Capracotta, un nome, un perché! Insieme ad Oratino, di cui parlavamo qui, è un altro di quei paesi che - già solo con il nome - ci mette allegria ancor prima di visitarlo! Tutti sorridono al nominare Capracotta, che sembra derivare da "capra" e "cotta" nel senso di "seccato al sole", da una usanza dei pastori della zona per conservare la carne.
La strada per raggiungere Capracotta, è un piacere per gli occhi e per lo spirito:
Una miriade di tornanti con panorami tanto vasti da far respirare il cuore, nuvole basse che sembra di poterle toccare e vento, tanto vento...
Calcolate che siamo a 1.400 m.s.l.m, in uno dei punti più alti degli Appennini, e il vostro minivan potrebbe sbuffare un po' su queste salite... prendetevi tempo e percorrete il tragitto senza fretta, che tanto Capracotta è lì, e vi aspetta. Come per tutti i piccoli centri abitati del Molise è impensabile entrarci col minivan, ma potrete sostare qui ed entrare con una piccola passeggiata in paese.
Di Capracotta si hanno le prime notizie di insediamento umano datate intorno al I secolo d.C. grazie al ritrovamento di alcune capanne circolari ed edifici in marmi collocati in un contesto urbano ben strutturato. L'attuale paese di Capracotta, invece, nasce sullo sperone della Terra Vecchia nei primissimi decenni del Medioevo durante la conquista longobarda del Mezzogiorno d'Italia e si sviluppa nei secoli successivi attraverso la pratica della transumanza, cioè lo spostamento invernale di pastori e bestiame dalle alture dell'Abruzzo al Tavoliere delle Puglie. Quasi interamente rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche in ritirata verso la Val di Sangro con il fuoco e la dinamite, è stata completamente ricostruita intono agli anni '50, e l'unica traccia rimasta oggi sono le antiche mura di cinta, spazio poi recuperato come fontana.
Oggi Capracotta è una stazione sciistica con un impianto di risalita sopra il Monte Capraro, e mantiene viva la sua tradizione di posto di villeggiatura molto piacevole. Per i cinefili: in una citazione di Alberto Sordi ne "Il conte Max", Capracotta è descritta come la "Piccola Cortina d'Ampezzo degli Abruzzi". Capracotta detiene anche un record: ha battuto Silver Lake in Colorado per la nevicata più abbondante e rapida nel 2015 : più di due metri di neve in sole 17 ore!
Sapevate che il Molise è la patria del tartufo?
Una piacevolissima scoperta per noi, dato il Molise non era di certo nella lista delle regioni che associavamo a questo tubero così prezioso... e invece... Il Molise è uno dei maggiori produttori a livello nazionale, e che addirittura alcune regioni sembra si approvvigionino dal Molise spacciandolo per proprio... Tartufo bianco e nero, con la provincia di Isernia che - principalmente con i comuni di San Pietro Avellana, Carovilli e Capracotta - detiene il primato, seguita da Castelmauro e Bojano per quanto riguarda le provincie di Campobasso.
Ci siamo domandati se tutto questo non sia pubblicizzato per preservare la "preziosità del territorio": eppure non mancano le sagre e una mostra mercato che si tiene a San Pietro Avellana i primi di novembre. Proprio a San Pietro Avellana c'è un'esperienza tutta da provare che è il "Treno del tartufo bianco", un'iniziativa che unisce il viaggio fatto su un treno con carrozze d'epoca sulla cosiddetta Transiberiana d'Italia - la tratta Sulmona-Carpinone - alla scoperta e degustazione proprio del tartufo. Certo, non è un profumo né un sapore che tutti apprezzano, ma per noi è pura goduria ed abbiamo voluto assaggiarlo proprio a Capracottoa, al ristorante L'Elfo. L'esperienza è stata sublime: la menèstra patan' (pasticcio di patate con pane raffermo, pancetta, tartufo nero e lenticchie) che ci presentano ha un aroma che è un vero inno alla gioia! Consigliatissimo accompagnarla con una bottiglia di Tintilia Bio del Molise e…dormire in loco!
Michela Catenazzi
Fonte: https://blog.togovan.com/, 30 settembre 2020.