Fra quei monti fatti a sella
verso oriente alla Maiella,
d'invidiabile condotta,
laborioso e rispettato,
vi è un paese situato
su gran massi a punta rotta,
Capracotta.
Tutta gente risoluta,
educata ed evoluta,
dal bracciante al proprietario,
dall'artiere al magistrato
(dei quali ultimi ne ha dato
molti; è scritto all'inventario
millenario).
Vivon come? Una porzione
con l'industria del carbone,
e non meno sembran nati
pel bestiame. Questi veri
redditissimi mestieri
son dai padri sempre stati
tramandati.
Nell'inverno, dal Natale
fino a tutto il Carnevale,
quale gioia in quelle sere...
Par che giri l'allegria
Per le case e per la via...
Mascherate, canto e bere,
che piacere!
Tutti dicon che quel canto
affascina e sa d'incanto,
di purissima dolcezza;
completato è da natura,
con quell'aria fresca e pura
par che l'alma ti accarezza...
Che bellezza!
È una provvidenza vera
pel malato che dispera.
Spesso, come ad ogni costo
se ne vedon, per guarire,
per sollazzo, per gradire,
specialment'è in luglio e agosto,
il più bel posto!
Capracotta "sentinella"
guarda, guarda dalla sella
dei tuoi monti i campi estesi.
Sia se sgrombro, o con la neve,
riconoscer ti si deve,
che t'invidiano i paesi
in tutti i mesi.
(giugno 1914)
Nicola D'Andrea
Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.