top of page

La compagnia del Conte di Caserta nella Capracotta spagnola


La resa di Breda
D. Velázquez, "La rendición de Breda", 1635, olio su tela.

Le compagnie di ventura erano truppe mercenarie utilizzate dai nobili, sin dal Basso Medioevo, per difendere o espandere il proprio dominio. Formate dai cosiddetti soldati di ventura e guidate da un capitano, tali compagnie avevano come scopo principale quello di gonfiare le proprie tasche, sulla base degli ingaggi che via via venivano loro proposti dalle famiglie aristocratiche. Grazie alla riscoperta delle cedole dell'antica Regia tesoreria generale, custodite presso l'Archivio di Stato di Napoli, ho desunto che nel 1567 una compagnia assoldata da Baldassarre Acquaviva d'Aragona (1540-1577), conte di Caserta, soggiornò per alcuni giorni a Capracotta.

Baldassarre subì giovanissimo la cosiddetta reazione spagnola, che colpì tutti i suoi familiari, finché la madre Anna Gambacorta non riuscì, dopo una lunga causa col fisco e dietro il versamento d'una ingente somma, a riottenere l'infeudamento di Caserta e degli altri feudi dalle mani di Carlo V. Fedele agli Spagnoli, Baldassarre Acquaviva combatté nella guerra di Siena (1554-55) e in quella contro Paolo IV (1556), tenendo a libro paga ben duecento cavalieri e cinquecento fanti per la difesa dei confini abruzzesi.

Per quanto riguarda una delle sue compagnie di ventura, dirò solo che il 31 ottobre 1567 egli dispose il pagamento dei salari per i 52 soldati che ne facevano parte i quali, guidati dal luogotenente Vincenzo Pandone, erano acquartierati ad Isernia dal 26 settembre. Tuttavia, oltre allo stipendio, il Conte, attraverso «Sigismondo Molinaro, de mio officio pagatore extraordinario», ordinò di rimborsare le dieci università che avevan fornito loro il vitto al tempo che «in quelle sono state alloggiate». Le località da risarcire erano «Crapacotto de contado de Molise, San Giovanni in Gaudo de detta provincia, Tuoro de detta provincia, Isernia de detta provincia, Rocca Sant'Antonio de Principato Ultra, Celera d'Apruzo Ultra, Civitella de l'Abbazia de detta provincia, Bessea de detta provincia, Carpineta de detta provincia, Brittoli de detta provincia». Se poi si scorre la lista dei soldati di quella compagnia, tra i tanti nomi ne spicca uno davvero illustre: quello di «Gioan Bruno», ovvero Giovanni Bruno, padre del filosofo Giordano (1548-1600), morto sul rogo a Campo de' Fiori.

Partita dagli estremi confini del fiume Tronto e diretta a Lucera, la colonna militare dovette soggiornare in diverse località abruzzesi, molisane e pugliesi. Difatti il comune a cui spettava la somma più alta era Rocchetta Sant'Antonio (FG), con ben 128 ducati, 3 tarì e 1 grano; era seguita da Isernia con poco più di 109 ducati; in terza posizione troviamo invece Capracotta, a cui vennero saldati 24 ducati. Qualora si volesse attualizzare il valore della valuta, si potrebbe ipotizzare che un ducato d'argento corrisponda, sulla base della materia prima, a 100 euro. A Capracotta, dunque, la compagnia dell'Acquaviva pagò 2.400 euro (quasi 50 euro a testa), lasciando immaginare che sia rimasta sul nostro territorio 2-3 giorni.

Per quanto riguarda il nostro feudo, invece, nel dicembre del 1567 morì Giovan Vincenzo d'Evoli, barone di Castropignano e Capracotta, che lasciò tutti i beni al figlio Andrea il quale, accusato a sua volta di fellonia, dovette alienarli l'anno successivo in favore della figlia Aurelia.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • B. Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Raillard, Napoli 1691;

  • E. Bacco, Breve descrittione del Regno di Napoli diviso in dodeci provincie, Beltrano, Napoli 1644;

  • E. Capecelatro, Decisiones novissimæ Sacri Reg. Cons. Neap. in quibus abstrusiores iuris quæstiones, vol. I, Gaffari, Napoli 1640;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • V. Spampanato, Vita di Giordano Bruno, con documenti editi e inediti, vol. II, Principato, Messina 1921.

bottom of page