Un luogo del cuore, ritornare tra queste montagne molisane è sempre un piacere, ripercorrere poi i trascorsi della buona cucina in un'Osteria Slow Food come l'Elfo, un tassello importante che contribuisce a valorizzare questa cittadina montana a oltre 1.400 metri di altitudine nella provincia di Isernia.
Godere del panorama prima di arrivare in paese vale il viaggio, la vista spazia verso le Mainarde molisane e abruzzesi, Prato Gentile fa la sua parte con le cime innevate tutt'intorno.
L'ultimo viaggio a Capracotta è stato proveniente dall'Abruzzo per raggiungere questa meta, che recentemente sta registrando un incremento turistico favorevole allo sviluppo dell'area molisana interna, a volte poco conosciuta ma di fatto meritevole di una visita, che consiglio di fare a chi non vi è mai stato.
Il bel centro storico di Capracotta ha il suo fascino, le abitazioni con pietra a vista e legno, le cascine rurali qui compongono il paesaggio. Dall'area pedonale si arriva al vicoletto dove troviamo l'Elfo, un'Osteria che annovera esperienza trentennale riconosciuta anche sulla guida Slow Food, segnalata anche tra i ristoranti d'Italia dell'Espresso e sul Gambero Rosso, una location gestita dallo chef Michele Sozio e la moglie Franca. Giù dopo le scale troviamo il caseificio storico Pallotta, altro punto fermo del luogo per i formaggi di alta qualità.
L'Osteria è ricavata dalle cantine di un palazzo settecentesco, qui l'atmosfera che si respira è antica, come se vi fosse una presenza magica, del resto il fascino dell'Elfo ben in vista sul banco di ingresso fa la sua parte, insieme ad un quadro rappresentativo sulla parete.
Dopo l'ingresso vi è la sala che suddivide in due parti l'Osteria, presentando alcune volte e l'angolo camino che lascia trasparire il forte legame di un luogo tipico come questo con la montagna, dove troviamo pure la possibilità di far desinare gli ospiti negli spazi esterni nella bella stagione e al fresco, come ho avuto modo in passato di fruirne con amici.
Aria fine, paesaggi naturali d'alta quota, attività agropastorale d'alpeggio, ma è la buona tavola dell'Elfo che si lascia raccontare con le sue proposte che nascono principalmente tra le composizioni dei prodotti di questa terra difficile ma generosa, con carni provenienti da alti pascoli e formaggi, trovando qui anche le pregiate lenticchie di Capracotta.
Inoltre, le erbe e verdure selvatiche di montagna sono di casa, gli orapi, aspraggine, crescione, poi funghi prugnoli, porcini e il tartufo nero o bianco, che insieme alla tipica preparazione della "pezzata" di pecora costituiscono quanto di meglio il Molise offre sulle proprie tavole.
Le proposte culinarie principali del locale, che seguono la stagionalità con le materie utilizzate, affondano da sempre le radici in questo territorio altamente vocato all’attività agricola e alla pastorizia, le preparazioni di paste e dolci sono proprie della cucina dell'Elfo.
Tra gli antipasti del periodo possiamo trovare, oltre ai notevoli taglieri di formaggi e salumi tipici della zona che compongono parte dell'antipasto all'Elfo, anche un pasticcio di patate con pane raffermo, pancetta e lenticchie di Capracotta. Ma la scelta va al carpaccio di vitello con agrumi, valeriana e scaglie di caciocavallo, dove ritroviamo l'insieme dei sapori della montagna uniti ad un extravergine del frantoio molisano Pallotto dell'areale di Bagnoli del Trigno nella provincia di Isernia.
Tra i primi del periodo si possono trovare i tipici cicatelli al ragù di cinghiale e la zuppa di lenticchie di Capracotta con patata e cicoria selvatica. Una scelta è andata verso la classica chitarrina con cime di broccolo nero, guanciale e mollica di pane e il mio orientamento verso i ravioli con mousse di stracciata, melanzana, pomodorini passiti e granella di mandorle, ben inseriti in un contesto di pietanze locali rivisitate a modo e senza stravolgimenti di gusto.
Una bella cantina fornita, tra etichette locali e regionali italiane, con qualche bollicina. Riflettori puntati sul vitigno Tintilia sempre più intrigante e di ottima beva, storicità e territorio insieme, da riscoprire in concomitanza con il Montepulciano d'Abruzzo anch'esso notevole. Nel calice dunque la preferenza all'etichetta principe del Molise che ben ha rappresentato l'abbinamento con la cucina presentata dallo chef Michele Sozio dell'Elfo.
Le carni con gli eccellenti secondi lasciano l'imbarazzo della scelta, tra l'agnello, il maiale, e vitello, la grigliata tipica, così come il cosciotto degustato di castrato brasato agli agrumi, ecco i sapori della montagna e le note agrumate che chiudono in freschezza, dopo per finire i dolci preparati in casa che variano in base al periodo e un buon caffè prima di riprendere la strada.
Una bella esperienza sicuramente da rifare ancora, l'Elfo è una Osteria con cucina autentica ben inserita nel contesto dei locali caratteristi. Il tempo per ritornare a Capracotta in futuro ci sarà, il fascino delle montagne molisane, contigue alla storia e alla conformazione di quelle campane e abruzzesi, ci riporta a tempi antichi fatti di transumanze e ricordi della vita dei pastori e di popoli come i Sanniti, che nel tempo hanno distribuito e mantenuto tra queste terre le tradizioni e la cultura contadina, arrivate sino a noi.
Da qui i valori da preservare, per mantenere intatte le peculiarità di biodiversità e della consistenza abitativa di queste aree interne, spopolate nel corso degli ultimi decenni, dove resistono ancora quelle famiglie inserite storicamente tra questi piccoli centri. Imperativo l'impegno della valorizzazione sotto l'aspetto del turismo montano che è ben rappresentato da Capracotta, una località che vale il viaggio per gli appassionati della montagna e non solo, ma anche con la possibilità di vacanze sulla neve per cui è attrezzata a Prato Gentile, poi la visita d'obbligo alla bella e storica cittadina di Agnone quale centro più importante dell’area, collocata a vista a pochi chilometri di distanza e siamo scesi ai 900 metri.
L'Elfo: il confronto spesa e qualità delle materie è confacente, per un menù, la carta dei vini e il servizio adeguati alla circostanza. Sarebbe comunque auspicabile maggiore cordialità, che una Osteria ultra trentennale e di pregio dovrebbe avere, magari anche con una breve presenza dello chef ai tavoli che potrebbe porre in evidenza le peculiarità complessive del locale, tenendo conto di quei visitatori occasionalmente presenti che affrontano un bel viaggio per arrivare in questa località non facilmente raggiungibile, felici poi di portare via con sé bei ricordi e i sapori della terra visitata.
Franco D'Amico
Fonte: https://www.lucianopignataro.it/, 23 febbraio 2018.