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La dea Kerres



Nel 1848, in località Fonte del Romito, in territorio di Capracotta, il contadino Pietro Tisone, intento a dissodare la terra di Giangregorio Falconi, rinvenne una tavoletta di bronzo con inciso un testo apparentemente indecifrabile: era la Tavola Osca, una placca metallica di 28x16,5 cm. risalente al 250 a.C. che parla del culto allora esistente presso il popolo osco-sannita.

La tavola era posta all'entrata di un recinto sacro che fungeva sia da luogo di culto, all'aria aperta, che da centro fiscale, dove poter pagare i tributi per la comunità, una rudimentale forma di cassa erariale. Il culto era finalizzato a ringraziare e propiziare la dea Kerres, incarnazione dei fenomeni della natura, quindi generatrice e protettrice della flora, delle sorgenti e dell'agricoltura. Non mancavano le divinità maschili, anche se in una posizione secondaria e non aggressiva: tra queste, Giove ed Ercole erano quelle principali, tuttavia erano molto diversi da quelli greco-romani, profondamente maschilisti.

Ebbene, le nostre antenate riconoscevano sia la meraviglia che la sorgente di tutto il ciclo della natura, fosse essa spontanea, coltivata o addomesticata, dove Kerres ne simboleggiava vita, morte e rigenerazione. Ne conseguiva che la natura era vissuta con amore e attenzione e celebrata insieme alle donne, tutte, anch'esse fonti di vita e di amore, finché i Romani prima e poi il cattolicesimo non spazzarono via questo culto, imponendo una vera e propria religione di Stato fondata su un dio maschio e autoritario che oscurò le origini di Kerres e la visione naturale della vita e del mondo ad essa collegata.

Ciò nonostante, il suo culto, da quei secoli antichi, è rimasto presente nel grande amore e nell'attenzione verso la natura e la vita conviviale, tramandate e in parte ancor oggi avvertite. Il culto della Dea Madre è sopravvissuto camuffato (e depotenziato) in quello odierno della Madonna di Loreto - una Vergine nera, a emblema della terra fonte di vita per tutti gli esseri -, Madre di Gesù che, nonostante rivesta una posizione subalterna rispetto al Dio Padre, genera, protegge, ama. Ogni tre anni si celebra a Capracotta la festa della Madonna di Loreto con la sfilata di cavalli bardati. E il cavallo non era forse l'animale archetipico delle amazzoni?


Antonio D'Andrea

 

Fonte: A. D'Andrea, La pecora che miagola perde il boccone. L'immensa eredità di Lucia di Milione: strega, amazzone e sacerdotessa di Capracotta, Youcanprint, Lecce 2019.

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