L'arma chimica
- Letteratura Capracottese
- 11 dic 2024
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Finalmente!
Quando, durante la Grande Guerra si sentì per la prima volta parlare di un nuovo mezzo di offesa di cui i Tedeschi si erano serviti - i gas asfissianti -, un senso di orrore e di riprovazione si diffuse in tutte le Nazioni civili. Il sentimento umano insorse, e da tutte le parti fu biasimata severamente questa insidia distruggitrice di vite umane. Non si pensò in quel primo momento di sorpresa, che non meno terribili e medicinali erano gli altri mezzi bellici ritenuti leciti dalla Convenzione dell'Aja, che i tedeschi così violavano apertamente. Cessato lo stupore, si passò subito alla rappresaglia, e gli alleati si servirono anch'essi dei gas asfissianti.
Oggi si parla, più o meno insistentemente, dell'Arma Batterica. Pare però che le apprensioni che si nutrivano per quest'altra micidialissima Arma, che il dott. Flick ritiene capace di produrre effetti spaventosi e terribili, non siano giustificabili: così almeno sostiene il tenente generale medico Arcangelo Mennella.
Son trascorsi quattordici anni dal giorno in cui i tedeschi effettuarono, nel settore di Ypres, fra Langermarck e Bixschoote, il primo attacco con gas asfissianti, e durante tutto questo tempo l'Arma Chimica è stata sempre considerata inumana e barbara. Anche recentemente il Mazzini Beduschi, trattando dell'ossigeno elettrolitico - argomento questo in cui egli è indubbiamente ben ferrato - ha riferito che, avendo interpellato un clinico sull'uso dell'ossigeno nella cura dei gassati, gli fu risposto che, quanto alla cura, va bene, ma che la Guerra Chimica è inumana. Inumana? Ma perché? Basta guardare un po' spassionatamente in faccia la realtà, senza che più o meno ammissibili ideologie facciano deviare il ragionamento dalla logica conclusione, per convincersi del contrario. È stata forse l'Arma Chimica quella che ha procurato le mutilazioni più orribili, le sofferenze più atroci, le invalidità permanenti più penose? Assolutamente no. E se noi consideriamo l'Artiglieria come una nobile Arma, non chiamata né barbara né inumana, perché dobbiamo designare con tali appellativi l'Arma Chimica? Son forse "umani" i torrenti di fuoco rovesciati sulle linee e sulle retrovie nemiche? Si parla d'insidia: ma soltanto l'Arma Chimica è insidiosa? E le navi colate a picco dai sottomarini in agguato?
D'altronde, pretendere certe esclusioni di colpi in una guerra che doveva decidere i destini di parecchi popoli, significa voler pretendere troppo. La guerra moderna non si può più combattere così come i «Cavalieri antiqui» combattevano le loro battaglie, e ogni Esercito, per difendersi, si serve di tutti i mezzi che ha a propria disposizione.
L'Arma Chimica è un'Arma uguale alle altre: non è né più inumana né più insidiosa di altre sue consorelle. È stata biasimata troppo, e ingiustamente. È necessario convincersi ch'essa sarà quella che avrà parte decisiva nelle Guerre future. Senza dirne più male, va considerata pur quello che è. L'hanno capito anche a Ginevra, dove, dopo tutti gli ostracismi, è stata - finalmente - riconosciuta lecita la Guerra Chimica.
Era tempo!
Gennaro Carnevale
Fonte: G. Carnevale, L'arma chimica, in «L'Officina», III:1, Roma, gennaio-febbraio 1930.