Questo giorno
dai suoi molti amici intorno
don Gregorio è festeggiato.
Anch'io qui mi son provato
combinar quant'ho potuto
pel saluto.
Ma dirò
che non oltre andar potrò:
la mia penna non è franca
ché, l'acuto ingegno manca,
però più d'ogni altro onore;
vale il cuore.
Vale il vero,
vale il detto più sincero,
pur se manca in forma e stile,
in eleganza signorile
che spessissimo non basta.
Anzi guasta.
Il tuo nome,
don Gregorio, è chiaro come
un bel faro netto e vivo.
La sostenni e qui la scrivo
questa verità che canta
sacrosanta.
Imparato
dall'esempio inalterato
di tuo padre e di tua mamma
conservato hai quel programma
con costanza di pensiero
giornaliero.
L'avvenire,
(augurando) possiam dire
ti sarà più luminoso;
perché tu, d'un armonioso
portamento invidiato
sei dotato.
Spera e sia.
Lunga vita il ciel ti dia,
lunga vita allegro e sano;
e proteggati la mano
del tuo Protettor, gran Santo
che ami tanto.
Fida e spera!
questa strada bella e vera,
la più dritta e più sicura;
che ti consigliò natura
fiducioso seguirai,
com'or fai.
La persona
che a niun duol mai s'abbandona
e di Dio ne ha gran timore
certamente è un gran signore,
specialmente se sostiene
nel far bene.
La coscienza
tua lo sa per esperienza.
s'io mi sbaglio in te su questo.
Tu non sei soltanto onesto,
ma possiedi per gran dono
d'esser buono,
premuroso
d'aiutare il bisognoso,
e poi tanti; mai a scopo
di guadagni prima o dopo;
Quasi sempre con un viso
di sorriso.
Gentil nato;
possiam dirlo a tutto fiato.
Vò gridarlo a tutti i venti
pur se tu distratto senti.
Pur se tu, questi miei detti
non permetti.
Siamo al mese,
siamo al dì che in casa e chiese
il tuo nome è in festa tanto.
Giorno poi dell'anno santo
che si onora il Cristo-Re;
"Trentatré".
Quindi accetta
nell'annata benedetta
questi voti con più stima:
sempre meglio ancor di prima
l'avvenir tuo pieno sia
d'armonia,
di salute,
di bellissime vedute;
e per tutta l'esistenza
d'una chiara intelligenza,
per la gioia di te stesso.
pel progresso,
per l'onore
come fece il genitore.
Come fanno i tuoi parenti
che ti seguono contenti.
Vivi e spera in Dio l'aiuto.
Ti saluto!
Prima di terminare questo canto
voglio cambiare ai versi un po' l'accento,
per poter meglio dir quel che qui sento
da questi amici che mi pregan tanto
di non dimenticarmi ricordare
che manca qualche cosa per brindare!
Come sarebbe a dire; un bottiglione
di vino pizzicante prìa di tutto.
e poi... qualche ritaglio di prosciutto,
e che so io... scamorze, provolone.
Provvedi solamente perché poi,
a tutto il resto penseremo noi!
(1933)
Nicola D'Andrea
Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.