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L'epopea della sega anulare Santilli


Santilli Annular Saw
La "Santilli Annular Saw" e la fabbrica originale di via Bonzo a Torino.

Il 15 settembre di trentasei anni fa moriva Ermanno Santilli (1907-1984), un personaggio poco conosciuto e valorizzato nella nostra cittadina. Egli fu innanzitutto uno stimato medico attivo tra Agnone, Capracotta e Poggio Sannita, ma fu anche il podestà di Capracotta dal 16 settembre 1935 al 15 luglio 1936, quando il Partito nazionale fascista lo dichiarò decaduto in favore dell'acerrimo avversario Filiberto Castiglione. Due anni dopo si prese la sua rivincita personale sostituendo il cav. Giovanni Paglione nel comitato di sorveglianza della Banca di Capracotta.

La Seconda guerra mondiale azzerò ogni cosa, ogni carica, ogni istituzione e difatti sul finire degli anni '50 ritroviamo Ermanno Santilli a Torino alla guida della S.A.S. (Santilli Annular Saw), dopo aver depositato il brevetto d'una rivoluzionaria sega anulare, che ad oggi viene riconosciuta, assieme alla Carpi e all'Alpina, come una delle più significative motoseghe partorite dal genio italico. A differenza delle altre due, quella targata Santilli era infatti una motosega a disco orizzontale (non a lama), che forse per questa sua caratteristica non riscosse un grande successo commerciale.

Nello specifico la Santilli Annular Saw era dotata di un disco da 40 cm. adatto all'abbattimento di alberi e tronchi con diametro fino a 60 cm. Uno speciale carburatore ne permettava l'utilizzo in tutte le posizioni e le parti in movimento erano a tenuta stagna e d'aria, per cui non necessitavano di alcuna lubrificazione. Le lame anulari venivano realizzate in diverse misure, da 30 cm. a 1 m. La potenza del motore era di 4,5 cavalli vapore e funzionava con una miscela al 4%. Il serbatoio conteneva abbastanza carburante per circa un'ora di attività e l'intera motosega pesava 19 kg. La sede dell'azienda, nonché la fabbrica in cui veniva realizzata, era situata in via Bonzo 7 a Torino.

Di questa rivoluzionaria invenzione ne parlò "Il Mattino" e "Il Potere della Stampa" di Napoli, "Il Tempo" e il "Momento-Sera" di Roma, persino "L'Eco del Popolo" di Salerno. Un periodico minore ma mitologico, "Il Pungolo Verde" di Campobasso, si spinse a dire che «il Dott. Ermanno Santilli di Campobasso, e il figlio Ruggero, noto fisico molisano, autore delle teorie sulla struttura della materia, hanno realizzato, brevettato e collaudato una delle più importanti macchine per uso industriale che siano uscite nell'ultimo cinquantennio».

Alle note tecniche e giornalistiche ne va aggiunta una storico-politica, ovvero l'interrogazione che l'on. Ferdinando Amiconi (1910-1987) sottopose il 25 novembre 1958 all'allora presidente del Comitato dei ministri per la Cassa del Mezzogiorno, per conoscere il motivo per cui la Cassa non avesse acquistato «l'importante brevetto ad essa offerto dall'ingegnere Santilli di Campobasso, e quindi a non finanziare la costruzione, nel Molise, del relativo stabilimento per la produzione del nuovo tipo di sega, dalle caratteristiche tecniche del tutto diverse da quelle, anche le più perfezionate, oggi in commercio».

Ermanno Santilli era infatti stato premiato l'anno precedente al V° Salone della Tecnica di Torino ed aveva respinto molte delle offerte piovutegli addosso da vari paesi europei e americani. Proprio nel 1958 era stato contattato da una grande azienda tedesca che, per l'applicazione del brevetto, aveva posto come condizione l'esclusività di fabbricazione e di vendita in tutti i Paesi aderenti al Mercato europeo comune, condizione che il nostro Ermanno non volle accettare per ciò che riguardava il suo di paese, l'Italia.

All'inventiva il dott. Santilli ha sempre affiancato una spiccata vena poetica: oltre a dipingere bei quadri egli ha difatti pubblicato, quando non era ancora maggiorenne, la raccolta di poesie "Adolescentia". Insomma, Ermanno visse l'ingegneria con gli occhi di un sognatore finché, negli ultimi anni della sua esistenza, si mise ad inseguire l'utopia del moto perpetuo.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • Camera dei Deputati, Resoconto sommario e bollettino delle commissioni, Roma, 25 novembre 1958;

  • Equipment Section, in «Unasylva», XIV:1, Roma 1960;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;

  • Originale utile invenzione, in «La Fucina», Agnone 1957.

  • G. Parente, Al Salone della tecnica di Torino sarà esposta la più ardita e importante macchina del XX secolo, in «Il Pungolo Verde», XI:6, Campobasso, luglio-agosto 1957.

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