top of page

Don Asdrubale di Caparotta, personaggio da opera buffa


Cripino e la comare

"Crispino e la Comare" è un melodramma giocoso dei fratelli Federico e Luigi Ricci ultimato nel 1850 su libretto di Francesco Maria Piave. La prima esecuzione assoluta si svolse a Venezia il 28 febbraio 1850 al Teatro San Benedetto. Nonostante fosse, sia dal punto di vista musicale che poetico, un lavoro probabilmente minore nel panorama dell'opera buffa italiana, "Crispino e la Comare" è stata molto celebre in Italia e ancor più all'estero per tutta la seconda metà del XIX secolo, tanto da essere eseguita, tra il 1857 e il 1871, nel Regno Unito, in India e in Australia. Alcune arie, come ad esempio "Io non son più l'Annetta", sono note ed eseguite fino ai nostri giorni e nel 1938 il regista Vincenzo Sorelli ne trasse persino un film.

La storia è ambientata a Venezia nel XVII secolo. Crispino è un povero ciabattino che non riesce a sbarcare il lunario. Gli appare una misteriosa donna, la cosiddetta Comare, che lo incoraggia ad intraprendere la carriera di medico, sebbene egli non sappia nemmeno leggere. Crispino, col magico aiuto della Comare, ha successo, riuscendo a predire le guarigioni di Bortolo e Lisetta e la morte di Asdrubale. Il successo professionale però gli dà alla testa e prende a maltrattare la moglie Annetta. La Comare gli fa capire le sue colpe e lo minaccia di morte: Crispino si pente e l'armonia con Annetta è ristabilita.

La prof.ssa Giosetta Guerra sostiene che "Crispino e la Comare" sia «una parodia dell'escalation sociale, favorita dai falsi valori e dalla credulità della gente, ma anche una denuncia alla malsanità... del tempo».

In quest'opera comica il personaggio che a noi interessa di più non è Crispino bensì don Asdrubale di Caparotta, un ricco e avaro siciliano. La provenienza di questo prepotente ha dato vita, nel corso degli anni e delle edizioni, ad almeno una storpiatura, tant'è vero che nel libretto pubblicato nel 1853 a Napoli presso la Tipografia dei Gemelli, egli diventa «Asdrubale di Capracotta», impersonato dall'attore Giuseppe Fioravanti. È possibile che durante la rappresentazione scenica del luglio 1853 presso il Teatro Nuovo di Napoli, don Asdrubale - per un errore del redattore, del copista o del tipografo - sia salito sul palcoscenico con l'appellativo "di Capracotta"? O quel nomignolo è rimasto soltanto sul libretto? Questo è un arcano oggi impossibile da risolvere.


Francesco Mendozzi


 

Bibliografia di riferimento:

  • F. Melisi, Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Catalogo dei libretti per musica dell'Ottocento (1800-1860), LIM, Lucca 1990;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;

  • F. M. Piave, Crispino e la Comare, Tip. dei Gemelli, Napoli 1853.

bottom of page