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Da Capracotta a San Severo: il mistero di Antonino Del Castello


San Severo Capracotta
Il casolare abbandonato che diede riparo ad Antonino Del Castello (foto: G. De Angelis).

In un casolare oggi abbandonato in agro di San Severo (FG), rustica proprietà di alcuni nobili terrieri, Giuseppe De Angelis ha rinvenuto una testimonianza davvero eccezionale che ha a che fare con la nostra cittadina. Sulla base delle testimonianze da lui raccolte in loco, quella masseria fu infatti un rifugio di fortuna per partigiani e soldati sbandati dopo l'infausto armistizio dell'8 settembre 1943. All'interno dell'edificio, su intonaci che hanno resistito alla furia dei tempi ma che ormai stanno collassando, sono tuttora presenti delle incisioni che testimoniano la presenza di chi ha trascorso un più o meno prolungato periodo tra quelle mura e ha ritenuto opportuno lasciarne traccia. Da un intonaco emerge chiaramente questa traccia murale:


Antonino Del

Castello di Capracotta

nato 22 Giugno l'anno 1900

a Capracotta

e anno 1945 si trova

qui a [...] a questo muro

stato scritto il 16 Marzo

l'anno 1945


Antonino Del Castello
L'incisione sull'intonaco lasciata da Antonino Del Castello (foto: G. De Angelis).

Certo, Del Castello potrebbe davvero essere stato un militare sbandato dopo l'8 settembre 1943 ma la data incisa sul muro, il 16 marzo 1945, è troppo lontana dall'armistizio per giustificare la presenza di un soldato in quel casolare, in una regione che, tra l'altro, fu liberata prestissimo dagli Alleati. È assai più probabile che egli, in un'Italia sotto assedio e con la guerra civile ad insanguinare il Nord, avesse ripreso l'atavico mestiere di pastore transumante. La sua presenza nella campagna sanseverese nel tardo inverno del '45 potrebbe quindi spiegarsi con la migrazione stagionale delle greggi capracottesi.

Dalla consultazione dei registri cimiteriali non è purtroppo emersa alcuna sepoltura a nome di Antonino Del Castello, il che significa che egli non è morto a Capracotta né vi ha fatto ritorno la sua salma. Probabilmente, al pari di tanti ex colleghi di tratturo, la sua vita si è arrestata nelle Puglie, in quel di San Severo. Ma sono certo che Capracotta è rimasta per tutta la vita nel suo cuore come vi resta impresso il primo amor di gioventù.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • A. Bartoli Langeli e L. Di Nucci, Il diario di guerra di Luciano Di Nucci, caporal maggiore del 1° Reggimento bersaglieri, in L. Brunelli e A. Sorbini, Scritti in onore di Raffaele Rossi, Ed. Umbra, Foligno 2003;

  • G. Gribaudi, Combattenti, sbandati, prigionieri. Esperienze e memorie di reduci della seconda guerra mondiale, Donzelli, Roma 2016;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;

  • A. Ronsivalle, Il pasticciere di Buenos Aires, Fermento, Roma 2011.

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