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Le condizioni igieniche e sanitarie di Capracotta (II)


Condizioni igieniche e sanitarie

PARTE I - Attivo

 

Sguardo generale su Capracotta

Altezza sul mare – Il paese è situato a 1.400 metri circa sul livello del mare, altezza in cui son posti pochi villaggi in Italia.


Posizione – A chi viene da oriente (Carovilli - Agnone) si offre in una graziosa posizione, ed in piano moderatamente declive; a chi viene da occidente (fiume Sangro) si presenta spaventosamente situato sopra una rupe altissima tagliata a picco.


Esposizione – L'abitato è esteso per oltre un chilometro di lunghezza; e le case sono poste su due linee quasi sempre parallele ed esposte ad oriente; e perciò le strade vanno da settentrione a mezzogiorno, abbastanza larghe nella parte più recentemente costruita, ma molto strette nella parte antica.


Panorama – La vista che si gode da questo monte è estesissima; la provincia di Campobasso è tutta ai suoi piedi, e molti paesi delle vicine provincie si scorgono ad occhio nudo. Il mare Adriatico, che pure dista una sessantina di chilometri, sembra vicinissimo.


Clima – Il clima è asciutto; e le nebbie non resistono ai venti. Il freddo, relativamente all'altimetria, non è intenso; e il termometro, anche nelle notti più rigide e più lunghe dell'inverno non scende mai al disotto di -6 centigradi. La temperatura ordinaria dell'inverno varia da +6 a -2 °C; la temperatura dell'estate non si eleva mai sopra a +25 °C, e la media è di +15 °C. In tutte le stagioni però, ma specialmente in estate, si avverano brusche variazioni nella temperatura e nella pressione barometrica. Le piogge sono abbondanti e frequentissime; la neve cade in quantità enorme, e da novembre a tutto marzo permane quasi costantemente sul suolo ad uno od anche a più metri di altezza. I venti vi dominano tutti con prevalenza di quelli di nord-ovest.


Natura del suolo – Il paese è situato sopra una roccia compatta siliceo-calcarea; lo strato più superficiale è argilloso; la falda acquea è poco profonda, e perciò riuscirebbe molto facile scavare dei pozzi in ogni punto del paese, ma per ora non ne esistono che pochissimi, per buona fortuna stante le sporcizie del soprasuolo.


Acque meteoriche – Le piogge, qui tanto frequenti e copiose, non possono produrre ristagno, essendo il paese situato più in alto dei luoghi circostanti; le acque scendono verso occidente e settentrione al fiume Sangro, e verso oriente e mezzogiorno al torrente Verrino, confluente del fiume Sangro.


Acque potabili – L'acqua potabile, di uso esclusivo nel paese, proviene da alcune sorgenti lontane 2.000 metri circa, e più alte circa 80 metri sul livello dell'abitato. La condottura è in tubi di ghisa, ed è estesa per quasi tutto il paese con distribuzione al pubblico in otto fontanine ad uno o due gettiti ognuna. Alle sorgenti vi è un filtro a ghiaia e carbone, ed a 300 metri di distanza dall'abitato vi è un serbatoio capace di 2.000 ettolitri. La quantità media giornaliera di acqua per ciascun abitante è di circa 40 litri nell'estate, ma nelle altre stagioni si triplica o quadruplica.


Popolazione – La popolazione riunita è di oltre 4.000 persone, ma nelle stagioni fredde si riduce a due terzi per l'emigrazione degli uomini validi al lavoro nelle Puglie. Le nascite in questi ultimi cinque anni sono state in media 150 all'anno, le morti 120, i matrimoni 30. Gli uomini sono addetti ai seguenti mestieri: pastori, carbonai e braccianti nell'inverno in Puglia che nell'estate diventano qui contadini, vetturali, artigiani, domestici. Non vi sono stabilimenti industriali meno un molino meccanico. L'industria armentizia, benché in decadenza rispetto ai tempi anteriori, è sempre la più estesa e copiosa che in qualsiasi altro comune della provincia. Le donne attendono alle cure domestiche; nella stagione fredda filano e tessono nelle proprie case, e nella stagione calda lavorano nei campi. La popolazione stabile di campagna, che è di circa 150 persone, attende solo ai lavori campestri.


Possidenza – Vi sono pochi ricchi possidenti, ma vi è pure un discreto numero di famiglie agiate. Anche i più poveri cittadini, possiedono una casuccia propria, un piccolo appezzamento di terreno e qualche animale domestico. L'agro comunale è molto esteso, e la maggior parte (boschi e pascoli) è proprietà comune e indivisa dei cittadini. Vi sono pure latifondi boscosi e pascolativi di uso promiscuo tra feudatari e cittadini. Il resto del suolo, diviso e frazionato esageratamente, carico di tasse fondiarie, di canoni di prestazioni feudali, è coltivato con scarso successo per la freddezza del clima e l'altezza dei luoghi. Le produzioni poche ma buone, sono in ordine d'importanza: grano, patate, legumi, orzo, lupinella, granturco. Per la smania insana delle coltivazioni si sono distrutti i magnifici boschi di abeti e di faggi intorno all'abitato, d'onde le frane sempre più invadenti, e lo sfruttamento del terreno vegetale; e la decadenza dell'industria del bestiame, la sola veramente razionale sulle montagne.


Alimentazione – L'alimentazione è in generale sana e nutritiva. Predomina l'uso dei cereali superiore, delle patate, delle erbe e delle frutta, ma anche l'alimentazione azotata è diffusa in ogni ceto della cittadinanza col consumo di buone carni ovine e suine, fresche e salate, di ottimi legumi, di eccellente latte e squisiti latticini e formaggi, e di uova. I grassi per condimento sono quelli di maiale e l'olio d'oliva. L'uso del vino è in continuo aumento, i liquori sono di uso limitatissimo.


Luciano Conti




 

Fonte: L. Conti, Le condizioni igieniche e sanitarie di Capracotta, Del Monaco, Isernia 1900.

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