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Un'estate da sei e mezzo


Liceo Da Vinci Pescara
I ragazzi del liceo "Leonardo Da Vinci" di Pescara (foto: P. Di Blasio).

Dopo la fine della scuola siamo rimasti una comitiva unita e insieme abbiamo passato un'estate un po' particolare, l'estate del quinto superiore, l'ultima estate da liceali, subito dopo l'esame di maturità. Come facciamo dal primo anno abbiamo preso un ombrellone tutti insieme (il costo diviso tra tutti è di 10 euro a testa). E pazienza se qualche domenica sotto l'ombrellone pensato per dieci persone al massimo ci si ritrova in quaranta, tra amici e amici di amici. La mattina, finalmente, dopo un anno di sveglie per andare a scuola, si è dormito, anche se i più sportivi di noi hanno approfittato per fare una corsetta. Poi al mare il calcio è lo sport più gettonato, nelle sue varianti balneari, dal sabbione al calcio tennis. Ma c'è anche il gruppo degli irriducibili delle carte che, birra in mano, passa il pomeriggio a giocare a tressette, scopa e briscola. Qualche volta abbiamo organizzato dei sangria party sotto l'ombrellone. A casa di qualcuno si è mescolato vino con frutta e si sono portati secchi enormi da bere tutti insieme. Ma per il divertimento è la sera il momento giusto. Locali e stabilimenti, per bere e per parlare, magari per conoscere ragazze straniere (questa estate abbiamo conosciuto due ragazze norvegesi). Non sarebbe male se Pescara riuscisse ad attirare più stranieri e turisti. Sarebbe un momento di scambio tra ragazzi di Paesi diversi. Pescara dopo un po' annoia. È ripetitiva, mancano locali, mancano concerti, eventi particolari. C'è poco da fare, sempre le stesse cose. Pescara non avrebbe niente da invidiare a Rimini o Riccione. Ma dovrebbe essere organizzata meglio.

Anche per quanto riguarda i trasporti. Noi siamo costretti a muoverci con macchine e motorini, anche quelle sere che forse si è bevuto un po' troppo. Mancano mezzi notturni pubblici. La bici va bene, ma non per chi abita ai Colli. Un evento che ci ha divertito è stato il botellon, tanti ragazzi nella spiaggia libera che si sono dati appuntamento in maniera spontanea da tutta Italia, grazie a Facebook e ai social network. L'obiettivo era quello di bere in compagnia, suonare, ballare e chiacchierare in semplice allegria in uno spazio della città senza la necessità di spendere molto denaro in locali, pub o discoteche.

Ma il nostro Ferragosto è stato a Capracotta, nel verde, in mezzo al bosco. Perché il bello di Pescara è che è vicina a posti incontaminati e verdi. E pure questo andrebbe fatto sapere ai ragazzi di tutta Europa.

La maggior parte di noi si sono concessi una vacanza fuori. I più fortunati hanno approfittato di un volo low cost per Barcellona o per Corfù. Ma anche il Gargano e soprattutto il Salento sono mete a portata di portafoglio.

Ma intanto abbiamo pensato a cosa fare ora che il liceo è finito. La maggior parte di noi vuole continuare a studiare, andando all'università. Ingegneria, Scienze motorie e Giurisprudenza sono le facoltà più gettonate. Ma c'è chi pensa al lavoro e anche chi potrebbe tentare di entrare nell'Esercito. C'è chi si trasferirà a vivere fuori Pescara, a Bologna o a Roma. C'è paura per i soldi. Gli affitti sono alti e le stanze ancora da trovare. È stata un'estate strana, con tanta voglia di divertirsi, certo. Ma anche con una grossa nostalgia perché a settembre sapevamo che, per la prima volta, non ci sarebbero stati più zaini, corridoi, professori, interrogazioni, filoni e giornate di studio insieme. Un'estate da sei e mezzo.


Alessio Romano

 

Fonte: A. Romano, Un'estate da sei e mezzo, in «Vario», 76, Pescara, novembre-dicembre 2011.

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