Le origini della "Regina dell'Alto Molise" si perdono nella notte dei secoli. Il nome impostole sembra derivare da carpe copte che significa "rocce nude", bruciate dal sole. Alcuni, invece, sono dell'opinione che l'etimologia di Capracotta sia dovuta alle riunioni di pastori nomadi, sulle balze atte alla difesa e ricche di pascoli odorosi, celebrando il rito propriziatorio col pagano sacrificio di una capra tra le fiamme. Gli studiosi, quindi, per la scarsità dei documenti, non sono d'accordo.
I pionieri del cristianesimo si riunirono lassù, costruendo nel 1589 la chiesa principale, la quale ancora oggi raccoglie tra le sue artistiche pareti i fedeli.
La graziosa Cittadina, stazione climatica estiva e degli sport invernali, richiama molti turisti da ogni parte d'Italia. È il Comune più alto dell'Italia centro-meridionale, sovrasta la vallata del Sangro e del Verrino, e, nel suo vasto orizzonte, scopre centinaia di paesi di ben sette province.
I pendii del Capraro e del Campo, insieme con la vasta zona lussureggiante di Prato Gentile, e l'aria saluberrima dei 1.421 metri e più, invitano gli ospiti del luogo a cimentarsi in ardue escursioni e ad immergersi nel sereno incanto della natura.
Una magnifica attrezzatura alberghiera, l'innata ospitalità e la signorile cordialità dei nativi danno a Capracotta la certezza di un sempre maggiore incremento turistico.
N. M.
Fonte: N. M., Capracotta, in «Alto Molise», 7, La Fucina, Agnone, 14-22 agosto 1954.