Qui nacque mio padre
che altrove si portò
inconfondibile la parlata
e l'anima della sua gente.
E qui tornavano
confusi di nostalgia
i ricordi e le giovani storie
del suo paese.
Qui rimandava mio padre
l'anima testa a quello che di realtà
non era adesso che racconto
di cose lodate
eco di voci e nomi e volti
rievocata rassegna
di un album di famiglia
e di paese. Per noi:
la casa al "Colle"
e la bottega dell'orafo
la grande cucina di famiglia
e la preghiera insieme
l'asilo pieno come un uovo
e il chiasso della grande piazza
la "torre" vecchia più dei vecchi
e l'antica chiesa del paese
il "postino" eroico dorato
e la neve alta e la tormenta
il compaesano al Parlamento
e lo sciatore campione nazionale
i pastori della transumanza
e la cappella della Madonnina
i signori del paese blasonati
e il sudato pane dei poveri...
Qui visse mio padre
che quando vi ritornò
la guerra aveva disfatto il volto delle case
e impoverito il numero
della gente viva che nel suo vecchio cuore
pulsava moribonda la memoria
del paese di un tempo
e della sua storia.
Geremia Carugno
Fonte: G. Carugno, L'arcobaleno (versi per Capracotta), Litterio, Agnone 1993.