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Il fior di vespa capracottese


Ophrys di Capracotta
L'Ophrys capracottæ e il Giardino della Flora appenninica.

La più celebre resta la Parnassius guccinii, la rarissima farfalla che l'entomologo Giovanni Sala scoprì nel 1992 e che dedicò al cantautore Francesco Guccini, ma negli anni sono stati tanti i momenti in cui la tassonomia ha dedicato specie animali e botaniche a personaggi famosi o a luoghi particolari. Anche in questo ambito, Capracotta può vantare la sua personalissima pianta, un fior di vespa scoperto nel 2008 dagli scienziati Rolando Romolini e Romieg Soca in località Lamatura a 1.390 m.s.l.m. Nel presentare in anteprima la loro scoperta, i due botanici scrissero che «queste piante effimere, gioielli della natura, ci infondono un gran piacere. È senza una reale pretesa scientifica che li descriviamo, ma piuttosto per rendere omaggio agli amici o ad alcuni luoghi, e soprattutto per dare il gusto e il desiderio al lettore di andare ad ammirarli nella natura».

La specie botanica in questione è un ibrido del genere Ophrys - conosciuta come vesparia o fior di vespa - appartenente alla famiglia delle Orchidacee. I due ricercatori hanno chiamato la loro scoperta Ophrys capracottæ, «dal nome del paese di Capracotta dove è stato scoperto questo ibrido per la prima volta». La pianta è «alta 22 cm.; 5 foglie basali; 6 fiori; sepali oblunghi, verde chiaro; petali oblunghi allungati, giallastri, a bordi aranciati, lunghi due terzi dei sepali; labello intero convesso, arrotondato allungato, bruno scuro, munito di una pelosità marginale; macula semplice, a forma di X evidenziata, più chiara del resto del labello, cinta da una linea grigiastra; appendice piccola, triangolare, verde giallastra; campo basale bruno aranciato; cavità stigmatica verdastra; pseudo-occhi verdi; connettivo del ginostemio ottuso; masse polliniche gialle».

L'Ophrys capracottæ, che fiorisce a maggio, proviene da due genitori d'aspetto morfologico molto diverso, l'Ophrys brutia e l'Ophrys dinarica. Dalla prima ha ereditato i sepali verdi, i petali a bordi aranciati, il labello arrotondato munito di una pelosità marginale, la macula semplice, l'appendice piccola e il colore della cavità; dalla seconda ha preso i petali triangolari, il labello allungato bruno scuro, la macula diffusa. Tutti gli altri caratteri, sia morfologici che di colore, sono intermedi fra i due genitori.

Capracotta si è vista più volte riconoscere il titolo di "Comune Fiorito d'Italia" e, grazie al fior di vespa capracottese, lo è ancor di più.


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • V. Genovesi e S. Ravera, Guida ai licheni del Giardino di flora appenninica di Capracotta, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Roma 2014;

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016;

  • R. Romolini e R. Soca, Descrizione di dieci nuovi ibridi di Ophrys italiane, in «Giros Notizie», 55, Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee, gennaio 2014.

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