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Chiesa di Dio, popolo in festa! Fatemi un po' di spazio per favore...


Le notizie della disposizione logistica della ordinazione episcopale di mons. Camillo Cibotti al Santuario della Madonna dei Miracoli a Casalbordino (CH) sono state presentate dalla stampa e altre fonti d'informazione, in modo diverso:

  1. sarà all'interno della chiesa ed aperta solo ai possessori di pass;

  2. si svolgerà completamente all'aperto nel grande piazzale antistante il santuario.

In realtà, è stato - com'è giusto e liturgico - all'interno ma, da fuori, si poteva seguire su un maxischermo allestito sul sagrato da sotto un porticato ombreggiato e con un numero congruo di posti a sedere. In effetti, la chiesa, conteneva a malapena: i fedeli di Isernia-Venafro - che per qualche ora devono essere rimaste... città deserte -, le autorità civili, il servizio d'ordine, la protezione civile, i tanti sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli, gli amici... i numerosi vescovi convenuti da diverse diocesi. Era presente - in spirito ecumenico - persino un sacerdote ortodosso di nome padre Anatoli. Non solo la grande navata centrale, quelle più piccole laterali e i transetti erano stracolmi, ma persino l'ampio presbiterio che sembrava non poter contenere i concelebranti. Per un attimo, ho temuto che... neppure il neo vescovo... trovasse posto. La Madonna ha fatto il miracolo di far entrare anche chi scrive che non era riuscita ad ottenere il benedetto pass, un dono dal cielo arrivato per mezzo di una signora che ha rinunciato ad entrare all'ultimo minuto per via del caldo temuto: "un'attenzione" della Mamma mi ha fatta trovare al posto giusto... al momento giusto. Ogni tentativo di convincere l'efficientissimo servizio d'ordine era stato vano. Fossero così incorruttibili tutti i potenti della terra! Nessuno può dire quanti eravamo, neppure per approssimazione... solo il Signore ha potuto contarci... I parcheggi, pur grandi, erano pieni in un modo che solo una foto da un aereo avrebbe reso l'idea. Una gentile signora della protezione civile, mi ha informata sulla "strana" assenza dei pullman che non vedevo: tutti erano stati dirottati verso Casalbordino lido e, i fedeli, sono stati trasportati al santuario con un servizio di navette. Per rendere con un immagine il loro numero bisogna evocare l'immagine biblica de «le migliaia di miriadi» dei figli di Rebecca e Isacco (Gen 22,60). Una simbolica "rosa dei venti" tracciata mentalmente con le risposte dei presenti, indicava gli invisibili "punti cardinali" delle varie provenienze: Casalbordino e tutti i suoi abitanti in primis, poi Isernia, Venafro, Chieti, Vasto, Campobasso, Lanciano, Teramo, Sulmona, Trivento, Avezzano, Atessa, Castel di Sangro, Termoli, Capracotta... chi può dirli tutti? Forse i parcheggi con le auto? Neppure, perché tutti i casalesi saranno venuti certamente a piedi. L'11 giugno è il giorno della festa della Madonna dei Miracoli - Patrona della Diocesi -, il giorno in cui i pellegrini sono stati tradizionalmente sempre numerosissimi e la consacrazione episcopale di mons. Camillo Cibotti di Casalbordino si è inserita nel suo grembo come un gioiello nel cuore della roccia, nel Pane spezzato, nella fraternità tutta... fin nella preziosa bottiglietta d'acqua condivisa senza schizzinosità. Persino le bancarelle dei tanti venditori ambulanti stranieri e non, con i loro colori e profumi, erano parte integrante e sostanziale del giubilo per questo evento, come i grappoli di palloncini in vendit che rallegravano bambini e cielo azzurro sì, proprio come le parole del canto: «Chiesa di Dio, popolo in festa» è stato un unicum di misteri divini e tripudio umano, tanti raggi di luce che si sono concentrati come un punto focale sotto lo sguardo di Maria. I tre vescovi previsti dalla tradizione per l'ordinazione c'erano tutti: mons. Giancarlo Bregantini arcivescovo di Campobasso-Boiano, mons. Bruno Forte (consacrante) e mons. Salvatore Visco, vescovo di Capua e amministratore apostolico della Diocesi di Isernia-Venafro, di cui mons. Camillo Cibotti prenderà al più presto il ruolo di ordinario. Erano presenti anche tutti i vescovi della CEAM (Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana) e tanti altri impossibile da conosce e/o riconoscere. La celebrazione eucaristica tutta, è stata sottolineata e impreziosita sin dall'inizio con dei canti meravigliosi eseguiti da un coro femminile e maschile a quattro voci. Le letture della liturgia della Parola sono state scelte dal Libro dei Proverbi (8,22-31) che prefigura Maria come Sede della Sapienza, il salmo 44 che esalta la bellezza di una Sposa e regina, la seconda lettura da quel meraviglioso libro di consolazione che è l'Apocalisse (Ap 21,1-5), nel passo che ci promette «cieli nuovi e terre nuove» e nell'immagine radiosa della Gerusalemme Celeste che come sposa scende dal cielo e delle lacrime che saranno tutte asciugate. Il Vangelo, invece, è stato quello di Giovanni delle nozze di Cana, divinamente cantato dal diacono Andrea Manzone che sarà ordinato a breve sacerdote. Nel loro "insieme", una traccia biblica tutta mariana scelta, per l'ordinazione di mons. Camillo Cibotti, che ha fatto del suo stemma episcopale un inno d'amore a Maria. Subito dopo i riti d'introduzione, il vescovo di Chieti-Vasto mons. Forte, esprime la sua gratitudine al Santo Padre per la nomina a vescovo di mons. Cibotti, segno di predilezione per la nostra chiesa locale ma, anche dispiacere per il venir meno di un aiuto importante per il suo ministero. Nell'omelia che segue, egli fa una lettura multipla del Vangelo delle nozze di Cana che presenta come prototipo dei segni che manifestano la gloria di Gesù, Maria come Colei che indica la strada ai discepoli e spiega il significato del vino come simbolo della Nuova Alleanza già prefigurata da diversi profeti. In Isaia specialmente come simbolo della Torah (la Legge ebraica) che deve riempirci fino agli occhi. Sempre il vino, per significare che Dio - con Gesù - è entrato in modo potente nella Nuova Alleanza. Poi parla delle anfore contenenti l'acqua della purificazione che rappresentano la Radice Santa del popolo ebraico e la chiesa messianica e i servi che sono l'immagine di noi tutti. Maria che parla per l'ultima volta dicendo: «Fate tutto quello che egli vi dirà», manifesta la fiducia incondizionata nel Figlio. Un "indicatore di direzione" per tutti noi e anche per il neo vescovo che viene invitato dal presule a donare ai suoi fedeli tutti e in modo prioritario la fede e l'evangelizzazione. Poi, mons. Forte, ha invitato i fedeli di Isernia-Venafro a chiedere per loro con altrettanta forza la fede al loro pastore. Egli termina con una preghiera a Maria Vergine dell'ascolto, Arca dell'Alleanza in cui cielo e terra si sono incontrati e Madre della Speranza, per sostenere Camillo vescovo nel suo ministero. Un altro interminabile applauso conclude la Liturgia della Parola. Dopo la lettura del mandato del Santo Padre segue l'interrogazione dell'ordinando sulla sua effettiva volontà di esercitare il proprio ministero fino alla morte. La risposta di don Camillo, chiara e netta nella sua pronuncia che ravviva anche la nostra fede è sempre: «Lo voglio». Subito dopo, mons. Camillo si stende prono sul tappeto predisposto, mentre il coro e tutta l'assemblea canta le litanie dei santi. È stato un momento solenne e di grande emozione: il simbolo altamente visibile dell'umiltà di un uomo che si annienta davanti a Dio e al ministero che gli sarà subito dopo conferito. Nel silenzio - ad un tratto quasi irreale - nonostante le centinaia di persone presenti, sembrava veramente di veder volare nello spazio aereo della basilica tutti quegli angeli e santi che abbiamo invocato cantando a protezione del novello pastore consacrato al Signore e alla sua gente. È seguita poi l'ordinazione vera e propria dalle mani di mons. Forte e l'imposizione delle mani da parte del consacrante e dei concelebranti. L'imposizione delle mani è un rito antichissimo, una sorta di benedizione e trasmissione dei poteri, quasi una messa a parte di qualcuno per una speciale missione. Mosè pone ad esempio la sua mano su Giosuè per farne il proprio successore (Nm 27,18-20; Dt 34,9). Il rito è proseguito con l'unzione crismale e una preghiera, la consegna del Vangelo, dell'anello, della mitra e del pastorale. Una serie di "consegne", simboli rispettivamente di: impegno e annunzio della Parola di Dio, vincolo di fedeltà alla Chiesa sposa di Cristo, fulgore della santità nel presentarsi a Cristo e della guida e cura del gregge a Lui affidato. Terminata la liturgia eucaristica e la benedizione finale, il neo vescovo mons. Camillo Cibotti ha rivolto un pensiero a tutti i presenti, preceduto e seguito da applausi scroscianti e una gioia incontenibile che si è fatta: ressa, spinte e... un continuo «fatemi un po' di spazio per favore» da parte di tutti coloro che avrebbero voluto salutarlo, parlargli, baciare l'anello, comunicargli la propria gioia, ma eravamo in tanti, tantissimi, dunque... impossibile. Lo salutiamo allora con quella preghiera che ha scritto sul proprio stemma "Non stancarti di dire Ave Maria" e ci immergiamo di nuovo in quel mondo di umanità delle bancarelle degli ambulanti, tra bambini, giovani e meno giovani, in direzione delle nostre case e famiglie: il popolo di Dio che s'incammina con mons. Camillo e tutti gli altri pastori, sulle strade del Vangelo con fede ravvivata, facendo sostare a lungo nel nostro cuore la preghiera a Maria quella Donna che spazzò le nubi della distruzione dal raccolto dei poveri e apparve ad... un povero: il contadino Alessandro Muzi nel lontano 11 giugno 1576. Una scelta non casuale, quella di questa ordinazione episcopale di don Camillo nel giorno della festa della Madonna dei Miracoli, nella sua Casalbordino: una festa "nel cuore in festa" della Mamma e di miriadi di fedeli. Nota bene: si ringrazia l'anonima signora che mi ha donato il pass, la signora Filomena Flesca di Capracotta che, con affetto materno, ha custodito le mie cose mentre cercavo di muovermi per qualche foto, e il preziosissimo giovane Daniele Petrocella di Castel di Sangro che ha scattato da postazione migliore tutte le foto in primissimo piano e le ha spedite via mail in nottata. Tutti saranno ricordati nella preghiera.


Ines Montanaro

 

Fonte: http://www.piazzarossetti.it/, 12 giugno 2014.

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