La famiglia originaria di Trani, giunta a Capracotta, edificò la propria «ampia casa» nei quartieri "nuovi" costruiti tra il 1400 ed il 1500 e denominati S. Giovanni Battista e S. Antonio Abate. La famiglia fu annoverata tra le più facoltose ed agiate dell'Università, infatti nel Libro dei Fuochi datato 1561, è annotato il Do.ne Petrus Nicchius de Trani. I Pettinicchio appartennero alla schiera dei grandi locati della Dogana di Foggia, nei cui registri sono riportati Lorito, nell'anno 1639, e Gregorio, nel 1700. Altre annotazioni nell'Archivio della Dogana, più antiche, risalgono agli anni 1612 e 1613 e riguardano rispettivamente Sebastiano e Nunzio Pettinicchio di Capracotta.
Un Amico Pettinicchio viene ricordato dal Campanelli come il più agiato di Capracotta. Forse proprio per questo motivo, il 9 luglio del 1657, fu catturato da una banda di 104 banditi capeggiata dal calabrese Paolo Fioretti, e condotta altresì da Peppe Nastro e Agostino del Mastro, detto Boccasenzossi, che lo restituirono alla famiglia solo dopo che questa ne ebbe pagato il riscatto. Tuttavia la banda fu catturata dopo poco tempo ed i suoi componenti furono giustiziati.
Tra i vari componenti si ricordano Donato Antonio Pettinicchio, arciprete di Capracotta (dal 1622 al 1638) ed il medico Carmine, padre di Rosalba che sposò il Magnifico Amicantonio Carugno, governatore del Duca di Capracotta.
I Pettinicchio ebbero il jus patronato sull'altare dedicato a S. Maria della Pietà e S. Francesco di Paola, all'interno della chiesa matrice.
Alfonso Di Sanza d'Alena
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