Un secolo fa, ognuno dei cinque quartieri di Capracotta (S. Giovanni, S. Rocco, Terra Vecchia, S. Antonio e S. M. delle Grazie) fruiva dell'acqua dissetatrice con la propria acquartierata fontana dispensatrice e, nel prosieguo degli anni, per motivi più o meno validi, più o meno futili, furono tutte smantellate.
La fontana della torre medievale fu l'ultima di queste fontane a cadere sotto i colpi della mannaia distruttrice e si intreccia con le travagliate vicissitudini del quartiere della Terra Vecchia, prospiciente la Chiesa Madre di Capracotta.
Il rione della Terra Vecchia, in seguito alla tabula rasa effettuata dai Tedeschi dall'8 al 12 novembre 1943, fu minato e fatto saltare, distruggendolo quasi integralmente e riducendolo a un cumulo di macerie. Nei giorni seguenti colpi supplementari di granata furono sparati dai Tedeschi acquartierati a Pizzoferrato e in date circostanze fu colpito persino il campanile della Chiesa Madre con la conseguente rovinosa caduta delle campane giù per i Ritagli.
In seguito al piano di ricostruzione post-bellica, il 40% delle vecchie unità abitative della Terra Vecchia fu spianata e non ripristinata, modificando radicalmente il vero antico borgo di Capracotta e realizzando quello che attualmente è chiamato Belvedere. Stessa sorte toccò alle abitazioni che fronteggiavano la Chiesa Madre.
Negli anni '60, con l'intento di realizzare "la Rambla capracottese", si pensò di abbattere la Torre, che ormai aveva perso le sue fattezze angioine, e alcuni fabbricati limitrofi per permetterne la realizzazione.
Questa lunga strada doveva partire dalla Chiesa Madre per terminare 350 metri dopo di fronte a quella di Sant'Antonio: le due facciate non erano opponibili e quindi non visibili tra loro per la presenza, sul percorso, di una cuspide proprio lì dov'era ubicata la Torre.
Purtroppo, come sempre accade, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e nell'agosto 1970 la Torre medievale con orologio e fontana fu completamente rasa al suolo. Per ironia della sorte i fabbricati che dovevano essere abbattuti sono invece ancora lì tanto che, qualora si volesse passeggiare su una Rambla bisognerà continuare a recarsi a Barcellona, dove un lungo viale di 1.400 metri collega plaça de Catalunya al Port Vell!
Filippo Di Tella