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Capracotta, in moto sulle vette del Molise


Belvedere Capracotta
I Ritagli di Capracotta (foto: G. Vastano).

Nonostante le piccole dimensioni, il Molise offre ai suoi visitatori uno straordinario paesaggio naturale, costituito, nell'entroterra, dall'Appennino e, sulla costa adriatica, dalle bellissime spiagge di sabbia e di roccia.

Tra i borghi più preziosi disseminati nel territorio, anche quello di Capracotta, che, sulla vetta del Molise, è meta particolarmente ghiotta ai motociclisti amanti delle curve e delle strade montante.

Una parentesi in particolare merita di essere aperta, prima di descrivere un possibile itinerario per giungere alla meta, per ricordare l'origine di un nome "buffo" che significa di fatto ciò che sembra a primo ascolto significare e che, usando le parole dell'artista Luigi Campanelli, provoca a chi lo sente «sollazzevoli motteggi al nostro arrivo fra nuovi condiscepoli del Ginnasio o del Liceo».

Leggenda narra (l'origine del nome è incerta e potrebbe essere rintracciata anche nel latino castra cocta, cioè un accampamento militare) che alcuni zingari, avendo deciso di fondare una cittadina, per compiere un rito in uso presso di loro, bruciarono una capra, che riuscita a fuggire dal rogo si rifugiò sui monti, ove stremata di forze, esalò l'ultimo respiro. Gli zingari costruirono, dove essa si era fermata, il paese e, da qui, Capracotta.

«Non è difficile – scriveva nel 1930 il già citato Luigi Campanelli – scorgere su di una qualsiasi carta geografica d'Italia il territorio di Capracotta: basta seguire con lo sguardo da sinistra a destra la linea della latitudine di Roma, e da sotto in su quella longitudinale di Napoli per incontrarlo nella convergenza delle due linee».

Finite le citazioni, sottolineiamo la posizione geografica particolarmente fortunata che, oltre a fare di Capracotta il secondo comune più alto dell'Appennino, regala una vista incredibile su tutto il territorio circostante. Motivo in più per concedersi una gitarella domenicale sulle strade dell'Appennino...

 

Capracotta, sul tetto del Molise

Il comune molisano di Capracotta si trova a soli 220 chilometri da Roma ed è raggiungibile dalla Capitale in circa tre ore di A1 e A5.

Ancor più vicina è Napoli, distante solo 150 chilometri e collegata al comune tramite A1 e E45. Il pezzo forte, parlando di strada e due ruote, comincia però a pochi chilometri dal comune: sul versante adriatico, Capracotta è raggiungibile dalla Fondovalle del Trigno e da quella del Sangro, che, nei suoi ultimi 40 chilometri assume i connotati della vera strada montana, passando da 200 metri sul livello del mare ai 1.421 di Capracotta.

Tra i percorsi più divertenti da affrontare per raggiungere la meta, va sicuramente ricordata anche la Strada Provinciale 38 che, arrotolandosi in tornanti e snodandosi in curve più veloci, attraversa parte dell'Appennino collegando tra loro la miriade di borghi e paesi arroccati in quota.

Oltre al nome particolare e alle belle strade che lo collegano agli altri borghi molisani, il comune di Capracotta può anche vantare una storia antica ed importante. Se le più antiche tracce della presenza umana nel territorio risalgono al Paleolitico, i più recenti scavi archeologici hanno svelato l'esistenza di un sito con una vitalità di circa mille anni.

A causa della distruzione operata durante la Seconda guerra mondiale dall'esercito tedesco in ritirata, il paese di Capracotta è stato però quasi interamente ricostruito nel dopoguerra e, tra i monumenti perduti, purtroppo c'è anche la torretta dell'orologio, ultimo residuo delle antiche mura di cinta.


Riccardo Allegro

 

Fonte: https://www.trueriders.it/, 12 aprile 2017.

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