Al maturo giorno
la notte chiude l'uscio.
Volgo lo sguardo a fronte
e certune avvolta da sereno,
taluna da ricami di nubi,
perpetua e bella ti scorgo.
Mai sopita,
da calda luce imbastita.
Ti giungo con pensieri di uggia,
distesa confidente.
Scussa da arroganza
eccelli su pianure, rupi e colli.
Sentinella di campanili altri,
padroneggi dall'altura candida,
tesoriera dei florilegi e degli arbusti tanti.
Illuminata di pace,
vassalla dell'empireo
carme del volo maestoso.
Ogni notte mi accudisci,
che sei favola.
Favola del bosco folto,
della pietra assolata,
dell'acqua squillante,
del gregge adottato,
della gente ardente.
Mura spesse, tetti robusti
ti incoronano guerriera,
custode delle tavole sagge,
dei cuori cocenti di onore,
della fede, della fatica.
Attendo l'alba e ti guardo negli occhi.
Attendo il tramonto e sussurro alla tua femminilità.
Preziosa, elegante fautrice
abitami infinitamente.
Cesira Donatelli