di Capracotta, della quale curava ogni aspetto artistico, organizzativo, finanche promozionale.

Il suo entusiasmo era tangibile. Il 16 aprile 1893 «la Società orchestrale di Capracotta, diretta da Alfonso Falconi, fondata da poco più di un anno, organizza presso l'asilo una serata musicale in onore del violinista tedesco Eugenio Schmitzberger». L'8 settembre 1894, il complesso orchestrale suonò in onore della Madonna di Loreto, la più importante ricorrenza religiosa del paese altomolisano. Vincenzo Lombardi, oggi direttore della Soprintendenza archivistica e bibliografia di Basilicata, ci informa che, da lì in poi, la Banda di Capracotta «acquista maggiore sicurezza, assume una più stabile forma organizzativa e una consequenziale maggiore visibilità. Ciò avviene grazie anche a un accentuato fenomeno associazionistico che coinvolge la popolazione capracottese, al pari di molti comuni molisani. La maggiore stabilità acquisita dalla banda sotto la direzione di Alfonso Falconi permette al gruppo di evitare le possibili conseguenze negative derivanti dalla partenza del maestro agli inizi del 1895».


Banda di Capracotta
La Banda di Capracotta col M° Falconi (primo da dx).

Probabilmente in quell'anno Falconi risultò vincitore di concorso per l'insegnamento presso il Reale Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze dove, dal 1896, insegnò Armonia, quindi, a partire dal 1907, Teoria, solfeggio e dettato musicale. Il periodo fiorentino coincide con quello della sua produzione teorica, quasi sempre pubblicata a proprie spese con lo pseudonimo anagrammatico di «Nicola Salonoff»: si pensi alla "Grammatica musicale" (1890) o al suo "Metodo per la divisione" (1899), ancor oggi pubblicato e commercializzato dalle Edizioni Curci.

Del pari, egli scrisse a lungo su una rivista d'avanguardia, "La Nuova Musica", nella quale apparvero vari articoli su compositori minori, come il tedesco Salomon Jadassohn (1831-1902), artisti che stavano esplorando nuove forme e nuovi stilemi, quali il contrappunto. Falconi entrò nella redazione de "La Nuova Musica" nel 1902, sotto la direzione di un eminente musicologo, Arnaldo Bonaventura (1862-1952), ed ebbe per collaboratori Durante Duranti, Gino Modona e, dal 1904, Paolo Bertini. Un'aggiunta significativa alla redazione del periodico avvenne nel gennaio del 1910 con l'incarico al compositore e critico musicale Ildebrando Pizzetti.

Alfonso Falconi, dunque, era perfettamente immerso nella cultura musicale del suo tempo e in un luogo, Firenze, nel quale alcuni anni dopo nascerà il Maggio Musicale Fiorentino. Ciò nonostante, egli non esitava a far ritorno nella sua Capracotta. Il 6 settembre 1903, ad esempio, lo troviamo nel Circolo d'Unione cittadino per «una soirée di ballo, che riuscì gaia e divertente per il concorso di gentili signore e signorine, tutte in elegantissime toilette, e per l'armonia e famigliarità senza pari, cui è improntato qualunque trattenimento di questo nostro paese. [...] Suonatore instancabile fu l'illustre Prof. Falconi».

Alfonso Falconi
Alfonso Falconi fotografato nel 1896.

Accanto alla speculazione teorica, però, vi sono la pratica pianistica e la produzione musicale, cominciata parecchi anni prima, a cavallo del 1880, quando pubblicò gli omaggi a due grandi suoi maestri: Beniamino Cesi, col quale aveva imparato a suonare la musica, e Francesco Florimo, grazie al quale aveva conosciuto la musica. Nello specifico, l'omaggio a Florimo «si concretizza nella elaborazione etnicamente attenta di una sua idea musicale, [...]: la forma scelta è personale, una danza bipartita, con introduzione e coda, in cui la prima parte presenta un secondo tema di coesione tra il primo ed il terzo, mentre la seconda parte vede riapparire senza modifiche strutturali sia il primo che il terzo tema senza il secondo; la reale proporzione fra le parti strumentali rimane però equilibrata grazie al dilungarsi della coda». Come pianista, il critico Federico Polidoro scrisse che «l'attenzione generale l'attrasse un artista giovanissimo e provetto, sì come esecutore, che come autore: Alfonso Falconi. I quattro pezzi ch'egli ha scritto sullo stile delle suites rivelano un ingegno vigoroso; la sua mano è del meccanismo espertissima».

Già nel 1882, infatti, Alfonso Falconi compose un'operetta comica, "Guerra alle donne", la cui partitura autografa ho prontamente inviato al M° Giulio Costanzo dell'Orchestra Sinfonica del Molise al fine di capire se vi sono i requisiti per adattarla e riproporla all'interno della stagione concertistica 2024/25. La produzione di Falconi è tuttavia ricca di ballate, allegretti, gighe, gavotte, minuetti, notturni, tarantelle, melodrammi, fantasie, sonate, preludi, romanze ecc. e le «forme musicali a cui si ispirava erano le musiche e le danze popolari molisane, abruzzesi e napoletane». Ne "Il pastore sulla collina" (1889), non a caso, si sente Falconi «aggirantesi su due note soltanto», poiché, in quelle due note, egli volle forse «riprodurre il suono del campanello delle vacche pascolanti»: impossibile non pensare ai pascoli alpestri del suo luogo natio.

Nel 1898 il compositore Pietro Floridia (1860-1932), suo ex compagno di corso a Napoli stabilitosi negli Stati Uniti, gli dedicherà i "Six pièces pour piano". Il 7 dicembre 1901, invece, l'Accadema del Conservatorio di Firenze, «procedendo al giudizio sul concorso Cristofori, [...] per una "Grande fantasia per due pianoforti e orchestra" conferiva il premio, a maggioranza di voti, alla composizione portante il motto "Via Crucis", del maestro signor Alfonso Falconi di Capracotta». Nel 1907, "Ars et Labor", il celebre periodico illustrato di Giulio Ricordi, arrivò ad affermare che Falconi era un «esecutore sobrio e preciso, compositore eletto e geniale, stilista nel miglior senso della parola [...], insegnante coscienzioso, la cui esperienza è consacrata in lavori didattici sagacissimi, infine persona modesta e gentile».

Da un lato, dunque, vi è il maestro, il pianista, il compositore, il docente; dall'altro vi è «il puro montanaro della nevosa Capracotta», figlio prediletto del popolo capracottese e suo altoparlante naturale. Del primo, Pasquale Guarino scrisse che «ha studiato in Conservatorio parecchio, e quando ne uscì continuò a studiare». Del secondo, basterà dire che nel 1914, anno di fondazione dello Ski Club Capracotta, uno dei più antichi sodalizi italiani di sport invernali, musicò l'inno ufficiale dell'associazione, su testo del magistrato napoletano Giorgio Borrella.


Metodo per la divisione di Alfonso Falconi
Tre edizioni del "Metodo per la divisione" di Alfonso Falconi.

Nel 1921, il suo amico Alessandro Longo (1864-1945), compositore e musicologo, scriverà note dolenti sulla scomparsa di Falconi, rimproverando al mondo la mancanza di attenzione nei suoi confronti ed esaltando il carattere improntato alla più sobria modestia dell'artista molisano. Longo, infatti, rammentò che «fu dopo molte delusioni ch'egli riuscì ad ottenere la cattedra di teoria [...]: ed avendo egli, in quel tempo, domicilio a Firenze, ed avendo colà degli alunni, il poverino si sobbarcò a una fatica che ha del fantastico, e che fa pensare alla pena cui fu sottoposto l'Olandese volante wagneriano. Sette anni di viaggio continuo [poiché] egli rifaceva tre vole alla settimana la via Firenze-Napoli, Napoli-Firenze, passando sei notti in treno, e non concedendosi il riposo nel proprio letto, a Firenze, altro che la notte del sabato».

Un'ultima nota di colore è quella che vede Alfonso Falconi menzionato "di striscio" all'interno di un romanzo pubblicato nel 1910 in Belgio, "Le papillon" di Christian Beck. Nel libro, infatti, il protagonista, giunto a Capracotta, si invaghisce di una ragazza del posto, Luisa Falconi, e, per avvicinarla, diventa amico dello «zio della ragazza, insegnante di musica». Luisa (che si chiama come la madre del compositore) gli farà poi conoscere la cugina Maria Pia, di cui egli s'innamorerà perdutamente.

Insomma, nonostante l'oblio che sembra aver avvolto la sua vita e la sua opera, Alfonso Falconi fu «una figura di grande rilievo nello scenario musicale italiano tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX». Si pensi che allo stato attuale non conosciamo né la data della sua morte - se non che questa avvenne prematuramente nel 1920 - né il luogo della sepoltura - probabilmente uno dei cimiteri monumentali del capoluogo toscano.

Ed ora veniamo ai giorni nostri. Il Conservatorio di musica "L. Perosi" di Campobasso ha finalmente messo in programma due concerti dedicati al nostro compositore, i cui esecutori saranno: Paolo Zampini al flauto, Maurizio Marino all'oboe, Lelio Di Tullio al clarinetto, Salvatore Acierno al corno, Eliseo Smordoni al fagotto, Paola Landrini al pianoforte, Gianluca Apostoli al violino e Veronica Fabbri al violoncello. Vieppiù, è in cantiere anche la pubblicazione di un'edizione critica del "Sestetto per fiati e pianoforte", curata dal Conservatorio stesso in collaborazione col M° Paolo Zampini (la docente referente è la prof.ssa Enza Ciullo).

Ad oggi, infatti, sono state recuperate partiture che testimoniano l'impegno di Falconi nella composizione cameristica, «in un'epoca in cui in Italia si apprezzavano quasi unicamente i melodrammi e le riduzioni per pochi strumenti dei melodrammi stessi» (Falconi ridusse per pianoforte "L'Arlesiana" di Francesco Cilea). Il lavoro di Alfonso Falconi è tornato alla luce proprio grazie all'interessamento del flautista Paolo Zampini, già direttore del Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze e collaboratore per 35 anni di Ennio Morricone. Successivamente, sempre su suo interessamento, è stata realizzata una prima stesura delle parti staccate, curata dal prof. Franco Pisciotta.

I due concerti che il Conservatorio di Campobasso ha in programma per il 2024/25 verrano probabilmente replicati anche a Capracotta e a Pescolanciano, come confidatomi dallo stesso Zampini, il quale mi contattò a maggio 2023 per scambiare con me le rispettive informazioni sull'illustre artista capracottese.

Se oggi conosciamo meglio Alfonso Falconi e se riusciremo a breve ad ascoltare qualcuna delle sue composizioni, sappiate che è per merito del M° Paolo Cesare Zampini.

 

Musica a stampa di Alfonso Falconi

  • Al mio esimio maestro sig. Beniamino Cesi: introduzione e scherzo, per pianoforte;

  • Fogli d'albo: 3 pezzi per violino e pianoforte (D'autunno: egloga - Solitudine! - Sole morente: gondoliere);

  • Guerra alle donne (tin tin tin caprette belle, fate liete nel cammin);

  • Omaggio all'Illustre Comm. Francesco Florimo: trascrizione libera della sua Tarantella sopra idee popolari;

  • Romanze, per pianoforte;

  • Quartetti, op. 3;

  • Musette, op. 13;

  • Allegretti, op. 15;

  • Quattro pezzi per pianoforte, op. 17 (Allegretto - Il pastore sulla collina - Gavotta - Giga);

  • Quattro pezzi per suite, op. 26 (Preludio - Gavotta - Gavotta - Giga);

  • Canti dell'alba: 5 pezzi idilliaci per pianoforte, op. 32 (L'aurora - I falciatori - Le pastorelle - Nella foresta - Ballata mattutina);

  • Quartetti, op. 33;

  • Preludi per pianoforte, op. 35;

  • Quatre morceaux pour piano, op. 36 (Minuetto polonaise - Berceuse - Ungherese - Siciliana);

  • Hochzeitmusik, op. 39 (Notturno - Serenata - Valse);

  • Fantasia e fuga, op. 44;

  • Duetto d'amore, da' canti nuziali, op. 48;

  • Coquetterie (bluette), op. 53;

  • Danses comiques, per pianoforte, op. 54;

  • Il piccolo clavicembalo: 48 fughette per pianoforte, op. 59;

  • Sestetto (in mi♭), per pianoforte, flauto, oboe, clarinetto, fagotto e corno, op. 60;

  • Sonata (in do), per pianoforte e corno, op. 61;

  • Quartetto, per pianoforte, violino, viola e violoncello, op. 62;

  • L'Arlesiana (riduzione per pianoforte);

  • Quiete lunare, per voce e pianoforte;

  • Studio d'imitazione a Chopin.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • A. Arduino, Capracotta: 30 anni di storia, S. Giorgio, Agnone 1986;

  • Acuto, Napoli, 23 Febbraio, in «Gazzetta Musicale di Milano», XL:9, Milano, 1 marzo 1885;

  • C. Beck, Le papillon. Journal d'un romantique, Bénard, Liege 1910;

  • A. Brambilla, I quattro vincitori di Roma per cattedre del R. Conservatorio di S. Pietro a Majella a Napoli, in «Ars et Labor», LXII:2, Ricordi, Milano, 15 febbraio 1907;

  • R. Cafiero e M. Marino, Francesco Florimo e l'Ottocento musicale, Jason, Reggio Calabria 1999;

  • L. Campanelli, Il territorio di Capracotta. Note, memorie, spigolature, Tip. Antoniana, Ferentino 1931;

  • M. Conati, La Nuova Musica (1896-1919), R.I.P.M. International Center, Baltimore 2015;

  • A. Damerini, Il Regio conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze, Le Monnier, Firenze 1941;

  • A. Di Sanza d'Alena, Ricordi e racconti. Storia e genealogia di famiglie di antenati, Youcanprint, Lecce 2024;

  • A. Falconi, Grammatica musicale, Izzo, Napoli 1890;

  • A. Falconi, Metodo per la divisione teorico-pratico-guidato, Izzo, Napoli 1899;

  • A. Falconi, Esposizione critica dei trattati di S. Jadassohn, Salonoff, Firenze 1905;

  • F. Florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, Rocco, Napoli 1869;

  • C. Giaccio, Fuori di Agnone, in «Il Cittadino Agnonese», IV:8, Agnone, 18 settembre 1903;

  • P. Guarino, Musica e musicisti in Napoli, in «Il Teatro Illustrato», V:59, Sonzogno, Milano, novembre 1885;

  • V. Lombardi, Le bande musicali molisane dell'Ottocento, Palladino, Campobasso 2012;

  • A. Longo, Alfonso Falconi, in «L'Arte Pianistica»,VIII:12, Napoli, 31 dicembre 1921;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • E. Moretti, Accademia del R. Istituto musicale di Firenze, in «Bollettino Ufficiale del Ministero dell'Istruzione Pubblica», XXIX:6, Roma, 6 febbraio 1902;

  • Nivis, Lo sport degli ski, in «La Riscossa», IV:148, Isernia, 1 marzo 1914;

  • Ras, Corrispondenza, in «Il Battagliere Indipendente», II:10, Isernia, 1° maggio 1893;

  • B. Szapiro, Christian Beck. Un curieux personnage, Arléa, Paris 2010;

  • G. B. Traverso, Nuove pubblicazioni, in «Paganini», III:1, Genova, 15 gennaio 1889.

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