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Devozione alla Madonna: verità e leggenda


Madonna di Loreto Capracotta
La Madonna di Loreto (foto: A. Mendozzi).

Tra noi Cattolici la devozione alla Madonna è talmente diffusa che non c'è paesino o contrada che non abbia toponimi mariani. Anche Capracotta in questo ha dato il suo contributo. Abbiamo due Chiese intitolate a Maria: la Chiesa Madre e la Madonna; due vie: S. Maria di Loreto e S. Maria delle Grazie e, una volta, c'erano gli "alberi" della Madonna.

I titoli coi quali invochiamo la Madre di Dio sono ugualmente numerosi al punto da suscitare meraviglia per la fantasia che hanno avuto i fedeli nell'invocare Maria. Il titolo più grande, che riassume tutti gli altri, è "Maria Madre di Dio". Esso ci introduce nel mistero principale della nostra fede: Dio uno nella sua sostanza divina in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Maria, la piena di Grazia, è chiamata alla relazione unica di Figlia, di Madre e di Sposa. Tutte le verità di fede che riguardano Maria sono le conseguenze logiche di questo titolo.

Lei viene al mondo immacolata, diventa Madre nella pienezza della Grazia dando alla luce la Fonte della santità. Coopera con il Figlio alla Redenzione dell'uomo, diventa il prototipo della Chiesa ed è assunta in cielo nella gloria degli Angeli e dei Santi.

Questo spiega la devozione del popolo cristiano a Maria e nei 2000 anni di Cristianesimo c'è stata sempre una lodevole gara nel venerare la Madre di Dio con Chiese, Santuari e istituzioni in suo onore. La nostra Gente, attraverso le vicissitudini di venti secoli di storia, sotto la guida della Chiesa, ha conservato il culto a Maria ma spesse volte ha mischiato "Fede" e "religiosità". Ora la fede è la virtù teologale attraverso la quale noi aderiamo profondamente a quanto Dio ci propone di credere tramite il magistero della Chiesa.

La religiosità è il bisogno che ogni essere umano sperimenta davanti a fatti e realtà che non sa spiegarsi ed allora ricorre al numen al quale attribuisce poteri speciali che non sono fatti oggettivi ma prodotti della sua fantasia. La fede di noi Cattolici non è un prodotto che viene dal basso ma dall'alto, cioè da un preciso irrompere di Dio nella storia dell'uomo. Nel caso della devozione a Maria Santissima è chiaro che procede dalla fede nella Madre di Dio così come ci viene insegnata dalla Chiesa.

Molte volte nella purezza della fede si sono inserite pratiche di culto non corrette in cui l'elemento scaturente dalla "religiosità" ha avuto un certo rilievo su quello proveniente dalla "Fede".

Circa la venerazione della Madonna in Capracotta bisogna affermare che essa deriva dalla fede autentica dei nostri avi, rettamente tramandata, tuttavia si deve ammettere che alcuni elementi di "religiosità", starei per dire, quasi fisiologici, sono rintracciabili. Ed allora ecco la mitizzazione e la leggenda che mia nonna Filomena mi narrava con tanta convinzione. Si sarebbe trattato di un suo antenato al quale, mentre pascolava le pecore in quel di Valle Sorda, apparve la Madonna nelle sembianze della statua che si venera ancora oggi. Informate le autorità, si decise di portare in processione la statua nella Chiesa Madre. Ma la Madonna, nottetempo, ritornò nel bosco.

Apparve ancora ad altri pastori, si fecero altre processioni, ma la statua immancabilmente ritornò nel bosco, fino a quando le autorità decisero di fare una dimora momentanea sul Colle dove fino a pochi anni or sono c'era l'asilo, il che spiega perché quell'edificio si chiamasse "Casa della Madonna". Dunque la Madonna, apparsa ai pastori, accettò di risiedere momentaneamente nella cappella della Madonna delle Grazie, fino alla costruzione dell'attuale Chiesa.

Fin qui la leggenda e, come tutte le leggende, ognuno la racconta a modo suo. Niente di strano che qualche compaesano, di fine memoria, possa offrire altri elementi... Certamente le apparizioni a Valle Sorda sono un tipico esempio di "religiosità" che è sconfinata nella fantasia e nel mito. Con ogni probabilità i Monaci Benedettini di Montecassino (la cui presenza nelle nostre zone si evince anche dai toponimi squisitamente benedettini) avranno esortato il popolo di Dio alla devozione alla vergine Santissima offrendo alla venerazione un simulacro già diffuso in altri luoghi d'Abruzzo e ponendolo nella piccola cappella che si trovava nei pressi dell'attuale chiesa. Forse il rifiuto della Madonna, apparsa ai pastori che, portata in paese, tornava nel luogo dove era stata vista dalla gente semplice, avrà voluto indicare i dissapori tra l'autorità dell'arcipretura di Capracotta e i monaci-contadini che vivevano lungo i tratturi. Questa ipotesi potrebbe essere suffragata dal conflitto al quale il Papa Gregorio XV volle porre fine abolendo le scomuniche scambiatesi tra il Vescovo ed altri non ben identificati ecclesiastici e laici cui fa riferimento una bolla del 1628.

Il grande teologo e martire Dietrich Bonhoeffer, vittima illustre del nazismo, davanti al dilagare della secolarizzazione sosteneva che bisogna riportare il Cristianesimo alla purezza delle origini, eliminando tutte le incrostazioni della storia. Il primo passo da fare è istruirsi con impegno ed oggettività.

Noi onoriamo Maria nella purezza della fede cercando di togliere tutto ciò che sa di "religiosità" e di mito.


Mario Di Ianni

 

Fonte: M. Di Ianni, Devozione alla Madonna: verità e leggenda, in «Voria», II:4, Capracotta, settembre 2008.

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