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Ma che deplorevole incidente!


Amato Nicola Conti e Francesco Paglione
Amato Nicola Conti (1869-1920) e Francesco Paglione (1898-1958).

Il fattaccio avvenne alla stazione di Carovilli il 12 marzo 1919. Ben sette anni prima il pioniere avv. Leonardo Falconi (1862-1932) aveva istituito un servizio automobilistico utile a tutti coloro che, giunti in treno alla stazone di Carovilli, intendevano arrivare a Capracotta, che prima del 1912 era raggiungibile solo su diligenza. Fu proprio l'automobile del servizio navetta l'oggetto della stucchevole contesa che vado a raccontarvi oggi attraverso le parole del sottotenente Francesco Paglione. Stucchevole non perché non ci fossero buone ragioni per litigare - ci sono sempre motivi validi per una scazzottata! - ma perché quelle ragioni erano pretestuose, strumentali alla lotta tra la famiglia Castiglione e quella dei notabili Conti, una vera e propria battaglia che stava dilaniando il tessuto sociale e culturale di Capracotta dalla fine dell'800 e che dopo il 1905 rappresentò il fulcro delle drammatiche vicende legate alla Banca di Capracotta, presto fallita per incompetenze, lotte intestine e fughe di denaro.

I protagonisti della nostra lite erano il succitato Francesco Paglione, reduce dalla Grande Guerra, e il sindaco di Capracotta Amato Nicola Conti. Il primo esigeva che gli fosse assicurato un posto sull'automobile per far ritorno a casa in seguito agli ordini ricevuti. A tal richiesta, il secondo aveva pronunciato offese personali e ingiurie antimilitaristiche; nello specifico, il sindaco aveva gridato: «Noi pacifisti pisciamo in culo a chi fa o va in guerra». A quel punto, il soldato alzò le mani verso il primo cittadino, rappresentante di quelli che egli chiamava «atavici signorotti [...] dispensati, esonerati ed imboscati». Ecco cosa fece scrivere il sottotenente Paglione sulle pagine de "Il Faro", bisettimanale isernino:

La sera del 12 corrente, alla viciniore stazione di Carovilli, alla partenza dell'automobile per Capracotta, successe un vivacissimo incidente. La vettura era tutta occupata ed il sottotenente degli arditi sig. Paglione Francesco, studente di medicina dell'Università di Napoli, insistette presso il maresciallo dei carabinieri di Carovilli colà presente, affinché gli avesse procurato il posto nell'automobile, viaggiando egli per ragioni di servizio. Infatti doveva rientrare in residenza per far constatare al Comando carabinieri di Capracotta che, ripartito dalla licenza per raggiungere il proprio reparto, tornava in paese in attesa di ordini superiori, e ciò in dipendenza delle recentissime disposizioni ministeriali concernenti gli studenti. Il Paglione avendo asserito che in simili casi i militari hanno la preferenza sui borghesi, il signor Conti Amatonicola, sindaco di Capracotta, non richiesto si permise interloquire e con una frase da suburra (indecentissimo turpiloquio da non potersi citare) si permise prima oltraggiare al plurale tutti i militari, cioè l'esercito che ha salvata e resa gloriosa la Patria; poi precisando l'ingiuria, offendeva individualmente l'ufficiale che ha partecipato alla guerra col suo fervido entusiasmo patriottico e col suo vivace ardore giovanile. Per l'immediata tutela della propria dignità personale e dell'onorata divisa che indossava, il Paglione schiaffeggiò energicamente l'imprudente e reagiva all'altro insulto del Conti che, facendo scempio ed abuso della sua qualità di sindaco, minacciò che se fosse stato a Capracotta gli avrebbe fatto mettere i ferri! Secondo quel signore, Capracotta civilissima merita l'oltraggio di essere considerata la terra ove impunemente possa esercitarsi l'arbitrio, il sopruso e la prepotenza, ove si può fare a meno e delle leggi patrie e delle altre leggi di educazione, di onestà e di civiltà che consigliano la gratitudine e non l'oltraggio verso coloro che hanno esposta la propria esistenza per la Patria!

Il sindaco Conti affidò sempre a "Il Faro" la sua risposta, datata 10 aprile 1919, smentendo formalmente di aver «ingiuriato genericamente l'esercito», tanto che la redazione del giornale auspicò «il velo dell'oblio per la pace di tutti». Così non fu, perché la disfida tra il primo cittadino Amato Nicola Conti, «ottimo padre di famiglia, laborioso cittadino premuroso del pubblico bene», e il sottotenente Francesco Paglione, «medaglia d'oro al merito della sanità pubblica», attraverserà persino il ventennio fascista e la Seconda guerra mondiale e tornerà con rinnovata forza negli anni '50 per estinguersi finalmente nel decennio successivo, quando una decisione dell'amministrazione comunale tenterà di tranciare, di fatto, ogni rivendicazione personalistica dell'una e dell'altra parte.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • L. Campanelli, Notizie del territorio di Capracotta, Tip. Sannitica, Agnone 1899;

  • L. Campanelli, Lettera-proemio ad una futura pubblicazione, Colitti, Isernia 1902;

  • A. N. Conti, L'incidente di Carovilli, in «Il Faro», I:7, Isernia, 10 aprile 1919;

  • R. Conti, Osservazioni intorno alle "Notizie del territorio di Capracotta raccolte da Luigi Campanelli", Alterocca, Terni 1902;

  • A. Di Nardo, Sfogliando le memorie, Mancini, Tivoli 2005;

  • V. Di Nardo, Capracotta e la memoria della Grande Guerra: 1916-2016, Capracotta 2016;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, voll. I e II, Youcanprint, Tricase 2016-2017;

  • F. Paglione, Deplorevole incidente, in «Il Faro», I:6, Isernia, 25 marzo 1919;

  • G. Paglione, Servizio automobilistico in montagna, in «Il Mattino», Napoli, 24 ottobre 1912;

  • G. Paglione, Ai cittadini di Capracotta. Note polemiche in risposta al sig. Raffaele Conti, Sammartino e Ricci, Agnone 1920;

  • I. Sammarone, La Banca di Capracotta: storia di un dissesto, in «Voria», II:5, Capracotta, dicembre 2008.

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