...e non sempre per recitare una preghiera!

Una foto, una semplice foto umoristica su un povero organista liturgico caduto nello sconforto della domenica sera dopo essere stato bersagliato da domande, richieste ed affermazioni assurde di "avventori", coristi, prelati e fedeli nelle fasi che precedono o seguono il servizio liturgico o, ancora, durante lo studio e la preparazione. È stato come aprire le chiuse di una diga ed un fiume di siparietti, raccontati da organisti di ogni dove, ha riempito la pagina social di un gruppo a loro dedicato: una lotta per la sopravvivenza di artisti che, mentre cercano rendere al meglio il valore della liturgia della Parola insita nella musica sacra, si scontrano quotidianamente con ignoranza, supponenza, maleducazione, sbadataggine e sciatteria ma, passato il primo disorientamento, esorcizzano il tutto con un sorriso e, per chi vuole intendere, spargono poi semi di conoscenza su questa meravigliosa arte dove divino, bellezza, simbolo, studio e ricerca guidano all'incontro con il Creatore e, per chi non crede, alla scoperta della spiritualità che alberga nel profondo di ogni cuore.
Ho umilmente pensato, quindi, di raccogliere queste "perle" in un breve "manuale" analitico quasi come fosse una dissertazione clinica su entità nosologiche ricordando però che al severo e austero "Soli Deo gloria" si affianca sempre il gioioso "Servite Domino in lætitia" (Sal 99,2). Non è mancato, infatti, chi ha fatto notare che la profondità ed elevazione del messaggio affidato ai musicisti liturgici non debba lasciare spazio e mal si accosti a questo frivolo umorismo come se chi sorride e riporti questi eventi ne venga distratto o non abbia la capacità di scegliere brani coerenti e consoni alla liturgia del giorno. Potrei ritenermi offeso e con me tutti i colleghi che hanno partecipato, ma ammetto i miei limiti e ne farò ammenda. Tuttavia al Venerabile Jorge di turno, in ogni caso, preferirò sempre la dedizione serena di un Guglielmo da Baskerville.
Ad ogni "gemma" si affiancano le iniziali di chi ha partecipato al dialogo online sul post o che ha inviato il racconto privatamente: ho preferito questa soluzione a simboleggiare una unica entità costituita da persone che si cimentano con amore nel servizio organistico. A loro dedico queste righe. Alcune postille risuoneranno agli addetti ai lavori come un pedante pleonasmo ma anche qui, come ho fatto in altre occasioni, vorrei fare un pochino di divulgazione fornendo strumenti interpretativi ai profani.
Permettetemi, infine, una piccola nota semi-polemica: a chi sostiene che la musica "animi" la liturgia rispondo che la musica "completa" la liturgia. L'anima della funzione, a mio modesto parere, è data dalla presenza del Divino che incontra il suo popolo. Piuttosto bisognerebbe rianimare il senso della liturgia in parecchi fedeli, sacerdoti e prelati che vorrebbero ridurre le funzioni a semplici e brevi dosi "intramuscolari" od "omeopatiche" di preghiera. Il «popolo in cammino» cerca la Guida e non un "compagno di merende".
La storpiatura dei nomi e musiche immaginarie
«Mi suona l'Ave Maria di Bach?» (FDN). È in realtà la meditazione di Charles Gounod sul primo preludio dal "Clavicembalo ben temperato" di Johann Sebastian Bach. Tale denominazione nasce da un'esibizione pianistica da parte di una co-presentatrice durante un festival di Sanremo. Senza contare che Bach, fervente luterano, non avrebbe mai scritto una tale preghiera che è appannaggio esclusivo della Chiesa cattolica. Da qui anche: «Mi suona l'Ave Maria di Gunó?» (web).
«Vorrei ascoltare l'aria sulla quinta corda» (SO). In questo caso trattasi di una superfetazione strumentale: generalmente chiamato "Aria sulla quarta corda", è il secondo movimento della terza "Suite in re maggiore" di Bach. Le cronache narrano che il violinista August Wilhelmy, trasponendo dal re al do maggiore la partitura, potesse suonare lo spunto melodico con una sola corda del suo strumento perché il violino ha quattro corde e non cinque! Una variante riguarda l'autore: «Piero Quark» (FDN), mischiando il nome del celebre giornalista Piero Angela con quello del suo più famoso programma, di cui il brano era la sigla. In realtà tutti i programmi scientifici del noto giornalista ebbero questa sigla a partire fin dagli anni '60. A completamento va citata pure: «Mi suona Superquark?» (JAM).
Recentemente, ho scoperto un brano di lontano parente, amante dei jeans, del tedesco Richard Wagner: la «Marcia nuziale di Wrangler» (web), affiancata dalla «Marcia di Madison» (web) e quella di «Mendison» (FDN), celebri autori statunitensi.
Tornando in Italia scopriamo una trasposizione umbro-culinaria del "Panis Angelicus" di César Franck: il «Pane Sangemini» (SSP). Spesso l'organista viene rimproverato perché non conosce la «Anna Maria» (AD), poiché probabilmente ignora il suo compositore: tale «Schiubert» (web).
Ci spostiamo verso la jeanseria con la «Giaccona» di Johann Pachelbel (AN), autore molto scapestrato in gioventù quando scrisse anche il famoso «Cannone in re maggiore» (FDN).
Ma andiamo al tripudio quando il "Gazzettino" definì il M.° Sergio De Pieri un «pianista d'organo» o quando una trasmissione televisiva parlò di tale «John» Sebastian Bach (FDN) o allorché un testo scolastico (mayday-mayday) descrisse la «Toccata e fuga in Rem» coinvolgendo forse la neurologia (rapid eyes movement?), la radiobiologia (Röntgen equivalent for men?) o la musica leggera (il celebre gruppo rock?), e celebrandola come appendice finale dell'Arte della Fuga (web).
Logopedia organistica
Tale attività si esplica quando l'avventore (o/et al.) espone la richiesta riproducendo il brano mediante suoni o fonemi tipo "la" (lallazione) o "ta" (tattazione), talvolta inframezzati da "ra" (no, non è un canto egizio!). Abbiamo allora «ta-ta-taaa» (autori vari) o «quel Bach che fa la-la-laaa» (EG). Spesso non se ne viene fuori nonostante immani e assidui sforzi: «La sposa voleva la-la-la-la-laaa...». Ma, a tutt'oggi non sappiamo cosa intendesse (NB). Sarebbe tutto molto più semplice se, cosa rara, l'interlocutore di turno azzeccasse almeno buona parte delle note che va sillabando.
Sacro & profano
L'erronea convinzione che la musica sacra non sia una estensione della preghiera, se non essa stessa preghiera, ma una banale e semplice colonna sonora della funzione sacra, spesso ridotta a mera kermesse, porta il "Wurlitzer" di turno (pardon: l'organista) a subire richieste assurde intra ed extra-liturgiche. A questa entità nosologica, si associa anche la convinzione che l'organo, il pianoforte, il clavicembalo, la fisarmonica e l'armonium siano tutti uguali e suonabili alla stessa maniera per il semplice fatto di possedere una tastiera.
«Mi fa ascoltare "Al chiaro di luna"?» (PB).
«Voglio ascoltare "Per Elisa" con il forte generale» (FDN).
«Lo sposo vuole entrare in chiesa con Dragon Ball» (autori vari).
«Metti la sigla della Barilla» (SOC).
«Faccia qualche bel brano dai film di Fellini o di Morricone» (PB).
Momenti di sconforto parossistico si concretizzano quando, dopo averle spiegato in tutti i modi le caratteristiche di un meraviglioso strumento italiano del XVIII secolo e i brani più adatti ad esso ed alla Liturgia, la sposa ci pensa su, ti telefona e ti chiede «la Califfa» come ingresso e «C'era una volta il West» al Communio, meravigliandosi quando riceve un diniego (poi si scopre che da tale farneticante richiesta si era chiamato fuori pure assuocugino, specialmente dopo aver visto l'organo) (autori vari).
C'è stato anche chi, dopo aver suggerito brani più consoni allo strumento e all'occasione, piuttosto che "Summertime", è stato apostrofato come hippie dalla saccente madre "esperta" di uno sposo (FDN).
Ammiocugino e le sue sottocategorie: il Professore, l'Esperto e il Critico
Signori: qui si esce dalla storia per entrare nella leggenda! Questa entità nosologica interessa indiscriminatamente individui di ogni categoria: religiosa e laica, con sintomi variopinti e proteiformi, comprendendo anche portatori sani di domande stravaganti o affermazioni al limite dell'offesa personale.
«Perché ci sono tre tastiere se ha due mani?» (DF).
«Ma la pedaliera suona? Pensavo che fosse per poggiare i piedi!» (ER).
«Tanto il basso non serve!» (era la Passacaglia di Bach!) (FDN).
«Come fai a suonare con i piedi? Le dita non sono troppo piccole?» (PA).
«Ma come mai questo basso? Non serve a niente, fa solo rumore e non si sente la canzone!» (CT).
«Dov'è la manopola del volume?» (era uno strumento meccanico!) (CP).
Lo spiritosone di turno, vedendo la consolle: «Che è, un'astronave?» (CP).
«Ma mentre suoni guardi mani e piedi?» (CP). La risposta: «Guardo lo spartito!» potrebbe sconvolgere l'interlocutore, quindi usatela con cautela.
«Ma quei bottoni li conosce tutti?» (CMO)... i registri a placchetta.
Sacerdote organologo: «Le migliori canne sono fatte d'argento» (FDN). Ricordo ai non addetti ai lavori che generalmente la lega organaria è costituita da miscele di stagno e piombo. Si usa anche il legno.
«Abbassa il pianoforte, altrimenti le vibrazioni fanno cadere le stecche di ferro e ti vengono in testa!» (RPR).
Il dietologo e bodyshamer subclinico: «Attento quando sali la scala altrimenti resti incastrato!» (RPR).
Mamma al bambino: «Vedi? Quello suona il pianoforte con i tubi!» (RPR).
«Ma suonano tutte e 25?» (MB), in riferimento alle canne di facciata, dette "di mostra". Ricaduta del medesimo con ingravescenza: «2.000? Ma io ne vedo solo 25! Non mi dica balle!» (MB), a conferma di quanto sosteneva Carneade che «l'idiota considera falso tutto ciò che non riesce a comprendere».
«Ma dove sono i martelletti che picchiano i tubi?» (MB)... senza pietà.
Negli organi è presente un sistema che crea delle oscillazioni nel flusso del vento per ottenere, qualora richiesto, un effetto di vibrato. Tale registro viene chiamato tremolo ma... «Quello è il vibratore?» (DF). Tre Pater, Ave e Gloria.
A questo punto non dovrebbe più stupirci nulla ma ecco la pugnalata alle spalle: «Che bel pianoforte!» (PB).
«Ma perché suoni sempre brani sconosciuti?» (PB).
Ancora quello che vuol far credere di essere un grande esperto di diteggiatura: «Ma quel mignolino non va bene!» (FDN), salvo poi scoprire che lo dice a tutti.
«L’organo suona troppo forte, meglio la pianola!» (SD).
Altra perla tecnica: «Guarda! Quello è il tubo dell'aria!» (GMV), in riferimento al grosso cavo di collegamento tra la consolle ed il corpo dell'organo a trasmissione elettrica.
Andiamo sul raffinato quando: «Questo è un clavicembalo o una spinetta?» (GMV), ed era un organo a baule.
L'ipotesi che l'organista abbia un döppelganger sorge con: «Ma se lei sta qui come fa a suonare lì?» (AB), sempre in presenza di un organo a trasmissione elettrica.
Gran finale: «Sei tu che suoni il piano in chiesa?» (FP).
Pedagogia e tutela dell'infanzia
«Suona brani dolci! Ci sono i bambini della prima comunione!» (AP)... metti che si dovessero spaventare...
Interrompere, poi, l'organista che sta suonando piano perché c'è un battesimo con: «Suona piano! C'è un battesimo!» (FDN), ha fatto finire il musico davanti al giudice.
Miscellanea... e quelli che: dovrebbe saperne ma non sa!
Parroco di un importante santuario: «Che bisogno c’è di provare lo strumento prima del servizio? Tanto è un organo!» (FDN). E io che pensavo fosse una fisarmonica!
Direttore di auditorium: «Abbassi il volume dell'organo!» (AC).
Organista titolare al collega di passaggio per un servizio funebre: «Tranquillo! È tutto a posto!» (FDN), il che significava: espressivo e pedaliera fuori uso con grandorgano asfittico e funzionante stile blockwerk medievale, cioè due sonorità: solo principale (piano) o tutti (forte). Corollario: brani preparati gettati al cassonetto e vai di improvvisazione (nel senso che all'improvviso qualcosa poteva funzionare).
«Non si sente come il suono di un vero organo» (LF).
Direttore di coro: «Leva 'sti pifferi [principale e ottava] e accompagna il coro con una bella "voce celeste"!» (FDN).
Si va anche al sabotaggio quando il sacerdote per prevenire un offertorio troppo lungo ordinò di togliere l'energia elettrica allo strumento mentre l'organista suonava (FDN). Va da sé che l'organista chiuse l'organo e andò a farsi un aperitivo al bar con il coro, mentre il prevosto, poi scusatosi, dovette cantare "a secco" la restante parte della funzione.
Anziana che stacca letteralmente le mani dell'esecutore dalla tastiera: «Dov’è il bancomat?» e, non avendo ottenuto risposta soddisfacente dall'organista poiché non del posto, replicò: «Vi dovete vergognare!» (CB). Della musica o del bancomat?
Fotografi durante matrimonio: «La smette di suonare? Stiamo lavorando!» (FDN). Di loro non si è più avuta notizia, ma si narra anche di fotografi che tolgono l'alimentazione dello strumento per privilegiare i flash (AC) o di fiorai che interrompono le esecuzioni per chieder dove mettere le composizioni (AC). Segnalati anche sequestri di panca per alloggiare vasi o far sedere ritardatari (autori vari).
«Perché mancano i tasti?» (FDN), detto da esecutore navigato su organo con prima ottava corta: apprendimento immediato con post-it incollati ai tasti. Per i profani: negli organi barocchi è quasi la regola trovare la prima ottava della tastiera "corta" e con i tasti risuonanti su note non proprie. Una ricerca può spiegare meglio con tanto di immagini (qui).
Karaokara di turno in riferimento al più bello strumento barocco della diocesi: «Con quello strumento non si può cantare!» (FDN). Karaokara recidiva: «Non sono io che devo andare a tempo, sei tu che mi devi capire al volo!» (NB).
Vescovo: «Quella dossologia è troppo alta!». Risposta: «Eccellenza, se non si sa cantare è meglio recitare!» (PR). 92 minuti di applausi (LV).
«Smetta di suonare e mi dica dov'è il bagno!» (FDN).
«Abbassa quell'armonium!» (GD).
«Mica ho capito dov'è il bagno!» (FDN).
«La smette di suonare? Non riusciamo a chiacchierare!» (FDN & DM).
«Scusi, dov'è il famoso quadro?» (GC)... anzi che ha detto "scusi".
«Come si leggono tutti quei segni?» (PB): le note.
«Scusi è lei l’organista?» (PB). Ovviamente chiesto al figuro seduto alla consolle.
Ancora: «Ma insomma! Dov'è il bagno!» (FDN).
Se poi le eventuali risposte non vengono gradite: «In questa chiesa nulla è come sembra!» (MG).
Le fedeli oranti: «Abbassa il canto o ci affoghiamo!» (RPR).
«Mi abbassi i canti? Oggi sono senza voce!» (GC), detto dalla animatrice del culto.
Alcuni sono talmente preda della sindrome di Stendhal da avere stati allucinatori: «Con l'organo non si sentono le voci!»… non stava cantando nessuno (FL).
All’organista vengono attribuite facoltà di onniscienza e monitoraggio: «Dov'è il confessore? Io ho bisogno di confessarmi e qui non si vede nessuno!» (MB).
Molti confessori sfruttano l’organista in funzione di deception penitenziale: «Tu suona altrimenti mentre confesso si sente tutto e non c'è nessuno che recita il rosario» (RPR).
«Suona ancora! Si confessa la Gxxxxx e si sente tutto!» (MG).
«Scusi, dov' e il confessore?». «Non so, Signora, solo l'organista». «Allora chiederò a qualcuno o più alto in grado, magari il sacrestano!» (FDN)... e vai di autostima!
In una chiesa famosa per evitare che lo strumento suonasse troppo forte, peraltro un magnifico strumento barocco italiano, il prevosto aveva fatto chiudere i pomello dei registri del ripieno in una scatola di legno sigillata da un robusto lucchetto e per buona misura erano state anche inchiodate le relative stecche del somiere (FDN). Liberi dal giogo solo principale, ottava e ottava di flauto. Riportati e fotografati anche casi di "bipedi musicali" che, per vedere meglio l'altare, si ergono in piedi sfruttando la pedaliera come pedana (autori vari), rischiando di danneggiarla.
«L'è propî brutta a me non pis brisu» (è proprio brutta, non mi piace per niente) (AD), un alternatim per organo e coro della "Messa degli Angeli" (senza minimamente considerare la fatica per preparare e dirigere il tutto e ringraziare Iddio che c'è chi si piglia la bega di farlo).
Appendice dedicata agli sposi, ovverossia: «Come la folgore viene da Oriente e brilla a Occidente» (Mt 24,27).
Sposi richiedenti un programma assurdo: «Ma se dovete provare vuol dire che non siete capaci!» (NB).
Un caso di accorciamento di arti superiori: «Pensavo che 25 € fossero sufficienti!» (per organo, violino e soprano) (NB).
La sposa: «Decido io! Lui [lo sposo] non capisce nulla!» (NB)... cominciano bene!
Ma qualche volta lo spiritosone lo fa l'organista: «Scusi, è lei il Signore dell'Organo?». «Si, Signora! Sono Gandalf il Musico!» (FDN).
«Non sanza fatiga si giunge al fine» (G. Frescobaldi).
«Ma siamo proprio sicuri che sia la fine?» (FDN).
Francesco Di Nardo