Monaci, saette, puntoni e catene (da cui cuatenàre) sono i classici elementi costitutivi del tetto. Su questi elementi, soprattutto quelli delle chiese cattoliche, non è infrequente rinvenire le tracce di chi ci ha preceduto, tanto che in quelle più famose si trovano firme di architetti, progettisti, costruttori, stuccatori, affrescatori, capimastri o semplici muratori. Si tratta, in fondo, di un'abitudine atavica, se pensiamo che oggi la medesima usanza sopravvive sui muretti, sulle ringhiere, sulle facciate, sui ponti, nelle carceri, nei conventi, nelle scuole e su qualsiasi altra superficie in grado di accogliere la sigla del firmatore di turno, il quale è più spesso un vandalo che non un artista.
Nel caso del tetto della Chiesa Madre di Capracotta, in alcuni tratti fedele all'originale settecentesco, in altri ricostruito nel Novecento, è possibile ammirare alcune firme di compaesani che, nelle più disparate occasioni dello scorso secolo, hanno pensato bene di lasciare un "ricordo" - spesso corredato di data - della propria visita.
Facciamo una rapida rassegna. Era l'Epifania del 1952, infatti, quando Pasquale Venditti lasciò la propria firma; il 6 gennaio di sette anni dopo anche Antonio Angelaccio impresse la sua.
Giuseppe Casciero, invece, firmò una trave in legno durante la Santa Messa di Pasqua del 24 aprile 1943, aggiungendo alla data gregoriana la cifra romana "XXI", segno tangibile che il fascismo aveva indottrinato i più giovani col suo calendario rivoluzionario. Dopo la fine delle ostilità abbiamo un'altra firma a tema "pasquale", quella di Corrado D'Andrea, che il 24 aprile 1949 incise il proprio nome. Anche se al di fuori del periodo pasquale, anche Remo Sammarone, prima di emigrare negli Stati Uniti, aveva firmato, il 25 marzo 1947, la travatura in legno.
Curiosa, poi, la firma di Nicola Bonanotte, realizzata il 26 luglio 1943, probabilmente durante la messa per la memoria liturgica di sant'Anna, una festa relativamente "recente", istituita appena ventiquattro anni prima.
In estate, invece, abbiamo la firma di Bernardo Ianiro, apposta il 15 agosto 1995 e realizzata probabilmente durante la santa messa di Ferragosto in onore della Beata Vergine Maria Assunta in cielo, la festa religiosa più importante della comunità parrocchiale di Capracotta, visto che la nostra Chiesa Madre è dedicata proprio al dogma dell'Assunzione della Madonna.
E ancora, per quanto riguarda il periodo natalizio, abbiamo le firme di Angelo Ianiro (11 dicembre 1938) e di "Alfio 66" (24 dicembre 1985), il quale preferì evidentemente celarsi dietro un nickname piuttosto che scrivere il proprio cognome, il che l'avrebbe inequivocabilmente identificato.
Tra le firme incomplete o non pienamente datate, infine, abbiamo quelle del sartore Cesare Di Rienzo (1949), di Antonio Comegna, di Donato Pettinicchio, di Luigi D'Onofrio, di Mario Di Lorenzo e di Sebastiano Evangelista.
Francesco Mendozzi