Il nome, secondo alcuni, deriva da qualche antica leggenda inerente la pastorizia ed è sicuramente di antica datazione, come pure le origini, essendo state ritrovate nel suo territorio mura sannitiche e la famosa Tavola Osca, conosciuta come la Tavola di Agnone, custodita presso il British Museum di Londra.
Un primo documento datato 1091 ce lo fornisce lo storico dell'arte Franco Valente, il quale ha rintracciato a Monte Cassino una attestazione riportata da Pietro Diacono nel suo Registrum relativa a Capra Cocta, dove si parla di una "Notitia restitutionis" con l'elenco delle chiese che esistevano a Capracotta nel 1091. Sono i beni che Gualterio, figlio di Borrello, e suo figlio Oddo restituiscono a Montecassino e al monastero di S. Pietro Avellana. Tra essi anche sei chiese nel territorio di Capra Cocta:
De ecclesia Sancti Nicolay, quae est sita in Monte Capraru, cum terris, slivis et vineis, ex uno latere fonte qui vocatur Spongia et quomodo vadit per ipsam serram de Monte Boaipone usque in verticem de Monte Capraro, et coniungit se cum terra Sancti Petri, et quomodo descendit per fine de Capra Cocta et perigit in fossatum de Magistro Benedicto et in fluvium Berrini, et revertit in Terra Sancti Petri.
In epoca normanna Capracotta fu feudo dei Borrello, conti di Agnone.
Nel periodo angioino Capracotta è assegnata a Francesco della Posta, morto nel 1276, a cui successe il figlio Gentile.
Nel 1381 Capracotta fu feudo di Andrea Carafa, signore di Forlì, il cui figlio Bartolomeo lo vendette nel 1443 al duca di Castropignano della famiglia d'Evoli.
Nel 1644 signori di Capracotta sono i Cantelmo, la cui titolare nel 1648 è Aurelia d'Evoli, consorte di Francesco Cantelmo.
Nel 1671 Capracotta è feudo di Antonio Piscicelli, che avrebbe acquistato il feudo come da apprezzo dello stesso anno del Consigliere Antonio Fiorillo.
Di questa famiglia si ricorda Andrea Capece Piscicelli, la cui vedova Giovanna Carafa passò a nuove nozze con Carlo Carafa duca di Campolieto e a terze nozze, nel 1691, con Tiberio Carafa, principe di Chiusano.
Nel XVIII sec. Capracotta tornò ai d'Evoli di Castropignano, ma per poco tempo, poiché nella seconda metà del secolo troviamo signori di Capracotta i Caracciolo di Santobuono, che lo tennero fino al 1778, quando tornò ai signori Capece Piscicelli, che l'acquistarono per 53.350 ducati.
I Capece Piscicelli tennero Capracotta fino alla fine del 1799. In seguito Capracotta fu dominio dei de Riso, fino alla eversione della feudalità.
Ugo D'Ugo
Fonte: https://www.ugodugo.it/, 29 maggio 2020.