Carmine Fiadino, mio zio perché sposò Gina Di Nucci, sorella di mio padre, per molti anni guidò pullman di linea. Abitava con la sua famiglia in via Rione Grilli e logicamente parcheggiava il pullman ad una certa distanza dalla sua abitazione.
Abitava nella casa popolare sita a sinistra della villa comunale; per molto tempo ogni mattina partiva da Capracotta alla ore 5 e puntualmente, quando arrivava all'altezza del vicolo prima dell'ex caserma dei Carabinieri, un grosso cane furiosamente abbaiava.
Ze Càrmene non aveva paura dei cani e cercò in tutti i modi di avvicinarlo amichevolmente, anche buttandogli qualche osso o qualche pezzo di pane.
Ma il cane restava sempre ostile; a volte si avvicinava troppo e così una mattina decise di fargli una sorpresa; si accovacciò prima dello spigolo, avvolto nel suo cappotto a ruota, e restò in attesa.
Il cane, non vedendolo arrivare come al solito, non abbaiò, aspettando la sua apparizione; ad un certo momento si diresse verso il vicolo da dove abitualmente mio zio sbucava e, non appena oltrepassò lo spigolo, fu accolto da ze Càrmene che si alzò immediatamente, sbatté più volte le falde del cappotto a ruota e abbaiò più forte che poteva:
– Baùùù... Baùùù!
Il cane, spaventatissimo, fuggì precipitosamente e da quel giorno si mantenne a considerevole distanza, senza avere nemmeno il coraggio di abbaiare e se mio zio faceva finta di chinarsi si allontanava maggiormente.
Domenico Di Nucci
Fonte: D. Di Nucci, E mó vè maiie auanne! Pillole di saggezza popolare capracottese, PressUp, Settevene 2020.