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Sul Cammino dei Sanniti


Cammino dei Sanniti

Il Cammino dei Sanniti è l'unico trekking che si sviluppa interamente nella regione Molise, in Alto Sannio, nel territorio che diede vita al glorioso popolo Sannita, caposaldo della prima Italia.

Un ambiente verdissimo, dai 700 ai 1.400 metri di altitudine, circondato dalle principali catene montuose dell'Appennino centrale, che regala scorci panoramici fin sul promontorio del Gargano, sulla costa dei Trabocchi e sulle Isole Tremiti.

Lungo il Cammino dei Sanniti, pascoli e foreste centenarie si alternano a piccoli centri con vestigia di castelli medievali e siti archeologici, testimonianza di una storia millenaria legata alla pastorizia transumante, di cui rimane traccia nei resti degli antichi tratturi, ovvero le vie erbose che le greggi percorrevano inseguendo i pascoli. Sono testimonianze che parlano di una civiltà contadina da cui sono nate tradizioni, convivialità, prodotti tipici e un patrimonio di conoscenze artigianali millenarie: basta per esempio citare Agnone, con le sue fucine di campane. E poi Pietrabbondante, con i resti del Teatro Tempio Sannitico, la testimonianza architettonica più importante della religiosità della nazione dei Sanniti Pentri.

 

Primo giorno: verso l'ignoto

Il luogo di incontro è Isernia, capoluogo dell'Alto Sannio. Poche ore per rimanere conquistati dalla bellezza del centro storico e da un importante quanto poco conosciuto sito paleontologico risalente a 720.000 anni fa, La Pineta, raggiungibile a piedi attraverso il tratturo Pescasseroli-Candela. Alla sera, una sistemata agli zaini per la partenza della prima tappa.

 

Secondo giorno: dal grigio della roccia ai colori più caldi

Incantevole borgo medievale, Pesche è abbarbicato su uno scosceso costone roccioso, con resti di un castello normanno posto a difesa del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela. La strada si fa subito ripida ma questo non impedisce di ammirare i vicoli e gli affacci panoramici sempre più ampi man mano che si sale verso la rocca difensiva, tra il grigio della pietra locale. Lasciato il paese si sale in modo più o meno deciso fino a trovarsi su un alto affaccio panoramico che permette allo sguardo di spaziare sui monti dell'Abruzzo, del Lazio e della Campania.

Si scende in breve tempo verso il borgo di Miranda, un presepe di case dai caldi colori nei quali immergersi per assaporare la genuina accoglienza degli abitanti del luogo.

 

Terzo giorno: tratturi e tratturelli

Una vecchia mulattiera abbandonata sale tra una secolare faggeta e pascoli abbandonati, che in primavera si colorano di una spettacolare fioritura di orchidee. In breve ci si accorge di trovarsi in luoghi remoti, dove non si percepisce più la presenza dell'uomo. Dall'alto del valico si "leggono" i segni dei tratturi: sono le "autostrade verdi" che univano i pascoli dell'Abruzzo con il Tavoliere delle Puglie. Il Cammino porta a Carovilli, altro borgo medievale arroccato in posizione difensiva e di controllo sui due importanti tratturi che lo lambiscono: il Lucera-Castel di Sangro e il Celano-Foggia. Il paese è ricco di piccoli caseifici dove poter gustare i prodotti locali ed è noto inoltre per il tartufo bianco pregiato.

 

​​​​​​​Quarto giorno: pastori transumanti

Il tempo di mettersi in marcia e ci si ritrova su una delle strade più antiche d'Italia, il Tratturo Celano-Foggia, il secondo tratturo per lunghezza dopo il l'Aquila-Foggia. La vegetazione sta pian piano riconquistando la sede tratturale ma in alcuni punti sono ancora ben visibili le straordinarie dimensioni di questi patrimoni naturali e culturali, larghi ben 111,6 metri (60 passi napoletani). Camminare in questi luoghi permette di rivivere la grande epopea della civiltà transumante.

Si lascia il tratturo per entrare in uno dei boschi più suggestivi del Molise, la Riserva MaB di Monte di Mezzo, una delle otto Riserve della Biosfera UNESCO Italiane. Un lungo percorso in una natura lussureggiante sovrastati da abeti bianchi, faggi e cerri secolari, per arrivare al cospetto di un grande faggio ormai divelto: il Re Fajone, per centinaia di anni il faggio più grande della regione.

Si sale al borgo di Vastogirardi, stanchi, ma con gli occhi carichi di meraviglie.

 

Quinto giorno: nel cuore del Sannio

In questo tratto del Cammino dei Sanniti non è difficile incontrare un personaggio singolare, ovvero il signore con la jeep blu. Quando si ferma per raccontare le storie della sua terra è sempre un piacere ascoltarlo - anche se allo stesso tempo bisogna riconsiderare la tabella di marcia...! Lasciato il borgo, il cammino porta ai piedi del Monte Cavallerizzo, presso una delle sorgenti del fiume Trigno, dove si erge il tempio italico di Vastogirardi. Poco più in alto, la fortificazione sannitica racconta di guerre lontane tra il Sannio e Roma. Proprio qui si percepisce la sensazione di entrare in una storia nuova o al massimo poco conosciuta, perché storia di un popolo vinto, ma mai domato: i Sanniti Pentri.

Una bellissima faggeta porta in vetta al Monte Capraro e poi a valle tra rocce e faggi fin quasi all'abitato di Capracotta, balcone appenninico a 1.421 m.s.l.m., a ridosso del massiccio montuoso della Majella.

 

Sesto giorno: crinale vista mare

Riprendiamo il cammino per raggiungere, poco fuori dal paese, l'interessante Giardino della Flora appenninica. Poi, su comoda carrareccia, bella ascesa alla panoramica cima del Monte Campo. Da qui si prosegue lungo la linea di cresta, in contemplazione della vista sulla Majella, sul mare Adriatico, sul Gargano e sulle colline molisane che degradano verso il Tavoliere delle Puglie. Poco più in basso, nella vallata, la cittadina di Agnone, gioiello di arte e artigianato che ci attende per una interessante visita guidata alla Pontificia Fonderia di Campane, la più antica fonderia italiana e fra le più antiche al mondo.

 

Settimo giorno: il teatro-tempio sannitico

L'ultimo giorno del Cammino dei Sanniti non risparmia le gambe ormai stanche e consente la conquista di Pietrabbondante solo dopo una ripida ascesa dal fondovalle. Ma arrivati nell'area archeologica ogni fatica sembra sparire al cospetto dell'energia che questo luogo è ancora capace di trasmettere, dopo oltre 2000 anni. Nel Teatro Sannitico ci si immerge nella storia dei Sanniti, rapiti dalle parole che una brava guida racconta con passione e dovizia di particolari, comodamente seduti all'interno dell'emiciclo, su sedili scolpiti su monoblocchi di pietra completi di schienali anatomici. Un gioiello dell'archeologia italiana, unicum a livello internazionale.

 

Sembra quasi di non aver camminato, di aver sognato, attraverso le parole di chi ci sta di fronte. Il Cammino dei Sanniti, il Molise che non ti aspetti.

La prima domanda che spesso penso di rivolgere, in modo ironico, ai partecipanti a questo trek tutto molisano è come mai abbiano scelto questo cammino e, soprattutto, da cosa stiano fuggendo. Il più delle volte la tengo per me e cerco le risposte nel cammino stesso, perché la lentezza del camminare, la fatica, le meraviglie inaspettate, le cene conviviali e la condivisione giornaliera delle esperienze creano il gruppo, esaltano le personalità e aprono al dialogo.

La risposta? Si sceglie il Cammino dei Sanniti per curiosità nei confronti di una terra sconosciuta ai più, che sa di Meridione e che spesso, nell'immaginario, è piatta e brulla, ma che si rivela poi incredibilmente ricca. Si sceglie per il piacere di scoprire luoghi sconosciuti, per staccare dai ritmi ossessivi della quotidianità, per uscire dai circuiti turistici più blasonati - e forse più scontati.

Personalmente consiglio questo cammino alle persone interessate a scoprire territori attraverso il turismo lento ed esperienziale. È importante però essere mediamente allenati a camminare per più giorni consecutivi, avere buone gambe e... buoni scarponi!


Simone Barletta

 
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