Ringrazio Maria Luisa che a Capracotta li ha creati davanti ai miei occhi e mi ha lasciato da parte il sugo senza ricotta, e poi telefonicamente mi ha dato dei ragguagli per procedere. La situazione in cui sono nati era molto bella: una casa conviviale in cui vengono ospitati gli animatori della manifestazione estiva "Vivere con cura", organizzata da Antonio D'Andrea (fondatore del movimento uomini casalinghi) con il sostegno del Comune di Capracotta.
Nella casa si mangia vegetariano, e molto spesso vegan, per orientamento dei cuochi che lì si incrociano... un'esperienza di condivisione di saperi pratici, gustosi pranzi e cenette e tante interessanti discussioni su cosa si può fare per rendere questo mondo un po' più accogliente ed ecologicamente consapevole.
E per la prima volta ho visto all'opera un forno solare di grandi dimensioni!
Ma bando alle chiacchiere e passiamo al lavoro!
100g di semola di grano duro;
100g di farina di kamut;
acqua q.b.;
sale a piacere.
Setacciare e impastare le farine con l’acqua e il sale. Lavorare bene e poi dividere l'impasto in pallette che pian piano vanno rollate prima fra le mani e poi sulla tavola a formare dei cordoncini non più grossi di un dito.
I cordoncini vanno tagliati in pezzetti da 8cm circa e attorcigliati su loro stessi formando un cerchietto: unite premendo bene le due codine!
La loro forma ricorda i totani, no? Fritti con la pastella finiranno nel mio prossimo scoglio libero al posto dei cuori di palma, così abbiamo km zero ed un prodotto ecologicamente impeccabile.
Ed ecco il risultato finale!
Una volta pronti gli anelli si buttano in acqua bollente con un po’ d’olio d’oliva per evitare che si attacchino.
Passiamo ora al mitico condimento pecoraro... condimento già abbastanza ecopacifista per natura, perché vegetariano, ma se vogliamo perfezionarlo in senso vegano basta sostituire la ricotta di pecora con ricotta veg...
Vi consiglio di seguire attentamente le ricette di Concita e di Chicca. Io ho avuto un problema tecnico dovuto al fatto che non mi posso portare il PC in cucina e non sempre ho la stampa o la copia della ricetta a portata di mano. Quindi sono andata a memoria, ma il latte di soia e la panna vegetale non hanno cagliato e non sapevo più cosa fare... ho ripetuto due-tre volte aggiungendo un po' d'aceto... ma nulla, il latte restava liquido... allora ho buttato un po' di listerelle di agar-agar e pian piano raffreddandosi l'ammasso si è rappreso in modo ricottoso... Certo, mezzo litro di latte di soia insieme a 50ml di panna veg bio non potevano andare a finire nel lavandino! Il miracolo estremo è stato che a piatto ultimato questa fanghiglia rosata sapeva davvero di ottima ricotta!
E ora passiamo al...
Sugo ortolano
1 cipolla;
1 spicchio d'aglio;
1 chilo di pomodori maturi;
1 melanzana;
1 peperone;
1 zucchina (o due piccole);
un pezzetto di zenzero;
alloro;
basilico;
peperoncino a piacere.
Si fa il soffritto con la cipolla, l'aglio, l'alloro, il peperoncino e il pezzetto di zenzero. Nel frattempo riducete a dadini tutte le altre verdure e aggiungetele al soffritto (dalle più coriacee alle più morbide, prima peperone poi melanzana e infine zucchina). Fate andare un pochino e poi aggiungete i pomodori a pezzetti. Incoperchiate e fate cuocere secondo il vostro gusto, magari aggiungendo un po' di acqua calda della pasta. Alla fine basilico e un giro di olio a crudo. Il mio alla fine è uscito così...
A questo punto avete tutti i componenti da assemblare: anelli, ricotta veg e sugo ortolano!
Vi auguro buon appetito notando che il formato di questa pasta è davvero speciale, in India la considerebbero un cibo degno del tempio di qualche dea e lo chiamerebbero forse yoni noodles! Ci sarebbe da fare un'indagine mito-antropologica in Abruzzo!
Mariagrazia Pelaia
Fonte: https://www.veganblog.it/, 9 settembre 2009.