II
Chi erano i due personaggi della nostra storia d'amore?
Lui, un uomo di 45 anni: poeta, canzonettista, come si usava dire a quei tempi, già giornalista, mestiere che aveva abbandonato e ora bibliotecario emerito presso la Biblioteca nazionale di Napoli, con l'incarico specifico di direttore della sezione Lucchesi Palli.
Ma c'era molto più di questo: era uno degli uomini più amati di Napoli, con assidue frequentazioni negli ambienti culturali e compositore di canzoni bellissime che tutta la città ammirava e cantava: era Salvatore di Giacomo!
La grande festa di Piedigrotta si nutriva delle sue canzoni da oltre trent'anni e sembrava non ci fossero limiti al suo genio.
A 45 anni aveva avuto già molti amori, ma il colpo di frusta che ti segna a vita niente...
O almeno non ancora...
Elisa Avigliano era una bella ragazza di un paese della provincia di Salerno, Nocera Inferiore.
La sua era una famiglia borghese, benestante: il padre era un magistrato, consigliere di corte d'appello, la madre era di Capracotta, appartenente ad una famiglia benestante di quel paese.
La giovinetta era cresciuta dunque in una famiglia agiata: studi umanistici e infine iscrizione al Magistero per conseguire un titolo di studio. Sullo sfondo, tanto romanticismo e tanti sogni d'amore che non avevano ancora individuato su chi convergere.
A chiusura degli studi, la giovinetta dovette decidere l'argomento per la tesi: scelse di scrivere di Salvatore Di Giacomo, poeta ancora vivente che con le sue canzoni e le sue poesie faceva palpitare tutti i cuori della gioventù napoletana e italiana.
Volle conoscerlo e così si recò alla biblioteca nazionale.
Al primo incontro ne seguirono altri, per dare corso alla tesi; poi altri ancora che poco avevano ormai a che fare con lo studio: era nato un sentimento , in tutti e due i protagonisti.
Ma non fu una storia facile... no, non lo fu per niente.
Francesco Caso