Chi non è mai stato in Molise forse non capirà. Difficile immaginare il silenzio di una corsa sui monti del Matese, sui tornanti di Vallefiorita, sulle rampe del Macerone.
Da Rocchetta a Rionero, da Pietrabbondante a Capracotta è la natura che comanda. E lo capisci subito. Ore e ore senza incontrare un'auto. Ore e ore a pedalare a correre ascoltando solo il tuo respiro o lo scricciolìo dei brecciolini sotto le tue ruote.
Poi arrivi in cima ad una delle tante montagne, ti fermi, ti guardi intorno e ti rendi conto di essere molto, molto vicino al Paradiso. Va così. E va così anche dalle parti di Castel San Vincenzo. Dove ai piedi delle Mainarde c'è un lago di montagna fermato da una diga dove l'acqua è verde e blu. Tutt'intorno uno sterrato fantastico, la pefetta palestra naturale per allenare le gambe e il cuore. Da sempre ho pensato che quello fosse il posto migliore possibile per organizzare una gara di triathlon. Ma non un triathlon qualsiasi. Il triathlon che qualunque atleta che immagina di correre nel luogo dei suoi sogni prima o poi è sicuro troverà in chissà quale parte nel mondo. A Castel San Vincenzo non ci si arriva per caso. Bisogna andarci. E nel vale sempre la pena. Per ciò che c'è intorno, per un sito archeologico sannitico che è un museo a cielo aperto e per un'abbazia benedettina che è la prova di quanto anche le grandi civiltà siano passate da queste parti.
E allora bisognerà andarci soprattutto domenica 20 luglio quando tra lago e montagna partirà la prima edizione del Triathlon dell'Orso organizzato dal Roma Triathlon A.s.d. che non so come ci siano arrivati ai 750 metri di questo posto. Ma poco importa. L'importante è esserci arrivati. Per questo pezzo di Molise un po' dimenticato che lo sport può aiutare a crescere e per chi andrà a correre a Castel San Vincenzo perché scoprirà che alla meraviglia di un triathlon si può aggiungere anche la magia di un luogo che ti lascia senza fiato.
E gli orsi? Non è solo un trovata per rendere più affascinante il volantino della gara. Qui, nella parte molisana del Parco d'Abruzzo i "bestioni marsicani" ci sono davvero, e spesso scendono anche in paese. Chi avesse dei dubbi si faccia una passeggiata di un paio di chilometri fino a Pizzone ed entri in un bar a prendersi un caffè. E poi chieda...
Antonio Ruzzo
Fonte: https://blog.ilgiornale.it/, 26 giugno 2014.