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Don Anselmo Di Ciò tra scienza e fede


Anselmo Di Ciò di Capracotta
Geometrie cartesiane.

Anselmo Di Ciò fu un prete capracottese vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Egli fu anche docente e pubblicista di matematica ma, a differenza dei suoi colleghi laici, nelle proprie dissertazioni scientifiche non poteva utilizzare gli strumenti di calcolo dell'analisi e della geometria analitica perché considerati contaminati da batteri cartesiani e newtoniani, ovvero da teorie che avevano messo in discussione l'autorità della Chiesa. Nonostante ciò, il nostro Anselmo fu davvero un bravo insegnante, al punto da aprire una scuola privata a Napoli e poter annoverare come suoi allievi Vincenzo Cuoco (1770-1823), il più grande studioso molisano d'ogni tempo, e Benedetto Croce (1794-1854), nonno del celeberrimo intellettuale abruzzese.

Il 15 settembre 1796 apparve sul "Giornale Letterario di Napoli" una lettera di Anselmo Di Ciò pubblicata in risposta a un quesito geometrico lanciato dall'eminente periodico universitario partenopeo. Quelli erano gli anni in cui padre Anselmo si dedicava con fervore alla cosiddetta trisezione dell'angolo - vale a dire la costruzione di un angolo di ampiezza un terzo di un altro angolo qualsiasi dato - utilizzando gli obsoleti strumenti aritmetici in suo possesso. In quella missiva di fine '700 egli scrisse:

La brama di giovare al Pubblico mi rende solamente temerario a dirigere a Vs. Illustr. questa mia umilissima lettera, acciò, per mezzo de' suoi giornali, a notizia venga de' Letterati di essersi da me fortunatamente trovata la uguale trisezione dell'angolo con li seguenti Problemi:
1) Dato un triangolo equilatero, dividere uno de' suoi angoli in tre parti uguali.
2) Dato qualunque arco circolare, ugualmente trisecarlo.
3) Dato qualunque angolo, ugualmente trisecarlo.
4) Data qualunque retta terminata, dividerla in tre parti uguali.
Inoltre molte iscrizioni regolari nel cerchio da altri Geometri insegnate impossibili, che fra breve usciranno alla luce. Intanto ho l'onore di dedicarle la mia servitù, e costantemente mi raffermo di Vs. Illus. Div. serv. vero, obblig. Anselmo di Ciò Sacerdote.

Voglio pensare Anselmo Di Ciò in bilico su di un rasoio, un sacerdote combattuto tra una scienza che faceva progressi da gigante e una fede che si andava secolarizzando. La trisezione di padre Anselmo non fu che l'ultimo colpo di coda di un mondo ecclesiastico unico detentore della cultura, immediatamente prima che l'illuminismo dilagasse in ogni angolo d'Europa, deflagrando tutti i principi d'autorità. L'umile Di Ciò, perennemente in viaggio tra Capracotta, Roma e Napoli, cercò di difendere la sua vecchia idea di Dio attraverso calcoli complessi ed arzigogolati: «cogito ergo Deus est» piuttosto che «cogito ergo sum».


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • P. Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise, vol. I, Solomone, Campobasso 1864;

  • C. De Lisio, Anselmo Di Ciò da Capracotta, in «Quaderni di Scienza e Scienziati molisani», V:8, Campobasso, marzo 2010;

  • A. Di Ciò, La trisezione generale dellangolo poggiata sulle teorie ed operazioni fondamentali della geometria elementare, Napoli 1796;

  • A. Di Ciò, Lettera diretta al Giornalista, in «Giornale Letterario di Napoli», IV:59, Nobile, Napoli, 15 settembre 1796;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016.

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