Ho scritto queste parole tutte di getto, come un fiume, la mattina del tuo funerale, frastornata e confusa, con una sensazione addosso di smarrimento, provando la sensazione fisica di avere le spalle scoperte, di non avere più equilibrio. Tu eri il mantello che mi copriva le spalle, l'ultima radice rimasta, quella che mi teneva dritta. Il dispiacere di perderti una settimana prima del mio matrimonio attutito solo dalla certezza che tu ci saresti stato - infatti eri nel cielo di un azzurro perfetto e nel sole sfolgorante che il 4 maggio ci ha scaldato il cuore.
Tre mesi per rielaborare - in tre mesi son successe cose che neanche in dieci anni - ed eccomi, come tre mesi fa a dirti ancora di più: grazie nonno.
Antonio Di Nucci, nato a Capracotta il 5 giugno 1925, nato al Cielo il 28 aprile 2024. Per tutti, affettuosamente, Z 'Ndogn o Mast 'Ndogn, o Ndogn ru Lattar.
Per noi nipoti, il nonno highlander, il nonno eternamente giovane, appassionato di politica, complice nei nostri giochi e scherzi, incredibile spaccatore di legna, dedito all'orto, a rhe chieapp', insomma: un appassionato entusiasta della vita. Il nome Antonio significa "combattente" e questo tu sei stato durante tutta la tua lunga e appassionata vita.
Che grande privilegio essere tuoi nipoti, avere nel nostro DNA la tua fibra, la tua forza incredibile (che abbiamo verificato anche in questi giorni tristi in cui ti abbiamo visto indebolirti inesorabilmente), la tua determinazione, la tua forza d'animo, il tuo coraggio, la tua intraprendenza, la tua grande capacità relazionale e commerciale, la tua memoria strepitosa capace di ricordare e collegare tra loro le centinaia, forse migliaia di persone che hai visto passare per il tuo negozio, provenienti da tutti i paesi del circondario. Oggi va moda il termine "resilienza", ecco se dovessi pensare ad una persona resiliente quella sei davvero tu nonno, sempre pronto a rialzarti, a ripartire, a buttarti a capofitto in una nuova avventura, un nuovo progetto, fosse anche solo piantare un albero in giardino.
Negli ultimi giorni ci hai detto, tra le altre cose preziose, «la miseria si vince con il lavoro»: lo prendiamo come il tuo testamento professionale e di vita.
Te ne sei andato il giorno della festa dell'Incoronata di Foggia, e non è un caso, è come se un cerchio si fosse chiuso. Tu, capracottese fiero delle sue origini, sei stato l'anello di congiunzione tra le generazioni precedenti di massari e pastori, appartenenti alla Civiltà della Transumanza, e la modernità, il dopo guerra, il mondo cambiato per sempre. Hai dovuto e saputo adattarti alle nuove condizioni e hai lavorato notte e giorno per mantenere la tua famiglia, per dare ai tuoi figli l'istruzione che tu avevi ricevuto da bambino a casa da tuo padre.
Parlare con te è stato vivere ed attraversare la storia, questo lungo secolo che hai vissuto. E non potremo mai ringraziare abbastanza per questo grande privilegio.
La sensazione che proviamo ora è quella di non avere più punti d'appoggio, riferimenti sicuri. Tu eri l'ultima radice rimasta, la terra sotto i nostri piedi.
Stamattina mi è venuto da pensare che è un processo naturale: ora è tempo per noi nipoti di diventare radici di qualcosa. A partire dalla tua, robusta, profonda ed inestimabile.
Quanto a me, stavi aspettando il mio matrimonio con tanto entusiasmo, lo dicevi a tutti!
Da uomo saggio e di parola quale eri però ci dicevi, con quella tua espressione indimenticabile, alzando gli occhi al cielo, e aprendo le mani: «Io non vi posso promettere niente, ho quasi cento anni. Se sto bene, però, sto in prima fila!».
Ecco, anche stavolta saprò che avrai mantenuto la tua parola. Sabato starai da Dio, e quindi non solo in prima fila, ma con me e Giordano sull'altare, insieme a tua moglie e a tutti coloro che non possiamo più vedere ma sono sempre con noi. E farai più festa di noi.
Farò tutto il possibile per rendere sempre onore a questo nome bellissimo che porto, il tuo.
Ti voglio e ti vorrò sempre bene.
Grazie di cuore a tutte le persone che ci hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza in questi giorni, davvero ci ha commosso nel profondo!
Antonia Di Nucci