La beccaccia, chiamata anche dai cacciatori "la regina del bosco", è uno dei più bei trofei che un vero cacciatore può sognare.
La sua caccia è un autentico incontro di fioretto dove all'abilità del cacciatore e del suo cane, in prevalenza setter, sono contrapposti la furbizia, l'abilità e il modo particolare di comportarsi della beccaccia stessa.
È proprio il suo comportamento naturale nei confronti del cane (che, come si accennava prima, di preferenza dev'essere un cane a pelo lungo, per poter girare agevolmente nei boschi intricati e spinosi) a renderla difficile da cacciare e da prendere.
Il volo è vario col caratteristico becco in giù, ma mai molto alto.
Il fucile da usare dev'essere a canna corta e poco strozzata, per poter permettere di sparare con successo anche nel fogliame più fitto.
Per i pallini, di solito il piombo del n. 7 o 8 viene considerato il migliore.
Questo accorgimento non si usa in alcune zone italiane, la più famosa delle quali è Capracotta, nell'alto Molise, dove per le caratteristiche del terreno è possibile incontrare sia beccacce sia beccaccini, per cui almeno come prima cartuccia se ne usa una con piombo n. 10.
Decio Frugis
Fonte: D. Frugis, Dizionario della selvaggina, in «L'Europeo», XXVI:38, Milano, 17 settembre 1970.