Già dallo scorso anno "Prospettive Meridionali", in una nota redazionale, prendeva atto dei risultati di Borgo a Mozzano, informando, tra l'altro, che in 65 mesi di attività l'incremento del reddito agricolo, nel comune toscano, aveva superato di 7 volte e mezzo la spesa dell'assistenza tecnica e sociale. Questa aveva infatti gravato per poco più di 25 miloni, mentre il maggior reddito sfiorava i 200 milioni. Rapportata ad ettaro, la spesa era stata di 4.563 lire; il maggior reddito di 30.544 lire. Questi risultati, sottolineava la nota, sono il corrispettivo non solo di buoni consigli, ma anche di adeguate iniezioni di capitale. Infatti i circa 200 milioni di incremento vanno rapportati non solo ai 25 milioni spesi per assistenza tecnica, ma anche agli oltre 50 destinati dagli imprenditori a maggior consumo di carburanti, concimi, anticrittogamici, sementi, mangimi, nonché agli altrettanti assorbiti dai miglioramenti fondiari, dalle macchine, dal bestiame. «Resta comunque il fatto – scriveva "Prospettive Meridionali" – che senza il tecnico questo movimento non ci sarebbe stato».
Ecco perché questa rivista aveva accolto con viva simpatia la notizia che l'esperimento Shell verrà ripetuto in provincia di Campobasso, «in quella Capracotta che gli italiani conoscono come meta di pittoresche spedizioni di soccorso invernale». E ci si chiedeva se anche su quelle altitudini il tecnico sarebbe riuscito ad essere il mozzo che avvia la ruota del progresso. Naturalmente, sin da ora, qualche perplessità veniva manifestata: « I parroci del villaggio e i medici di campagna descritti da Balzac come suscitatori di energie latenti in aree depresse, partivano dalla tecnica agricola, ma finivano per essere dei veri pianificatori comunali. Sappiamo che in riunioni ad altissimo livello si parla ora della necessità di dotare il Mezzogiorno di "sviluppatori sociali". Il sostantivo non ci piace molto e l'aggettivo ci insospettisce perché troppe volte esperto di "socialità" è colui che non si intende né di economia né di altro. Ma una esigenza di fondo c'è e si concreta in un interrogativo: fino a che punto l'assistenza tecnica agricola può essere autosufficiente e fino a che punto il tentativo di migliorare l'economia agraria ha potuto prescindere da fattori di sviluppo extra-agricoli o addirittura extra-economici? Fino a che punto l'agronomo può, insomma, limitare l'azione al raggio della propria competenza professionale anche in un comune che sia, per ipotesi, a popolazione totalmente rurale?».
Dall'esperimento di Capracotta, ci si sarebbe atteso di conoscere l'incidenza dei fattori extra-agricoli ed extra-economici nella riuscita di un esperimento che apre prospettive di speranza a centinaia e forse a migliaia di comuni italiani poveri. Purtroppo, la preannunciata ripetizione a Capracotta dell'esperimento di Borgo a Mozzano forse non ci sarà più, né le ragioni del ripensamento, sulle quali non abbiamo indagato, potrebbero avere importanza in questa sede. Resta però, a ripagare della delusione, il fatto che tutta la politica meridionalistica di intervento in agricoltura tende a qualificarsi come politica di assistenza tecnica. L'istituzione, nel Mezzogiorno, dei primi nuclei di assistenza tecnica risale al 1957. Essi operano nei comprensori di bonifica integrale, nei comprensori di bonifica montana e nei bacini montani, ossia in tutte quelle unità economico-territoriali nelle quali si svolge l'intervento della Cassa per il Mezzogiorno. Come si sa, l'azione diretta è svolta, nei comprensori, dagli enti di bonifica ai quali la Cassa ha concesso i primi nuclei di assistenza tecnica col compito di operare soprattutto nelle zone irrigue o di riforma, ossia nelle aree suscettive di maggiore sviluppo economico. Questo concetto iniziale è stato successivamente superato, ed ora l'intervento dei nuclei è esteso a tutta l'area di bonifica.
Ogni nucleo è costituito da un agronomo e da un perito agrario, dotati di mezzi di trasporto e di somme di rapido impiego per le spese di consulenza economica e di acquisto di materiale audiovisivi. Si cerca ora di integrare i nuclei con un terzo elemento, l'assistente sociale: resperimento è in corso in due nuclei dell'Irpinia, ma ancora non se ne conoscono i risultati. L'iniziativa della Cassa per il Mezzogiorno di rendere produttivi al massimo gli investimenti nei comprensori di bonifica ponendo gli enti nella condizione migliore per conseguire quel risultato, è molto logica. Essa però non avrebbe avuto, in partenza tutte le possibilità di successo se la Cassa avesse dimenticato, affianco ai capitali e ai piani di trasformazione, l'opera da svolgere sul fattore umano, cioè sugli imprenditori consorziati, attraverso la divulgazione tecnica. La nuova situazione economica che la Cassa ha favorito non deve infatti servire unicamente come fine a se stessa (per esempio, l'irrigazione per l'irrigazione) ma deve servire a un interesse generale di tutti gli agricoltori, che si concretizza essenzialmente nel dare ad essi una nuova coscienza di imprenditori moderni.
La Cassa ha scoperto che la metodologia seguita dal Centro studi agricoli della Shell a Borgo a Mozzano avrebbe potuto riuscire utile alla formazione dei quadri per l'assistenza tecnica nel Mezzogiorno. Così, da qualche anno, Borgo a Mozzano è sede dei corsi di addestramento in assistenza tecnica agricola, organizzati dalla Cassa per il Mezzogiorno in collaborazione con il Centro studi agricoli della Shell Italiana e con il Centro di specializzazione e di ricerche economico-agrarie per il Mezzogiorno dell'Università di Portici. I corsi hanno lo scopo dichiarato di «addestrare i funzionari tecnici nella metodologia e nella pratica dell'assistenza tecnica in agricoltura per una più intensa azione di propulsione e di assistenza all'agricoltura meridionale e per assicurare, nei comprensori di bonifica, nei quali più intenso è stato il concentramento degli investimenti pubblici e più impegnativi, pertanto, i riflessi di ordine fondiario-agrario aperti nelle aziende agricole, una guida e un aiuto agli operatori economici in agricoltura, sul piano tecnico e su quello organizzativo».
Federico Orlando
Fonte: F. Orlando, Un esperimento per il Mezzogiorno: Borgo a Mozzano, in «Prospettive Meridionali», VII, Centro democratico di Cultura e di Documentazione, Roma 1961.