XXXVI
Il parlottio tra i due uomini durò per circa una decina di minuti. Le teste seguivano il discorso con rapidi movimenti: assentivano, venivano scosse a destra e a sinistra, si alzavano o si abbassavano, finché ad un certo punto cominciarono a muoversi all'unisono: un'intesa era stata trovata!
Infatti poco dopo i due si strinsero la mano, il prete accennò ad una breve benedizione a don Salvatore e i due si congedarono, don Alessandro salì sulla carrozzella che don Salvatore gli aveva conservato per farlo accompagnare alla stazione, mentre il poeta si diresse a piedi su per il rettilineo, diretto ai quattro palazzi, dove aveva un appuntamento con un amico.
Passarono altri giorni. A Nocera Elisa aveva ormai compreso fino in fondo di aver commesso il più grave errore della sua vita: dare ascolto alla madre le era costato il fidanzato! Salvatore non era venuto più, né aveva scritto o telegrafato.
Si era semplicemente dimenticato di lei, con una alzata di spalle l'aveva gettata nel dimenticatoio, come si fa con una ciabatta!
E ora, che cosa fare?
La ragazza stava davanti allo specchio di casa sua e guardava la bella figura che il vetro le rimandava: aveva ormai circa 30 anni, sì, la sua figura era ancora molto bella, ma fra poco competere con giovani ragazze sarebbe stato inutile, oltre che stupido!
Ma d'altronde che cosa voleva? Se Salvatore l'aveva dimenticata in così breve tempo, voleva dire che non avevano costruito su basi solide, che l'amore non c'era e dunque non era mica possibile inventarlo!
Era immersa in questi bui pensieri quando una cameriera entrò in quell'ambiente che un po' intimidiva e chiese se potesse parlare.
– Ma certo Dorina, dimmi dimmi... Che succede?
– No, è che di là c'è don Alessandro, il prete del Corpus Domini e chiede di voi...
– Di me? – Chiese meravigliata Elisa... "E che vorrà mai?", poi rifletté e disse – ...E fallo passare! Magari mi fa declamare alcuni passi del messale durante la funzione!
Dopo una ventina di secondi, una tonaca nera varcava la soglia ed entrava nella stanza. – Signorina Elisa, come state? Una bellezza, da quel che vedo... ma... avete avuto comunicazioni dal vostro fidanzato? Quando viene? Anch'io ho da chiedergli alcune cose, di cultura ovviamente...
– Eeeh, don Alessandro, temo che ne avremo ancora per molto, mi ha scritto che è super impegnato col teatro e quindi ancora non potrà venire. Se ne parlerà la prossima settimana...
Il prete fece finta di accettare per buona la stentata giustificazione della ragazza.
– Ah, bene, bene, e voi... state davvero bene, donna Elisa?
Qui ci voleva una risposta appropriata, doveva evitare di suscitare sospetti in quell'uomo già furbo di suo.
– Tutto bene, padre. E domenica vorrei essere la più elegante, stiamo studiando le toilettes...
– Eh, ma domani pomeriggio non potrete farlo, niente amichette, cara signorina! Mi dovete fare un favore...
Si fermò un attimo, don Alessandro: da questo momento in poi avrebbe compiuto una vera "mezzaneria", che tra l'altro era anche un peccato mortale! Però continuò la recita, stavolta non poteva tirarsi indietro.
– Di che si tratta don Alessandro, dite, dite! – Fece la bella dama che lo fronteggiava.
– Niente, è che la signorina Nannina domani non andrà a fare catechismo, potreste sostituirla voi?
– Ma... Io ho tante cose da fare... Perché non lo chiedete a Carolina? È libera domani, e accetterà sicuramente...
Il prete scosse la testa:
– No, no... meglio se venite voi, avete più pazienza! Alle tre mezza, mi raccomando!
Non aspettò risposta don Alessandro. Prima che la giovane potesse replicare, tagliò corto e se andò.
Francesco Caso