Molti sono convinti che la storia sia un elenco di avvenimenti raccontati dagli storici. Ma la storia è come i moderni social network. Le verità vanno attentamente analizzate perché non sono assolute. Una questione ancora avvolta nel mistero riguarda la venuta di Carlomagno nella Longobardia Minore e più precisamente a S. Vincenzo al Volturno. C'è la corrente dei professori del "copia-incolla" che fanno carriera ripetendo le cose scritte da altri e c'è la corrente dei cosiddetti eretici della storia. Uno di questi è il prof. Giovanni Carnevale, don Nannino, di Capracotta. Lo ha ricordato nel 2017 Francesco Mendozzi nella sua rassegna degli uomini illustri di Capracotta. Dalla sua citazione partirò per iniziare una piccola rassegna di grossolane mistificazioni che solo personaggi come Giovanni Carnevale hanno il coraggio di rivelare al mondo. Comincio da Triverno, uno dei punti strategici dell'Italia Meridionale. Oggi ci si passa velocemente e velocemente ci si ferma a fare colazione da SteLor dove fanno panini speciali. Triverno si trova sull'attuale Statale tra Isernia e Venafro. Da quel punto si dirama una strada antica (che non a caso ancora oggi conserva il nome di Strada Vecchia), che permette di costeggiare il Volturno e di seguirlo, con un po' di buona volontà, fino a Capua (l'antica Casilinum) dove era possibile superarlo per proseguire verso Napoli. Comincio dunque da questo punto del Molise. Gli "storici camaleonti" sono quelli che adattano il proprio colore alle esigenze di carriera.
Molti storici ritengono che Carlomagno non sia mai venuto nel Molise. Per questa necessità di bottega anche Giovanni Villani (che scrisse una storia universale di Firenze durante il Giubileo di Bonifacio VIII nel 1300) da costoro è considerato poco attendibile. Anche quando racconta che Carlomagno conquistò il castello di Tuliverno (Triverno frazione di Pozzilli):
(Carlomagno) confermò a la Chiesa ciò che Pipino suo padre l'avea dotato; e oltre acciò dotò la Chiesa del ducato di Spuleto e di Benivento. E nel regno di Puglia ebbe più battaglie contro a' Longobardi e ribelli di santa Chiesa, e assediò e distrusse la città di Lacedonia ch'è in Abruzzi tra l'Aquila e Sermona, e assediò e vinse Tuliverno il forte castello a l'entrare di Terra di Lavoro, e più altre terre del Regno che teneano ribelli di santa Chiesa, e tutti gli sottomise a sua signoria.
Se non si seguono i ragionamenti del prof. Carnevale è difficile capire perché Giovanni Villani diceva il vero! Io credo a Giovanni Villani. E credo pure a Gennaro Morra, il massimo storico venafrano, che aveva le stesse convinzioni.
Franco Valente