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L'arma chimica


Gennaro Carnevale
L'effigie di Gennaro Carnevale sulla moneta del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico di Roma.

Finalmente!

Quando, durante la Grande Guerra si sentì per la prima volta parlare di un nuovo mezzo di offesa di cui i Tedeschi si erano serviti - i gas asfissianti -, un senso di orrore e di riprovazione si diffuse in tutte le Nazioni civili. Il sentimento umano insorse, e da tutte le parti fu biasimata severamente questa insidia distruggitrice di vite umane. Non si pensò in quel primo momento di sorpresa, che non meno terribili e medicinali erano gli altri mezzi bellici ritenuti leciti dalla Convenzione dell'Aja, che i tedeschi così violavano apertamente. Cessato lo stupore, si passò subito alla rappresaglia, e gli alleati si servirono anch'essi dei gas asfissianti.

Oggi si parla, più o meno insistentemente, dell'Arma Batterica. Pare però che le apprensioni che si nutrivano per quest'altra micidialissima Arma, che il dott. Flick ritiene capace di produrre effetti spaventosi e terribili, non siano giustificabili: così almeno sostiene il tenente generale medico Arcangelo Mennella.

Son trascorsi quattordici anni dal giorno in cui i tedeschi effettuarono, nel settore di Ypres, fra Langermarck e Bixschoote, il primo attacco con gas asfissianti, e durante tutto questo tempo l'Arma Chimica è stata sempre considerata inumana e barbara. Anche recentemente il Mazzini Beduschi, trattando dell'ossigeno elettrolitico - argomento questo in cui egli è indubbiamente ben ferrato - ha riferito che, avendo interpellato un clinico sull'uso dell'ossigeno nella cura dei gassati, gli fu risposto che, quanto alla cura, va bene, ma che la Guerra Chimica è inumana. Inumana? Ma perché? Basta guardare un po' spassionatamente in faccia la realtà, senza che più o meno ammissibili ideologie facciano deviare il ragionamento dalla logica conclusione, per convincersi del contrario. È stata forse l'Arma Chimica quella che ha procurato le mutilazioni più orribili, le sofferenze più atroci, le invalidità permanenti più penose? Assolutamente no. E se noi consideriamo l'Artiglieria come una nobile Arma, non chiamata né barbara né inumana, perché dobbiamo designare con tali appellativi l'Arma Chimica? Son forse "umani" i torrenti di fuoco rovesciati sulle linee e sulle retrovie nemiche? Si parla d'insidia: ma soltanto l'Arma Chimica è insidiosa? E le navi colate a picco dai sottomarini in agguato?

D'altronde, pretendere certe esclusioni di colpi in una guerra che doveva decidere i destini di parecchi popoli, significa voler pretendere troppo. La guerra moderna non si può più combattere così come i «Cavalieri antiqui» combattevano le loro battaglie, e ogni Esercito, per difendersi, si serve di tutti i mezzi che ha a propria disposizione.

L'Arma Chimica è un'Arma uguale alle altre: non è né più inumana né più insidiosa di altre sue consorelle. È stata biasimata troppo, e ingiustamente. È necessario convincersi ch'essa sarà quella che avrà parte decisiva nelle Guerre future. Senza dirne più male, va considerata pur quello che è. L'hanno capito anche a Ginevra, dove, dopo tutti gli ostracismi, è stata - finalmente - riconosciuta lecita la Guerra Chimica.

Era tempo!


Gennaro Carnevale

 

Fonte: G. Carnevale, L'arma chimica, in «L'Officina», III:1, Roma, gennaio-febbraio 1930.

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