Risveglio in una bella giornata di sole, notte tranquillissima, ci troviamo nel centro montano di Capracotta a più di 1.400 metri d'altezza, il più alto comune del centro-sud Italia.
Anche la vegetazione qui è quella di alta montagna ed è possibile vedere un raro bosco di abeti bianchi, sono presenti impianti sia per lo sci alpino che per lo sci di fondo. Anche se la gente del posto ci ha detto che le piste per lo sci da discesa sono ormai in disuso da anni, mentre i quindici chilometri di piste per lo sci di fondo che attraversano un bel bosco di faggi ed abeti sono scelte spesso per ospitare gare nazionali ed internazionali.
Questa mattina vogliamo andare alla ricerca delle cascate del Verrino, dopo alcune ore perse lungo una strada stretta e dissestata, una persona del posto ci informa che è meglio fare retromarcia in quanto la strada più avanti si sarebbe fatta impraticabile per mezzi delle nostre dimensioni, indicandoci un modo più agevole per giungere alla meta.
Finalmente in tarda mattinata giungiamo al cospetto dell'agognata cascata, immersa in un ambiente alquanto suggestivo e bucolico. Alla base della stessa un bel laghetto dalle sfumature color smeraldo invita a bagnarsi nelle sue acque.
Nel pomeriggio saliamo fino alla zona di Prato Gentile dove sono presenti gli impianti sciistici.
Ignote le origini dell'originale nome del paese, si ritiene che sia dovuto all'usanza longobarda di sacrificare una capra prima di insediarsi in un luogo. Tra i monumenti del centro storico spiccano il Palazzo baronale, la chiesa di Santa Maria Assunta e quella di Santa Maria di Loreto.
Lungo la strada che dal paese sale verso lo splendido scenario naturale di Prato Gentile, meta di passeggiate durante la bella stagione ed apprezzata meta sciistica per gli amanti degli sport invernali, ad oltre 1.500 metri di altezza è ubicato il Giardino della flora appenninica che, con i suoi 10 ettari, ospita un raro esempio di orto botanico la cui vegetazione è totalmente legata alla spontaneità ed alla creatività della natura fino ai margini di un bosco di abete bianco.
E per finire in bellezza la serata ci facciamo attrarre dal menù del ristorante "L'Elfo". Ristorante molto caldo ed accogliente, ambiente caratteristico, ricavato dalle cantine di un vecchio palazzo signorile. La cucina molisana è specializzata in piatti a base di tartufo e selvaggina.
Per smaltire la lauta cena (ottimo il rapporto qualità/prezzo) passeggiamo in solitudine nella fresca aria della notte.
Al risveglio bella giornata di sole ma aria frizzante da alta montagna, salutiamo Capracotta per dirigerci a Pescopennataro, un piccolo borgo di 150 anime arroccato su di uno sperone di roccia dal quale si domina tutta la vallata del Sangro...
Rapa Nui
Fonte: https://iviaggidellavergine.com/, ottobre 2020.