Nel 1961 un adolescente sovraccaricò il cavallo con sacchi di patate raccolte nel suo campo sotto i Ritagli (il ripido burrone rivolto a nord-ovest su cui sorge Capracotta). Per tornare il prima possibile a casa egli prese una scorciatoia su un'erta salita, ma il cavallo scivolò sulle pietre e si sfracellò nel dirupo, dopo esser rotolato più volte.
Visto che Lucia conosceva ogni sentiero noto e ignoto, si pensò immediatamente di interpellarla, per sapere come raggiungere il povero cavallo, che infatti fu ritrovato grazie alle sue indicazioni.
Il ragazzo pensò bene di sparire dalla circolazione, e andò a vivere tre mesi lontano da casa, presso la masseria del nonno, per non incorrere nell'ira del padre, perché la morte del cavallo, a causa dell'imprudenza commessa, era un danno gravissimo. Allontanarsi da casa per un lungo periodo era l'unico modo possibile, per i giovanissimi, per salvarsi dalla furia dei genitori, soprattutto dei padri. Quando la rabbia era smaltita, si tornava in casa accolti come il figliol prodigo.
Non appena si diffuse la notizia della morte del cavallo, si formò una lunga fila di paesani, ognuno munito di coltello, per macellare sul posto la bestia ed ottenere un insperato boccone di carne, inaspettata manna! In poco tempo non rimase che la carcassa del povero animale.
Antonio D'Andrea
Fonte: A. D'Andrea, La pecora che miagola perde il boccone. L'immensa eredità di Lucia di Milione: strega, amazzone e sacerdotessa di Capracotta, Youcanprint, Lecce 2019.