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Capracotta, il paese della neve tra passato e futuro (IV)


Capracotta americani
La cerimonia di presentazione del Clipper, 17 gennaio 1950 (foto: J. Birns).

L'arrivo a Capracotta: lunedì 16 gennaio 1950

A noi bambini ci fecero uscire da scuola e tutti in fila ci portarono sul corso. In ordine sul marciapiedi aspettammo l'arrivo di "Capracotta Clipper". Non era una bella giornata, era nuvoloso e faceva freddo. Sì, io ricordo prevalentemente il freddo, stando impalati su quel marciapiedi di fronte all'allora Albergo Vittoria, assistiti dal nostro maestro.

Neve non ce n'era. Il paese era imbandierato e tappezzato di manifesti colorati inneggianti all'Italia, all'America, ai sindaci di Jersey City e di Capracotta, ai cittadini ed ai nostri connazionali d'America, all'Ambasciatore degli Stai Uniti in Italia, ovviamente a tutte le autorità italiane, civili, di governo, militari ed ecclesiastiche. La Società Autotrasporti S.A.I. di Napoli aveva istituito anche delle corse straordinarie da Napoli per Capracotta, per quanti avessero voluto accogliere Clipper al porto. La cerimonia di accoglienza durò tutta la giornata, dal mattino fino a tarda sera: cortei, discorsi, ringraziamenti, benedizioni, consegne, canti, rinfreschi, pranzi e ricevimenti. I festeggiamenti si conclusero con il lancio di numerosi petardi da parte della ditta Basilico Gennarino di Villa S. Maria.

Clipper all'arrivo fu preso d'assalto da giovani e meno giovani. Tutti volevano salirvi sopra. Sul cassone vi erano diverse casse contenenti ricambi ed altri attrezzi, più le lame laterali. Sulla cabina vi fu posto un grande ritratto del sindaco John Kenny, dipinto da un residente Capracottese, che si era basato su una fotografia. Lo precedevano la banda (S. Eusania di Chiauci) e la squadra degli atleti dello Sci Club, sci a spalla. In Piazza il palco per le autorità. Nonostante il freddo tutti erano in piazza e per il corso, ma soprattutto intorno allo spazzaneve, ad ammirarlo affascinati. Giunsero anche abitanti dei paesi vicini, incuriositi dal mezzo arrivato dall'America, desiderosi di vedere il grande mezzo, anch'essi speranzosi di poterne, in qualche modo, godere dei vantaggi.

L'ambasciatore degli Stati Uniti nel suo breve discorso disse: «Sono particolarmente lieto che il sig. Armond Gaito abbia potuto venire qui da Jersey City. Egli potrà quindi dare all'onorevole sindaco di Jersey City, John V. Kenny, l'assicurazione che i cittadini di Capracotta non saranno più privati della possibilità di muoversi liberamente nei mesi invernali o dei servizi indispensabili, quale che sia l'intensità delle nevicate». E poi: «Ho l'onore, dott. Carnevale, nel consegnarle lo spazzaneve a nome del sindaco Kenny e della popolazione di Jersey City, di affermare che tale dono onora chi lo riceve quanto chi lo fa».

La Rai intanto fece un gran servizio sull'avvenimento e, tra l'altro nel pomeriggio, promosse un collegamento con Jersey City, da casa dei fratelli Ezio ed Oslavio Di Nucci, cognati di John Paglione, con la presenza di Armond Gaito. Fu data così ai compatrioti d'America l'avvenuta consegna del "dono".

 

La prova mancata

Il Jersey Journal del 18 gennaio scrisse: «Quello che questo piccolo villaggio d'alta montagna vorrebbe immediatamente è una bella bufera di neve. E Armond Gaito di Jersey City è qui, impaziente in attesa che arrivi. È venuto per mostrare ai residenti come farlo funzionare. Proprio questo inverno però le pesanti nevicate sono in ritardo. E Gaito non può aspettare. Sua moglie dovrebbe dargli un bimbo verso il 1° febbraio. Gaito ha il biglietto aereo per tornare a casa il 25 gennaio». Lo stesso giornale del giorno successivo, dà la lieta notizia: «Armond Gaito, il fantino dello spazzaneve di Capracotta, ha perso la sua gara con la cicogna, ieri è diventato padre. Sua moglie, la signora Josephine ha partorito una bimba di sette libbre».

 

Gli autisti e il meccanico

Leo Conti, debitamente istruito da Armond Gaito, fu il 1° geloso conduttore e premuroso custode di Clipper a Capracotta, e per diversi anni. Il 2° fu Romeo Giuliano, il meccanico di fiducia Giuseppe Carugno.

In breve tempo il cassone dell'autocarro fu coperto dagli artigiani del paese e servì ad accogliere eventuali passeggeri ed operai che scortavano lo spazzaneve. Lo spazzaneve fu dotato anche di una radio ricetrasmittente, per mezzo della quale gli operatori comunicavano con l'addetto alla stazione metereologica, al piano soprastante il Comune.

Già dai primi giorni di febbraio il Comune prese contatti con l'Aci di Campobasso per l'iscrizione del mezzo al Pubblico Registro Automobilistico. Fu chiesta a breve, in loco, una visita da parte dell'ingegnere della Motorizzazione Civile.

 

Le curiosità a margine

Un sacerdote, don Gennaro Di Nucci, compose un inno allo spazzaneve. Fu cantato in coro.

Il pastore Mauro Giuliano scrisse una poesia intitolata "Capracotta per i villeggianti". Per questa ricevette dal Prefetto di Campobasso un premio di £. 5.000.

La società I.V.E.S., industria vinicola di San Severo, offrì 24 bottiglie di vino "San Severo Bianco" da destinare al Presidente degli Stati Uniti d'America e 6 all'Ambasciatore. Il Sindaco di Capracotta nel ringraziare l'amministratore della I.V.E.S. rispose: «Le leggi statunitensi non consentono al Presidente di quella Repubblica di accettare doni, qual che ne sia il valore: da ciò, l'impossibilità di far pervenire l'omaggio al presidente Truman. Credetti allora opportuno di offrire la cassetta piccola al comandante della nave Exiria, e le due grandi a S. E. l'ambasciatore Dunn, che mostrò di gradire moltissimo l'offerta».

Anche vino fu il regalo che il Prefetto di Campobasso fece allo stesso Ambasciatore James Dunn. Pura inconsapevole coincidenza. Infatti gli regalò 25 fiaschi di 2 l. cadauno, del vino Sannio Rosso che aveva, insieme alla moglie, gradito a Capracotta, in occasione del pranzo presso l'Albergo Vittoria. Il vino era stato acquistato, per una spesa complessiva di £. 6.685, presso la cantina Teodorico Janigro di Montagano.

 

La notorietà

La Provincia di Trento e la ditta Pellegrini di Milano, la quale commercializzava mezzi sgombraneve, avendo letto sul giornale della potenza e unicità del mezzo arrivato, interessati, chiesero notizie tecniche e informazioni.

 

La gestione

L'Amministrazione provinciale del Molise assegnò al Comune di Capracotta un contributo di £. 500.000 per l'intera stagione. Lo spazzaneve di Capracotta avrebbe dovuto, a fronte di tale somma, assicurare la viabilità sulle strade: da Capracotta per Staffoli, per Pescopennataro, per S. Pietro Avellana, per Vastogirardi e Vastogirardi-Staffoli. Doveva comunque impiegare 3 operai per 5 mesi. Il sindaco Carnevale ovviamente fece garbatamente notare che la somma era assolutamente irrisoria rispetto ai servizi richiesti.

 

La conferma: 1° attestato di efficienza

In tutta la regione, in quegli anni, in occasione di nevicate anche minime la circolazione si bloccava dovunque. Si paralizzava tutto. La vita si fermava. I comuni e la provincia non avevano mezzi né, a quanto pare, cercavano di affrontare il problema, soprattutto per mancanza di fondi. A marzo del 1949, leggendo una rubrica "Girotondo Molisano", il quadro è veramente desolante: «La solita apatia, il solito disinteresse - Blocchi invernali - Gravissimo disagio» ecc. "Il Paese" del 24 gennaio 1950: «Isolati dalla neve le montagne gli abitanti ritornano alla preistoria», questo il titolo, il testo è tutta una dolorosa elencazione di disagi. "L'Unità" del 2 febbraio 1950 titola: «Bloccati dalle nevicate numerosi piccoli centri - servizi postali e comunicazioni interrotte». L'articolo racconta una triste situazione generalizzata nella Provincia, però conclude così: «Capracotta, il piccolo paesino del Molise che ha fatto perlare molto di sé nei giorni scorsi, ha risolto il gravissimo problema delle comunicazioni, non però, come sarebbe giusto attendersi, per interessamento del Governo Italiano».

Capracotta ha risolto così, con l'aiuto dei propri compaesani emigrati in America, il suo problema.


John V Kenny
John Vincent Kenny (1893-1975), sindaco di Jersey City.
 

Riconoscimenti al sindaco di Jersey City

Il Consiglio Comunale conferì a John Kenny con una pergamena la cittadinanza onoraria di Capracotta.

John Arbitelli, sposato ad una capracottese, regalò al Sindaco un dipinto di Capracotta, il dipinto era stato realizzato dal 18enne Edward Fisher copiato da una cartolina. Nel riceverlo il Sindaco affermò: «Esso sarà incorniciato e abbellirà la parete del mio ufficio».

È da dire di contro che dall'America qualche componente del Comitato "Carnival for Capracotta" avevano suggerito ai Capracottesi altre due belle azioni da compiere come segno di ringraziamento verso il sindaco John Kenny: intestargli una strada o una piazza di Capracotta , e possibilmente battezzare un neonato col suo stesso nome. A proposito di questo bimbo che avrebbe preso il nome di John Kenny, John Paglione dice: «Beato lui», facendo intendere che il neonato sarebbe sicuramente stato adottato a distanza con tutti i vantaggi che ne potevano derivare. Un Giovanni che nacque il 16 gennaio 1950 c'è. Non sappiamo però se il nome Giovanni gli fu dato realmente per rispondere alla richiesta dell'America, oppure se è una coincidenza. È da verificare. Non fu soddisfatta la prima richiesta, peccato! Avrebbe lasciato un ricordo immediatamente visibile in paese e non sarebbe costato nulla. Bastava solo deliberarlo.

 

Capracottesi a Burlington festeggiano il risultato

Il "Progresso italo-americano" di mercoledì 8 febbraio 1950 titolava: «I benefattori di Capracotta riuniti a Burlington per celebrare il totale successo della beneficenza».

Alla celebrazione (svolta domenica 5 febbraio) furono presenti quasi tutti i componenti il Comitato "Spazzaneve per Capracotta", il sindaco John Kenny, l'agente consolare di Trenton, Turiddu Simoni, il giudice Edward Zampella, il sindaco e altre autorità civili di Burlington, Armond Gaito e tanti altri. Gli italo-americani di Capracotta presenti furono: Giovanni Paglione, Vincenzo Di Rienzo, Sebastiano Di Rienzo, Vincenzo Ferrelli, Vincenzo Di Lorenzo, Nicola Paglione, Luciano Trotta, Loreto D'Onofrio e Francesco Angelaccio.

Fu celebrata una messa, servito un pranzo italiano da circa 40 signore e signorine italo-americane. Pietanze prelibate e vini generosi. Testimonianze dell'accoglienza ai festeggiamenti di Capracotta sono state portate da Armond Gaito, lette lettere, telegrammi, articoli di giornali dall'Italia, che hanno dato risalto al driver. Grande soddisfazione di tutti. Qui è stata consegnata la pergamena attestante la cittadinanza onoraria di Capracotta al sindaco di Jersey City, John Kenny.


Michele Potena


 

Fonte: M. Potena, Capracotta, il paese della neve tra passato e futuro, in «La Città del Sole», Rocchetta a Volturno 2005.

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