Ci troviamo nel cuore del Molise, dove tra le alture dell'Appenino Molisano sorge il comune di Capracotta, una delle più importanti stazioni sciistiche della regione. Il borgo è di piccole dimensioni, conta al suo interno meno di 900 abitanti, e pochi anni fa è diventato famoso per essere stato protagonista di un record mondiale. Nel marzo del 2015 Capracotta superò, anche di molto, il record di precipitazione nevosa in 24 ore. Gli abitanti del borgo dall'oggi al domani dovettero far conto all'incredibile quantità di 2 metri e mezzo di neve precipitata, di 60 cm. superiore al precedente record, registrato negli anni '20 del XX secolo in una cittadina statunitense.
Complice anche questo evento, Capracotta incuriosì i viaggiatori italiani, che in pochi anni la scelsero come destinazione delle proprie vacanze. Il Molise, la regione che non c'è, è un territorio molto più interessante di quanto si possa in realtà immaginare. Bisogna tener conto che la sua posizione, ben remota da tutte le metropoli italiane, scoraggia ancora oggi il grandissimo turismo di massa, garantendo però cosi relax e tranquillità quasi assoluta ai suoi visitatori.
Da sempre esiste un certo stereotipo nei confronti del Molise, l'immaginario collettivo descrive la regione come fatiscente, noiosa, e poco attraente. Capracotta è l'esatto opposto. È un piccolo angolo di Svizzera nel Sud Italia: una città pulitissima, immersa in un paesaggio naturale da pelle d'oca e caratterizzata da un piccolo centro storico davvero bello, sebbene ristrutturato dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. La sua ubicazione nel bel mezzo del nulla è un punto di forza. Oltre alle due strade provinciali alla periferia del paese, il borgo è contornato solo dal paesaggio collinoso dell'Appenino, ricco di flora e fauna.
Ed è proprio dalla flora e la fauna che parte il nostro viaggio alla scoperta delle cose da vedere a Capracotta. È infatti d'obbligo visitare il Giardino della Flora Appenninica, uno dei più alti giardini botanici d'Italia, posto a 1.500 metri sul livello del mare. Il Giardino della Flora Appenninica nasce negli anni '60 come progetto per la sperimentazione di piante officinali. Ben presto il parco divenne un'interessante attrazione turistica e, con il supporto della Regione Molise, uno dei più importanti centri per la tutela delle specie floreali protette.
Il piccolo centro storico si caratterizza per la Chiesa di Santa Maria Assunta, che domina due delle più suggestive strade di Capracotta, la via Carfagna e la via Roma, entrambe dotate di una bellissima pavimentazione mosaica. Per accedere alla chiesa bisogna seguire la breve scalinata che conduce al piccolo piazzale frontale all'ingresso. Questo spiazzo è molto simile a un balconcino, da cui si gode di un bellissimo panorama sul centro storico di Capracotta e su i suoi immediati dintorni.
È presente anche un'altra chiesa a Capracotta, intitolata a San Giovanni Battista, molto più sobria e semplice nelle sue forme. La chiesa, esternamente, presenta delle pareti bianchissime, mentre la facciata si compone esclusivamente del modesto portale d'ingresso e da una finestrella e mezzaluna, mentre a coronare l'edificio c'è la piccola campanella che suona allo scoccare delle ore.
La terza chiesa di Capracotta è quella di Sant'Antonio di Padova, di dimensioni leggermente superiori a quella di San Giovanni Battista. La struttura di presenta composta da una serie di mattoni grigi, la facciata presenta esclusivamente il portale d'ingresso, raggiungibile seguendo i pochi gradini che lo separano dalla strada, e - alla cima - è presente la piccola campata. Uscendo dal borgo, infine, merita essere ammirato il Palazzo Baronale, risalente al XVI secolo e ubicato fuori dalle antiche mura cittadine.
Ricordiamo inoltre che l'intero centro abitato è di per sé un'attrazione turistica di grande interesse. Grazie all'eccezionale pulizia e all'ottima conservazione degli edifici, Capracotta è un vero e proprio piacere degli occhi, impreziosita poi dalla presenza di numerosi viali alberati, fontane e monumenti vari.
Simone Spelta
Fonte: https://www.onemag.it/, 21 luglio 2020.